25 SETTEMBRE 2005

dal Giornale di Vicenza

«I Disobbedienti al voto? Hanno firmato il progetto e il problema è tutto loro»
Carcere, un osservato speciale «Migliora, ma è sovraffollato»
Nel corteo di Officina 26 settembre lancio di petardi e una ragazza ferita
VALDAGNO.Blitz nella strada degli aperitivi

«I Disobbedienti al voto? Hanno firmato il progetto e il problema è tutto loro»

E con i Disobbedienti come la mette, l’Unione che si è ritrovata vittima di una "incursione" degli antagonisti direttamente sulla scheda-voto della sua "Primaria 2005"? «Nessun problema - risponde Mauro Fabris che a Roma sta nella cabina di regìa della coalizione -. Hanno firmato il nostro progetto, vorrà dire che sono d’accordo, no? Altrimenti sarà un problema loro...». I Disobbedienti - cioè il piccolo arcipelago dei movimenti di estrema sinistra anticapitalisti, noglobalisti, iperlaicisti e extrapartitici - avranno la loro Simona Panzino come candidata in gara con Prodi e Bertinotti, Di Pietro e Mastella, Pecoraro Scanio e il debuttante Ivan Scalfarotto sostenuto da ex-girotondini e senza-partito. Una Simona ignota sui prosceni della politica, ufficialmente solo "prestanome" del Candidato Senza Volto, la figura allegorica col passamontagna arcobaleno che gli antagonisti hanno inventato come simbolo dei precari e dei migranti, dei disoccupati e dei senza casa, dei superpacifisti e dei contestatori modello G8. A metà settimana i Disobbedienti sono stati a Vicenza, con la versione viaggiante del Candidato Senza Volto. Scomodi, e quanto, per il centrosinistra preoccupato di sfondare elettoralmente tra i moderati delusi da Berlusconi & C.? «Il problema non è nostro, ripeto, semmai è un problema loro aver sottoscritto un progetto di governo del paese che parla di rifiuto della violenza, alleanze in politica estera, scelte economiche e sociali precise» dice ancora Fabris. «Se ci saranno dissensi non lo so: a Roma hanno presentato una documentazione ineccepibile, e tutte le firme in regola, sotto la dichiarazione di accettazione del confronto e delle regole che ci siamo dati. Diciamo - conclude il senatore - che potrebbe essere un buon modo, questo delle primarie, un modo pedagogico, per imparare e accettare le regole della democrazia».


San Pio X. L’on. Trupia ha incontrato la direttrice e gli operatori
Carcere, un osservato speciale «Migliora, ma è sovraffollato»

(c.r.) Il carcere di S. Pio X per l’on. Lalla Trupia è un “osservato speciale”, i problemi all’interno non mancano e in più occasioni la struttura di via Della Scola è salita agli onori delle cronache cittadine, e non solo dopo le denunce di sindacati e parlamentari. «Ci sono tornata l’altro ieri - sostiene l’on diessina- e devo ammettere che qualcosa è cambiato -: il controllo medico è costante e decisamente in grado di prevenire e di curare le emergenze, così come è positivo l’aumento di attività lavorative e di formazione a favore dei detenuti anche all’esterno dell’istituto di pena: le serre ed altri laboratori di lavoro per esempio». Con l’on Trupia c’era la direttrice , la dott. Iannucci - che ha l’incarico a Udine, anche se trascorre qualche giorno a Vicenza - e il comandante delle guardie Campanella. «Ma nonostante questi cambiamenti positivi - ribadisce la parlamentare - non è stato risolto il problema più grave che riguarda la casa circondariale di Vicenza come quelle del resto d’Italia: il sovraffollamento. All’interno c’erano 247 detenuti e la struttura è stata costruita ancora negli Anni Ottanta per 120 carcerati. Questo crea non poche situazioni di disagio all’interno delle celle, le quali dovrebbero garantire maggiore vivibilità e una dignitosa permanenza. Inoltre, in caso di piogge o esondazioni, le aree inferiori sono sempre soggette ad allagamento. Infine, nonostante le ripetute richieste, fuori dal carcere deve ancora essere costruito un tratto asfaltato di circa 30 metri, che dalla fermata dall’autobus costeggia la struttura, un tratto sterrato che quando piove diventa un lago con i problemi che ne conseguono per i famigliari che vengono in visita». Anche l’organico ha avuto un incremento. «Ma di fatto i rinforzi sono già stati assorbiti, anche perché le attività all’interno sono aumentare per cui i controlli vanno di pari passo, e quindi servirebbe un maggior numero di dipendenti». All’interno di S. Pio X ci sono essenzialmente giovani: il 40 per cento è rappresentato da extracomunitari e i reati più diffusi - tra le cause della loro detenzione - sono legati al mondo della droga


