24 GENNAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

E c’è chi spera in una città... “bicisostenibile”
Teatro, su il sipario: entra l’opposizione provinciale

E c’è chi spera in una città... “bicisostenibile”
«Gli stop alle auto per una settimana non estirpano il problema»: parola di ecopacifista

Antonella Ciscato

Né bottega né negozio ma ciclocomio, ovvero un laboratorio dove si effettuano riparazioni di vecchie due ruote. Ecco cos’è la Cicloofficina Ovest situata presso il centro sociale Tecchio, viale San Lazzaro, 112. La struttura è gestita da un gruppo di giovani volontari accomunati dall’amore per la bicicletta, che hanno deciso di gestire il noleggio e la vendita di mezzi usati, ma soprattutto la rianimazione di “ciclocadaveri”, come scherzosamente hanno definito alcuni ruderi che li arrivano. Aperto a tutti nei giorni di mercoledì e domenica, dalle 19 alle 23, il centro lavora in collaborazione con la Cooperativa Sociale Insieme, che fornisce le bici che altrimenti andrebbero al ferrovecchi e la Circoscrizione 6. «Sono tutte bici che alla gente non servono più e di cui si vogliono disfare, recuperate da traslochi e vecchi scantinati da liberare» tengono a precisare i ragazzi, visto che più di qualcuno ironizza sul fatto che con soli 15-20 euro si possono trovare biciclette usate perfettamente funzionanti. I proventi vengono investiti per metà nell’acquisto di pezzi di ricambio (freni, pedali, camere d’aria, fanali…) e per metà servono a finanziare le attività del centro Tecchio. Non si tratta soltanto di riparazioni, visto che i ragazzi si occupano anche di fornire i primi rudimenti per ripararsi la bici da soli, e organizzano sessioni cicloartistiche che includono mostre e rassegne fotografiche, concerti e serate culturali a tema. Come quella di ieri sera dove un giovane scrittore ecopacifista, Zenone Sovilla, ha presentato il suo libro: “Bicicrazia”, piccolo saggio che partendo dall’emergenza dello smog arriva a sperare in un mondo bicisostenibile.
Umile, parsimoniosa, discreta, salutare, questo libro oltre ad un’ode alla bicicletta indaga sul sistema politico, economico e sociale, e sulle relative decisioni, che hanno portato all’inquinamento in cui versiamo. Bicicrazia titolo giocoso ma non troppo, spiega l’autore, che illustra come sarebbe farsi governare dalla bici e più in generale riscoprire nella vita quotidiana le potenzialità del suo uso oltre ai benefici socio-sanitari che ne deriverebbero. «Nell’impazzimento del passaggio di deleghe e responsabilità tra politici, tecnocrati, amministratori e palazzinari vari, c’è la crisi della mobilità». Non ha dubbi Sovilla nell’affermare che «uno dei risultati del pensiero unico neoliberista applicato alla società è l’esplosione del traffico motorizzato. Le conseguenze dannose di questo fenomeno si articolano su diversi livelli: soffocamento dei centri abitati, malattie, smog e inquinamento». E incalza: «Provvedimenti come quello dello stop alle auto per una settimana sono di discutibile utilità. Nascono dalla necessità di tamponare una situazione di emergenza, ma non estirpano il problema alla radice». «Decreti che penalizzano chi con l’auto lavora o che costringono a cambiare la vecchia macchina non catalitica categorie di persone che forse l’auto nuova non se la possono permettere non fanno altro che dimostrare lo sconcertante comportamento delle amministrazioni». Per non parlare, aggiunge Sovilla di iniziative che nate per migliorare la situazione del traffico, paradossalmente la potenziano, per esempio «se c’è una strada a due corsie che crea rallentamenti meglio allargarla a tre carreggiate o creare un tunnel sotterraneo». Che fare allora? Come difendersi da polveri sottili in costante ascesa che uccidono il nostro respiro e rovinano l’ambiente? Come tutelare contemporaneamente salute dei cittadini e sanità del territorio che ci circonda? «Si cominci con incentivare l’utilizzo della bici creando nuove piste ciclabili, rendendo più efficienti e meno cari i trasporti pubblici (con metropolitane che hanno, come a Copenaghen, rastrelliere mobili in ogni vagone), investendo in tecnologia e ricerca per benzine ecologiche». E cominciando a vedere la bici non più come “un giocattolo per il tempo libero” ma come un valido aiuto nella lotta all’inquinamento. Anche per Vicenza che vuole spazi verdi e chiede aria pulita.


