La vera globalizzazione nasce sui banchi di scuola
Per gli insegnanti la prima difficoltà resta quella della lingua
di Jenny Bassa
A Piovene c’è la percentuale più alta di alunni stranieri di tutto l'Altovicentino, nelle scuole dell’obbligo. Nell'anno scolastico appena iniziato su 766 iscritti circa 140, cioè più del 18 per cento, non sono di origine italiana; e con un incremento netto annuale che va dalle 10 alle 20 unità, l'istituto comprensivo di Piovene è da questo punto di vista secondo solo alle scuole della valle del Chiampo.
«Fino a 8-10 anni fa erano per lo più marocchini, ora invece arrivano soprattutto dalla Serbia, dall'Albania e dal Bangladesh - spiega il preside Nazzareno Pozzan -. E quest'anno notiamo in particolare l'aumento dei bambini rumeni».
In pochi anni dunque all'ombra del Summano i maestri e le maestre si sono visti aumentare gli alunni extracomunitari anche di 4-5 volte per classe, cosa questa che li sottopone ad un impegno non da poco tanto più che nessuno insegna loro come e cosa fare per insegnare a gruppi così eterogenei. «Il problema più grande è quello linguistico - evidenzia il dirigente scolastico -, specie se i ragazzini arrivano che hanno già l'età per frequentare le medie. Paradossalmente in molti casi per farci comprendere ci vediamo costretti a ricorrere alla traduzione da parte di altri alunni connazionali dell'ultimo arrivato».
Insomma, si fa di necessità virtù, come l'ormai consuetudine di tradurre le circolari più importanti sia in inglese che in francese: «Le tradurremmo anche in croato e in albanese, se solo ne conoscessimo la lingua», aggiunge Pozzan a dimostrazione di quanta sensibilità e buona volontà metta tutto il corpo docente per favorire l'integrazione. E i risultati si vedono: «Finora - ammette soddisfatto il preside - non abbiamo mai avuto un solo problema, neanche di tipo religioso: noi non imponiamo alcunché. Anzi, accade addirittura che alcuni genitori autorizzino la presenza del figlio in qualità di uditore alle ore di religione».
Ma andrà sempre tutto bene?
«In effetti - avverte il vicepreside Giuseppe Panozzo - l'estrema scarsezza delle risorse a disposizione sia economiche che umane rischiano di trasformare in un problema ciò che invece è fonte di ricchezza».
L'esigenza più forte avvertita in questo senso dall'istituto comprensivo Fogazzaro è quella di poter contare su un'insegnante specifica per tutto l'arco dell'anno, nella speranza di poter così riuscire a fare non solo lezioni di italiano, ma - come prevedono i programmi - anche multiculturalità (laboratori di lingua e di attività varie).