Allarme radioattività alla Beltrame
Sigillato il ferro contaminato. Prefettura avvisata in ritardo
di Diego Neri
Allarme radioattività alle acciaierie Beltrame di viale della Scienza. I controlli hanno evidenziato come in un vagone ferroviario arrivato dalla Germania fossero presenti sostanze pericolose, che sono state poi riconosciute in tracce di cobalto 60.
La scoperta risale a mercoledì pomeriggio, ma l’allarme è stato dato solo 24 ore dopo. Ieri i vigili del fuoco, con Ulss e Arpav, hanno messo in sicurezza la barra di ferro incriminata e in serata, durante una riunione in prefettura, la situazione è stata definita sotto controllo. «Nessun rischio né per dipendenti delle acciaierie né per la salute pubblica», ha spiegato il capo di gabinetto Minieri.
Il caso è scoppiato a distanza di un anno e mezzo dal grave allarme cesio radioattivo che risale al gennaio 2004, e che aveva causato una chiusura dell’azienda fra un mare di polemiche. Proprio da quell’esperienza, però, la Beltrame aveva maturato la convinzione che fossero necessari controlli approfonditi: «Da allora abbiamo quadruplicato le verifiche - spiega Adolfo Bottene, direttore del centro industriale -. La rete è stata potenziata, i controlli li facciamo in ogni punto del ciclo di produzione. Siamo in grado di trovare anche uno spillo».
La presenza del cobalto era stata scoperta nel tardo pomeriggio, nel momento in cui il vagone partito dalla Germania passava sotto al portale d’ingresso. Subito è stato messo in disparte, in un luogo isolato, quindi è stato allertato l’esperto qualificato che ha cercato cosa ci fosse di contaminato, trovando una sorta di piatto di ferro e un altro paio di barrette con tracce del materiale radioattivo. «I livelli di radioattività erano molto bassi», precisa Bottene. La verifica sarebbe stata ultimata verso le 9 di ieri mattina.
I primi fax destinati al comando dei vigili del fuoco, all’Arpav, all’Ulss e alla prefettura sono partiti verso le 14.53. Un ritardo che ricalca quello del gennaio 2004, per il quale la Beltrame è stata rimproverata. «Non si trattava di un allarme grave, di un pericolo per la cittadinanza», si è difeso Bottene.
Verso viale della Scienza è partita alle 16.01 la squadra radiometrica dei vigili del fuoco. Con loro, ad operare, anche Arpav, Ulss e l’esperto qualificato della Beltrame. I pezzi di ferro contaminati sono stati chiusi in un pozzetto di cemento e sigillati, in un luogo lontano dai capannoni.
In serata si sono riuniti in prefettura, con Minieri, l’ingegner Vassallo dei pompieri, con i medici Poli e Merzari del servizio prevenzione dell’Ulss, la dott. Belleri dell’Arpav, la dott. Milan della protezione civile e il direttore dello stabilimento di viale della Scienza, Fulvio Mario. «Il livello di pericolosità del cobalto trovato mercoledì è di gran lunga inferiore a quello indicato come pericoloso dalla legge», è stato precisato. «Per questo non vi sono rischi per la salute». Durante l’incontro tecnico si è ragionato sulla destinazione della sostanza radioattiva, che probabilmente sarà stoccata in un bunker dentro l’azienda, vicino ai fusti di cesio dello scorso anno.
Non è peraltro la prima volta che, dopo l’allarme del 2004, alla Beltrame - dove scaricano ogni giorno centinaia di camion con tonnellate di materiale ferroso proveniente da tutta Europa e destinato alla fusione - arriva materiale pericoloso. È già accaduto in due occasioni negli ultimi sei mesi: «In gennaio - ricorda Bottene - si trattava di una crosta di vernice su un tubo».
Ora la società avvierà le pratiche per il risarcimento, ai danni sia del trasportatore che del fornitore. «Il problema è che probabilmente non sono dotati di strumenti di controllo sofisticati come i nostri». Ciò non toglie, peraltro, che l’acciaieria debba incamerare i costi dello smaltimento. La prefettura, in merito, ha già avvisato le autorità tedesche affinché collaborino nell’individuare il sito da cui quel piatto di ferro con tracce di cobalto è partito.