Nel corteo di Officina 26 settembre lancio di petardi e una ragazza ferita

Anche il gruppo Officina XXVI settembre ha voluto commemorare, nel pomeriggio di ieri, le vittime dell’Eccidio del Grappa. L’omaggio ai caduti è iniziato proprio da viale dei Martiri, di fronte alla lapide che ricorda gli impiccati di quel tragico settembre del ’44. Circa un centinaio di persone, in corteo e sotto lo sguardo delle forze dell’ordine, ha quindi risalito il viale, sfilando lungo via Vittorelli fino a raggiungere le piazze, dove il gruppo ha sostato per alcuni minuti ricordando la lotta partigiana e scandendo slogan contro l’attuale amministrazione comunale. La manifestazione è stata contestata da alcuni giovani con un lancio di petardi e bottiglie. Una scheggia di vetro ha ferito una ragazza ad un occhio. Ricompostosi anche con l’intervento delle forze dell’ordine, il corteo ha imboccato via Matteotti fino ad arrivare in prato Santa Caterina dove la commemorazione è proseguita fino a sera con un concerto. Nel corso dell’iniziativa, il comitato per il ritiro delle truppe dall’Iraq ha diffuso un comunicato di sostegno «alla Resistenza del popolo iracheno».

L’eccidio del Grappa commemorato dal sindaco Bizzotto e da Chiara Saonara dell’Istituto veneto per la Resistenza
«Con il loro sacrificio hanno edificato l’Italia»
Il presidente Ciampi ricorda i martiri del 26 settembre 1944

di Serena Vivian

«... con il proprio sacrificio estremo essi contribuirono all'edificazione dell'Italia, nei frangenti drammatici della liberazione nazionale. Il loro esempio costituisce patrimonio spirituale da tramandare alle future generazioni». Con queste parole, il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha voluto ricordare e rendere omaggio ai martiri caduti a Bassano per i loro ideali di libertà e democrazia. Poche, ma significanti righe, inviate alla città in occasione del 61° anniversario dell'Eccidio del Grappa e lette ieri mattina dal sindaco Gianpaolo Bizzotto. La cerimonia commemorativa ha preso avvio alle 9.15 quando il corteo composto da autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e partigiane, cittadini e numerosi studenti accompagnati dai loro insegnanti, sono partiti da via Matteotti per giungere in piazza Garibaldi e deporre la prima corona d'alloro d'innanzi al monumento ai Caduti. Il corteo ha quindi sfilato lungo viale dei Martiri, dove un'altra corona è stata sistemata ai piedi della lapide posta su porta delle Grazie. Su di essa i nomi dei giovani barbaramente fucilati ed impiccati nel settembre di 61 anni fa, colpevoli di essersi ribellati alla dittatura e alla ferocia nazifascista. Ieri mattina, alle 10, mons. Renato Tomasi ha celebrato la messa in onore dei giovani martiri della libertà, invitando poi i presenti a recarsi a teatro Astra per il discorso commemorativo. «Quello di oggi è per noi un appuntamento irrinunciabile - ha commentato il primo cittadino Gianpaolo Bizzotto - Bassano, città decorata con la medaglia d'oro al Valore militare, ricorda i suoi martiri: i 31 impiccati lungo viale dei Martiri, lungo Viale Venezia e sulla Valsugana e i 17 fucilati contro il muro di cinta dell'allora caserma degli Alpini. In quei tragici anni, la libertà della Patria era l'obbiettivo che stringeva tutti sotto il tricolore - ha continuato Bizzotto - e la Resistenza è stato il modo in cui un popolo ha conservato l'onore e il rispetto di se stesso. L'impegno odierno e per il futuro, soprattutto nei confronti dei giovani, è di conservare e celebrare, nella pienezza del loro significato, appuntamenti come quello di oggi per onorare degnamente coloro che giunsero sino al sacrificio della vita per riacquistare quei valori sui quali ha posto le fondamenta il nostro stato democratico». Alle parole del sindaco, è seguito il discorso commemorativo tenuto quest'anno dalla storica padovana Chiara Saonara, dell'Istituto veneto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea. Un racconto semplice e chiaro il suo, comprensibile anche ai bambini presenti in sala, ma che nella sua cruda veridicità ha fatto rivivere i tragici avvenimenti di quella lontana e feroce settimana di settembre. Parole tranquille, una voce che pareva quasi rotta dalla commozione mentre ripercorreva le rappresaglie sul Massiccio del Grappa, gli incendi, le brutalità, le esecuzioni. «Quella di Bassano è stata una delle repressioni più violente di tutta l'Italia settentrionale - ha ricordato Saonara -. L'impiccagione dei 31 giovani è stata una vera e propria dimostrazione di forza, un'esecuzione simbolica per terrorizzare la popolazione civile e ricordare da che parte fosse il potere. Nulla fu lasciato al caso in quel tragico 26 settembre: la scelta di un viale pubblico ben in vista e affacciato sulla Valsugana, le negazione dell'assistenza religiosa ai partigiani, i corpi lasciati appesi senza vita per un giorno intero, la sepoltura a faccia in giù in una fossa comune, dove nemmeno le lacrime dei familiari potessero recar loro conforto». Una repressione senza pietà, che non ha comunque piegato la Resistenza e sulla quale si è poi ricostituita una nuova brigata dedicata ai martiri.


