I Ds rivendicano un consigliere per gli immigrati
Il rappresentante aggiunto degli extracomunitari avrebbe facoltà di parola ma non diritto di voto
Presto un’analoga proposta in tutti i parlamentini
(g. m. m.) Potrà partecipare a tutte le sedute dei parlamentini circoscrizionali, con facoltà di parola e di proposta, potrà formulare interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, emendamenti e proposte di delibera, ma non potrà votare. È il consigliere straniero aggiunto, l’idea che il centrosinistra lancia per riaccendere il dibattito sui diritti di partecipazione alla cosa pubblica degli immigrati extracomunitari. La proposta è stata lanciata dalla Circoscrizione 1 del Centro storico, promossa dal consigliere dei Democratici di sinistra Mattia Pilan, che ha incontrato accoglienza favorevole da parte dei colleghi diessini e della Margherita.
Il percorso studiato da Pilan e compagni parte dalla presentazione di un’articolata mozione, che punta a modificare lo Statuto comunale per prevedere l’elezione di un rappresentante delle comunità di immigrati aggiunto ai parlamentini circoscrizionali. La mozione (in discussione giovedì prossimo) verrà fatta circolare anche nelle altre sette Circoscrizioni: qualora venga approvata in almeno tre Consigli circoscrizionali, avrà raggiunto il suo obiettivo.
Il modello a cui si ispira la mozione è Roma, dove il consigliere aggiunto è già realtà. «Il nostro documento - spiega il consigliere - è aperto a tutti i contributi possibili, anche del centrodestra, che aveva già avuto modo di dibattere sulla proposta del vicepremier Gianfranco Fini sul diritto di voto amministrativo agli immigrati. Questo è una proposta diversa e meno ambiziosa, ma serve comunque quale ulteriore spunto di dibattito».
Alla presentazione dell’iniziativa hanno preso parte anche il segretario cittadino dei Democratici di sinistra, Luca Balzi e il coordinatore diessino delle Circoscrizioni, il consigliere comunale Giovanni Rolando, che pone l’accento sulla necessità di creare un percorso di integrazione e partecipazione in una città ad alta presenza di immigrati. «Il 10% della popolazione di Vicenza è costituita da immigrati, privi di rappresentanza civile e politica. È necessario quindi costruire un patto di convivenza civile e democratico fra vicentini e immigrati, fondato su doveri e diritti per vivere tutti più sicuri».
Proprio Rolando, con altri colleghi, aveva presentato nel settembre 2003 una mozione per estendere il diritto di voto amministrativo agli immigrati residenti da cinque anni e in regola con il permesso di soggiorno. Ma dopo il sì della commissione, la mozione si è arenata nelle secche del Consiglio comunale.
«In attesa di arrivare a questo auspicabile obiettivo - prosegue Pilan - già oggi è possibile dare rappresentanza agli immigrati residenti o aventi domicilio nel territorio comunale, attraverso l’istituzione della figura del consigliere aggiunto, la cui elezione, affidata agli stessi immigrati residenti, può rappresentare un’occasione di visibilità, di presa di parola, di iniziativa democratica da parte dei cittadini non comunitari, che attraverso la presenza nelle istituzioni rappresentative possono far conoscere i problemi, le esigenze, la cultura, di una vasta fetta di popolazione ora non rappresentata, e condizionare dall’interno le scelte dell’Amministrazione.
«L’iniziativa - è la conclusione - mira a individuare la figura del consigliere aggiunto come espressione di garanzia del carattere multietnico e delle diversità culturali presenti nella nostra comunità».
«Occupazione abusiva»
Trento. A processo per aver occupato un vecchio stabile abbandonato e per danneggiamento. Fra i 28 giovani imputati davanti al tribunale di Trento per aver creato un centro sociale della struttura “ex Zuffo” ci sono anche tre vicentini. Si tratta di G. P., 23 anni, di Vicenza, di D. C., 27, di Marostica, e di M. R., 28, di Schio. Le udienze sono iniziate qualche giorno fa con le testimonianze dei poliziotti della questura che sgomberarono lo stabile un paio di settimane dopo.
Il gruppo di giovani, nel giugno del 2002, entrarono nella struttura ridotta ad un immondezzaio. Furono tagliati i lucchetti e quindi i militanti ripulirono tutti i locali, prima di dar vita ad un centro concerti, dibattiti e incontri, che durarono fino a quando la polizia non sgomberò la struttura e segnalò in procura chi aveva partecipato alla “primavera della Zuffo”. In aula sono sfilati anche alcuni dei giovani, che hanno riferito di aver sistemato un luogo in condizioni indecenti e che hanno accusato il sindaco di aver ostacolato la loro iniziativa proprio mentre erano in corso delle trattative con la proprietà. Il processo riprenderà il 15 dicembre prossimo con l’ascolto di altri testimoni, fra cui altri giovani che hanno preso parte al blitz.
In piazza contro l’antenna
Mercoledì il verdetto sull’aumento di potenza
(l. z.) Pioggia e vento non hanno fermato i manifestanti che ieri hanno protestato contro l’antenna Tim di via Ponovo, per la quale il gestore ha recentemente chiesto un aumento di potenza. Guidato dal sindaco Giuseppe Boschetto, un gruppo di un centinaio di persone ha percorso le via del centro partendo dalla sede della scuola elementare, transitando davanti al duomo e tornando in viale della Vittoria dopo aver sfilato di fianco al traliccio contestato.
La parte ufficiale della manifestazione si è svolta nella palestra scolastica, dove gli alunni hanno esposto cartelli e striscioni con scritte contrarie alla presenza del ripetitore. La direttrice scolastica Gigliola Marcolungo, il presidente del consiglio di circolo Eliano Zigiotto, il sindaco Boschetto e l’assessore all’ecologia Roberto Nisticò hanno spiegato i motivi della protesta, sostenendo come non sia tollerabile la presenza di un potente ripetitore di onde elettromagnetiche a pochi passi dalle case e dalla scuola.
Ora l’attenzione di tutti è per il verdetto, atteso per mercoledì, con il quale l’autorità giudiziaria dovrà pronunciarsi in merito al contenzioso in essere tra Comune e gestore sull’aumento di potenza del ripetitore.