Annunciata dura battaglia da sinistra mentre oggi si ritroveranno le commissioni di palazzo Nievo e palazzo Trissino per la gestione dell’opera in costruzione
Teatro, su il sipario: entra l’opposizione provinciale
« Stravagante parlare di piano culturale quando in cantiere succedono fatti gravissimi»

di Silvia Maria Dubois

«Se l'atteggiamento del Comune è vergognoso, quello della Provincia è ben peggiore». Sulla travagliata vicenda del teatro, ora si fa sentire l'opposizione di palazzo Nievo, annunciando una battaglia dura che già gode di un fitto programma: organizzare un'imminente conferenza stampa con i colleghi del centro-sinistra di palazzo Trissino, una serie di visite al cantiere di viale Mazzini e urgenti riunioni con il sindacato dei lavoratori. Il tutto mentre oggi pomeriggio la terza commissione consiliare provinciale e la commissione cultura del Comune si riuniranno per discutere del piano culturale e gestionale del nuovo teatro civico di Vicenza. «Mi sembra che sia abbastanza stravagante parlare di un piano culturale e gestionale quando il teatro è ancora in costruzione con enormi problemi di realizzazione - spiega il consigliere Giorgio Langella (Comunisti Italiani) - e mi sembra quasi offensivo discutere di queste cose quando ne succedono altre ben più gravi, come quelle di questi giorni, per chi presta manodopera. L'attacco ai più elementari diritti dei lavoratori del cantiere del teatro con il licenziamento di chi ha scioperato perché protestava per non essere stato pagato e per le condizioni di lavoro precarie è un fatto gravissimo». «Come al solito la Provincia ricopre il ruolo della grande assente - gli fa eco la consigliera dei Ds Daniela Sbrollini, che già in giornata passerà al cantiere - davanti alle vere emergenze si preferisce sempre parlare d'altro, magari concentrandosi su argomenti come la Fiera. La Provincia, invece di starsene in disparte, dovrebbe sollecitare il Comune ad agire per il meglio, invece manca, come sempre, la sua voce autorevole. Basti pensare che noi del centro-sinistra chiediamo da mesi una tavola rotonda per parlare di questa e di altre preoccupanti situazioni lavorative. Nel 2004 si sono persi ben 3mila e 500 posti di lavoro, ma evidentemente questo non è un argomento che merita di essere trattato dal nostro consiglio provinciale». «Tutti, e in primo luogo le istituzioni, dovrebbero dire qualcosa sulla vicenda, agire per far applicare le regole, le leggi e la Costituzione - aggiunge Langella - io e i comunisti italiani diamo la piena solidarietà ai lavoratori e alla loro lotta e faremo tutto il possibile perché i diritti di chi lavora non siano calpestati da imprenditori scorretti e amministratori "poco attenti". Penso che alla riunione di oggi si debba parlare di questo. Anche il rispetto della Costituzione e dei diritti è cultura. Purtroppo per chi ci governa questi diritti vengono dopo il profitto e la speculazione. Per noi bisogna dare priorità assoluta al lavoro e ai diritti di tutti i lavoratori, cancellando i privilegi di qualcuno». «Chiedo alla Provincia di sollecitare il Comune a risolvere la situazione - conclude la Sbrollini - mi auguro, inoltre, che venga organizzato al più presto un consiglio provinciale monotematico dove si parli dell'emergenza di questi e di altri lavoratori nel Vicentino».