L’altra sera in via Garibaldi una trentina di carabinieri ha eseguito controlli su bar e clientela
Blitz nella strada degli aperitivi
Multati 160 giovani, a 5 anche la denuncia per ubriachezza

di Giancarlo Brunori

Fingendosi clienti hanno osservato tutto ciò che accadeva. Hanno annotato comportamento dei baristi e dei clienti, con particolare attenzione a come venivano serviti cibo e bevande. Poi, dopo aver chiamato rinforzi, si sono qualificati. Ed è stato in quel momento, che il centro si è illuminato con le luci blu dei lampeggianti delle gazzelle del norm e delle pattuglie della stazione, appostate poco distante e pronte ad intervenire al segnale convenuto. Blitz notturno, in via Garibaldi: l’altra sera, dalle 22, sono entrati in azione i carabinieri coordinati dal capitano Andrea Massari comandante della compagnia di Valdagno. Alla fine, nella discussa “strada degli aperitivi”, sono stati 160 i giovani multati e cinque quelli che saranno denunciati perché trovati in stato di ebbrezza, con un’ulteriore denuncia per il gestore di uno dei due bar controllati. A questo si aggiunge una pesante sanzione per una persona intenta a servire i clienti nonostante non fosse in regola. Aiutati dagli agenti della polizia municipale, i militari dell’Arma del luogotenente Cassanego e dei marescialli Lafirenza, Testa e Savarese hanno bloccato in pochi secondi le vie di accesso al centro storico. Venti carabinieri hanno iniziato i controlli in strada, mentre altri dieci - alcuni in borghese - si sono dedicati alle verifiche all’interno del “Quick” e del “Roma”, in cui non sarebbero state riscontrate irregolarità dal punto di vista igienico-sanitario. Per quest’ultimo esercizio, in particolare, i controlli sono proseguiti anche sull’attività di ristorazione e di albergo. L’operazione arriva dopo le ultime esternazioni del sindaco, Alberto Neri: lamentandosi degli schiamazzi in strada e dei comportamenti «poco civili» di alcuni avventori, in una recente assemblea pubblica aveva annunciato pubblicamente un inasprimento dei controlli confermando che «ognuno deve rispettare le ragioni degli altri» e che per questo avrebbe preso «provvedimenti a tutela dei residenti». Oltre 200 le persone controllate con multe nella gran parte dei casi, per un totale di oltre 3.300 euro. Motivo, l’occupazione di sede stradale adibita alla circolazione di veicoli: l’intervento è stato contro l’abituale comportamento di molti clienti che nel fine settimana sostano fuori dai locali per le consumazioni, intasando la strada e facendo nascere tensioni con i residenti. Cinque clienti sono stati denunciati per ubriachezza molesta, mentre all’interno dei due locali i militari del nucleo anti sofisticazioni di Padova, coordinati dal luogotenente Umberto Santone, si erano già messi all’opera. Al “Quick” è stato contestato l’impiego di personale non dipendente, che avrebbe già determinato una pesante multa: si parla di 2.000 euro da confermare, visto che è ancora in corso la quantificazione dell’esatto ammontare della multa; contestate anche irregolarità sul manuale di autocontrollo. Al “Roma”, oltre a verifiche sullo stesso tipo di documentazione e sul rapporto di lavoro con il personale in servizio, controllate le attività d’albergo e del ristorante con accertamento su percorso antincendio e numero di stelle attribuite alla qualità dell’attività ricettiva, in cucina e nella zona bar