Artigiani e commercianti: «Siamo pronti a proteste eclatanti»
di G. Marco Mancassola
Il barometro di palazzo Trissino segna decisamente burrasca. Ci sono infatti già tutti i segni della tempesta di proteste e polemiche contro il blocco totale del traffico per una settimana, dal 2 all’8 febbraio, per tutti i veicoli dalle 9 alle 18. I centralini di Comune e polizia municipale sono presi d’assalto da cittadini e imprese che chiedono spiegazioni, vogliono conoscere i meccanismi delle eccezioni, i cavilli dell’autocertificazione, i limiti della zona rossa.
Calcolando a spanne, il perimetro dell’area proibita copre oltre un quarto del territorio comunale. Questo significa che nella rete della settimana senza auto finiranno oltre 30 mila residenti (soltanto la circoscrizione 1 ne conta 15 mila) e oltre 2 mila imprese commerciali e artigiane. Secondi i dati dell’Aci, riferiti al 2003, i vicentini in età da patente sono 95 mila; le auto in circolazione sono 68 mila, i motocicli 8 mila, gli autocarri 5.700. In altre parole ci sono 6 auto ogni 10 abitanti, più di 7 ogni 10 abitanti con più di 17 anni.
La giornata di ieri è stata spesa fra una riunione e l’altra. In prospettiva ci dovrebbe essere l’intesa con l’Arpav per ripristinare la centralina di rilevamento delle polveri in via Spalato: questo significherebbe che due centraline (viale Milano e quartiere Italia) registreranno il pm10 dentro la zona rossa, mentre la terza registrerà le concentrazioni all’esterno. Se i dati delle prime due dovessero risultare diversi da quellid ella terza, potrebbe essere la reale prova del nove che va cercando l’Amministrazione.
A livello istituzionale si stanno muovendo soprattutto le associazioni di categoria, in testa a tutti i rappresentanti di artigiani e commercianti, per chiedere garanzie ai propri associati che temono di essere stritolati dalle conseguenze negative per gli affari che si scateneranno con il blocco.
«È una scelta assurda, calata dall'alto, senza pensare alle conseguenze». Non nascondono la loro indignazione Luciano Pozzan, presidente della sezione 1 dell'Ascom e Fiorella Bertoldo, presidente degli artigiani della città, che si sono incontrati ieri per decidere le iniziative da assumere. In questi giorni - si legge in una nota ufficiale - è esplosa infatti la rabbia degli operatori commerciali e artigianali con attività nelle aree interessate.
C'è chi vende ricambi per l'idraulica e dice che tanto vale chiudere e lasciare a casa i dipendenti. C'è chi gestisce una pasticceria e chiede chi coprirà i mancati introiti di una settimana che coincide, tra l'altro, con il periodo di carnevale. C'è chi ha un distributore di carburanti, un'officina o un autolavaggio e domanda a cosa servirà presidiare l'impianto se mancheranno le auto.
Le associazioni dei commercianti e degli artigiani, che nell'area interessata al blocco del traffico rappresentano insieme oltre 2 mila imprese, hanno già fatto pervenire venerdì scorso al sindaco Hüllweck una nota con la quale hanno rilevato le proprie perplessità e avanzato le prime richieste.
Al termine dell’incontro si è deciso di chiedere urgentemente un faccia a faccia per domani con il triumvirato composto dal sindaco Hüllweck e dagli assessori all’ecologia Valerio Sorrentino e alla mobilità Claudio Cicero. In ogni caso domani si farà una nuova riunione congiunta per decidere tutte le iniziative del caso, compresa anche la possibilità di manifestazioni di protesta che si preannunciano eclatanti.
