Vertice anti-punkabestia
Prefetto, vicesindaco e forze dell’ordine oggi discutono del fenomeno
di Silvia Maria Dubois
Un vertice per risolvere il problema dei punkabestia. È quello convocato dal prefetto Angelo Tranfaglia per le 11 di questa mattina e a cui parteciperanno il vice sindaco e le rappresentanze delle forze dell’ordine locali. L’incontro è stato sollecitato proprio dal vice sindaco Valerio Sorrentino che venerdì scorso ha preso in mano carta e penna per scrivere al prefetto. Un gesto suggerito anche dagli ultimi casi di cronaca scoppiati sulla questione: dopo il pestaggio di padre e figlio, la sporcizia lasciata nelle più belle piazze cittadine e l’uccisione (a Jesolo) di un cucciolo usato come pallone, infatti, i punkabestia si vedono sgretolare l’icona di innocui ribelli vagabondi a stretto contatto con la natura.
«La lettera che un mese fa avevo scritto al questore non ha avuto gran seguito - racconta Sorrentino - , ora ho chiesto ufficialmente al prefetto di convocare una riunione urgente a cui partecipino tutte le forze dell’ordine: siamo fiduciosi che possa aiutarci, il fenomeno dei punkabestia va definitivamente represso nel modo più duro ed efficace possibile».
«Non abbiamo mai sottovalutato la questione - fa sapere, nel frattempo, il prefetto - : è chiaro che siamo di fronte ad un problema importante e la disponibilità mia e delle forze dell’ordine, su questo fronte, è totale».
La soluzione auspicata da Sorrentino, con un intervento congiunto di polizia e carabinieri che affianchino la polizia urbana, è presto detta: «Bisogna continuare a fermarli e a contravvenzionarli, rendere loro la vita impossibile, finché non se ne andranno definitivamente da Vicenza».
«Per noi è deprimente, con i punkabestia perdiamo tempo e denaro senza vedere nessuna soluzione - aggiunge il comandante della polizia municipale Roberto Dall’Aglio - e per il nostro lavoro questo non è certo gratificante». Il comandante dei vigili urbani sollecita non solo l’intervento delle altre forze dell’ordine, ma anche dei servizi sociali e delle associazioni cittadine. «Noi abbiamo le mani legate perché, nonostante tutte le segnalazioni dei cittadini, facciamo quello che la normativa ci mette a disposizione - spiega Dall’Aglio - gli strumenti sono quello che sono: l’illecito amministrativo e il verbale. Se pagano, bene, altrimenti si avvia la prassi tipica. Non solo: visto che nessuno di loro ha i documenti, possiamo trattenerli in caserma per la fotosegnalazione solo qualche ora, altrimenti il nostro può essere visto come abuso di potere o atto persecutorio. Non è più come qualche anno fa che c’era la cella di sicurezza per fermare i non identificati senza fissa dimora».
Un’esercitazione di pazienza quotidiana, dunque, per le divise urbane che sta lentamente logorandosi in punte di sconforto e stanchezza. Ma chi sono questi giovani che vivono di espedienti sfidando la società civile e le sue regole? Da contrà Soccorso Soccorsetto è facile avere un identikit dei punkabestia stanziati nel territorio vicentino: «Dai controlli, ci risulta che abbiano tutti accumulato almeno una ventina di contravvenzioni e nessuna di queste è stata pagata - racconta il comandante - molti di loro sono figli di papà, come è già stato detto, e il loro atteggiamento è spregiudicato: a volte abbiamo l’impressione che vadano alla ricerca di guai e quando ci vedono non perdono tempo a riempirci di offese e di epiteti coloriti. Ci sembra, poi, che quelli di Vicenza siano un po’ l’imitazione del modello di punkabestia delle grandi città che credono di saper ben emulare, magari scimmiottandone l’atteggiamento ribelle e prendendosi un bastardino al seguito».
E qui si arriva alla preoccupazione più seria che già è emersa più volte in altri uffici delle forze dell’ordine cittadine. «Quello che ci spaventa è che questi gruppi di ribelli esercitano molto fascino sui giovani - conclude il comandante dei vigili urbani - : la paura, dunque, è che attorno al loro gruppo gravitino altri ragazzi deboli che con quel mondo non c’entrano nulla, ma finiscono per imitarne lo stile di vita». E i reati.
Dopo la polemica, Piazza ora tende la mano
«Alienare la palazzina Liberty di via Bixio»
La proposta: «In questo modo si potrebbero incassare soldi per risolvere emergenze»
(g. m. m.) Perché non vendere la palazzina di via Bixio e ricavarci un gruzzoletto? In tempi di vacche magre per le casse comunali e di emergenze abitative, l’assessore agli interventi sociali, il leghista Davide Piazza, lancia la proposta di alienare la palazzina in stile Liberty che sorge accanto alla scuola materna di via Bixio, in circoscrizione 6, per recuperare almeno 400 mila euro che potrebbero tornare utili per opere o investimenti di vario genere.
Nelle intenzioni dell’assessore, l’idea dovrebbe avere l’effetto di una secchiata d’acqua gelida sul fuoco che ha incendiato l’ultima riunione di giunta venerdì scorso, quando l’assessore aennista all’istruzione e ai giovani, Arrigo Abalti, aveva scodellato sul tavolo dell’esecutivo comunale un progetto con cui concorrere all’assegnazione di contributi regionali per trasformare la palazzina in un piccolo ostello da sfruttare nell'ambito degli scambi culturali con altri paesi europei.
In breve era esplosa una bagarre verbale fra Abalti e Piazza, che ora torna sull’argomento cercando di raffreddare gli animi.
«Quell’edificio - spiega - in passato era stato utilizzato dal mio assessorato per scopi educativi. Successivamente era emersa l’esigenza di ricavarci un asilo nido e a questo scopo l’aveva assegnato una decisione di Giunta. Poi, vengo ad apprendere che i piani sono cambiati. Ebbene, allora se non serve più il nido, anch’io ho delle emergenze cui far fronte. Per questo mi sono opposto a quell’ipotesi, che per quanto mi riguarda non s’ha da fare».
Infine, Piazza ricorda che il contributo regionale coprirebbe solo una parte dell’investimento e quindi il Comune dovrebbe sborsare un bel po’ di quattrini, in una fase delicata per i conti civici.
«Perché, allora, non fare cassa pensare e finanziare altri progetti, magari per dare risposte alla tensione abitativa, alienando la palazzina?». Data l’atmosfera che si respirava venerdì in Giunta, la proposta è lecita, ma è tutta da verificare l’accoglienza che incontrerà fra i colleghi.