In mattinata, nella sede dell’assessorato allo sviluppo economico, l’assessore Ernesto Gallo ha incontrato i rappresentanti di artigiani, Confesercenti, ambulanti e Portici di corso Fogazzaro. «Dobbiamo affrontare una vera e propria emergenza - rileva Gallo -. Ho parlato a lungo con il sindaco, ma i margini di manovra sono ridotti al lumicino. In ogni caso, ho chiesto alle categorie economiche di compilare una lista di proposte e richieste sulle quali faremo le valutazioni del caso. In settimana andrà valutata attentamente la prospettiva di predisporre un notevole aumento delle corse dei bus navetta che fanno la spola dai parcheggi scambiatori: la richiesta sarebbe addirittura di renderle gratuite».
Contro l’ipotesi di un mercato a tempo pieno, esteso anche al pomeriggio, si schiera Maurizio Baggio, segretario provinciale dell’Anva-Confesercenti: «Di fronte a una città che si annuncia deserta, non ha senso prolungare l’orario solo per scaldare la piazza: per quali clienti? Per questo si chiede di poter contare sulla possibilità di uscire dalla piazza in un determinato orario, secondo un preciso percorso concordato. Se questo non sarà possibile, daremo vita a un’azione forte». Piuttosto del "sequestro" senza business, meglio la multa da 70 euro.
Il ministro: «Gli stop non servono»
L’assessore replica: «Ma una settimana intera non è mai stata provata»
(g. m. m.) Il blocco dei blocchi è diventato ormai un caso nazionale. Ne parlano le agenzie di stampa, i quotidiani, ne parla la televisione, i telegiornali ci attribuiscono addirittura targhe alterne inesistenti. Il motore del Nordest che ferma le auto nell’area della city e del centro storico fa notizia a tutti i livelli. E proprio perché l’ordinanza voluta dal sindaco Enrico Hüllweck è rimbalzata sul proscenio nazionale, ieri, a margine dell’assemblea degli industriali di Livorno, i cronisti hanno interrogato il ministro dell’ambiente Altero Matteoli, che però ha detto a chiare lettere: «Ormai tutti sono convinti che le chiusure delle città al traffico non risolvano il problema dello smog, ma per i sindaci è un obbligo di legge». A chi gli chiedeva un commento sulla decisione presa dall’Amministrazione di Vicenza che la prossima settimana bloccherà il traffico privato per sette giorni, ha ribadito che non è «con i blocchi del traffico che si risolve il problema». «Servono - ha aggiunto - interventi strutturali che si possono realizzare lavorando insieme: Governo, Regioni e comuni».
Nei giorni scorsi, tra le possibili iniziative, Matteoli aveva prospettato «la rottamazione delle auto vecchie, che sono altamente inquinanti». Per questo, ha spiegato, occorre prevedere degli incentivi alle famiglie che ne possiedono una. Poi si devono sostituire «molti bus, che inquinano più di centinaia di auto». «Le tecnologie - ha concluso - ci sono. Bisogna lavorare per arrivare all’uso di gas naturale, metano e gpl, e trovare le risorse necessarie».
A stretto giro di posta arriva comunque la replica del vicesindaco Valerio Sorrentino, esponente di Alleanza nazionale come Matteoli e anch’egli delegato all’ecologia: «Sul fatto che i blocchi di una settimana non servono a molto siamo tutti d’accordo. La sfida sta proprio in questo: una settimana intera non è mai stata tentata da nessuno. Se dovesse funzionare, ci interrogheremo sul da farsi. Se invece non funzionerà, chiuderemo per sempre la bocca a chi critica e denuncia l’Amministrazione per le azioni anti-smog».
Tornando alla prospettiva nazionale, sul Corriere della sera di ieri si registra anche l’intervento di Ivo Allegrini, direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr, che dice: «Caro sindaco, gli esperimenti li lasci fare al mondo scientifico. I risultati di un blocco di una settimana non sono scientificamente validi. Ci sono le variazioni meteo, i comuni vicini che non bloccano».
A favore, invece, si schiera il presidente dell’Aci, Franco Lucchesi, come riferisce ancora il Corriere : «Se questa misura drastica aiuta a capire la reale correlazione fra il traffico privato e l’inquinamento e la validità dell’offerta dei mezzi pubblici è un passo in avanti».