21 LUGLIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Da settembre autobus più cari
Tre tunisini in aereo sulla città durante il maxi-vertice: fermati
«Via gli zingari da via Nicolosi o demoliremo la loro roulotte»

La Giunta modifica il costo dei biglietti sui mezzi Aim. Per il ticket semplice 5 centesimi in più
Da settembre autobus più cari
Il caro gasolio costringe il Comune a ritoccare le tariffe

di Gian Marco Mancassola

Il caro gasolio si abbatte sui bus. Al ritorno dalle vacanze, infatti, studenti, lavoratori e anziani troveranno la sorpresa del rincaro sui biglietti delle linee Aim. Il ticket base aumenterà di 5 centesimi, passando da 1 euro a 1,05. In compenso, si potrà viaggiare 20 minuti in più: la validità di un biglietto ordinario per la rete urbana, infatti, passa da 70 minuti a 90, il tempo di una partita di calcio. Il piano tariffario è stato approvato ieri dalla giunta comunale e scatterà dal 1 settembre: una ministangata che aggiorna le tariffe dopo due anni dall’ultimo aumento. «Abbiamo cercato di limitare al minimo gli aumenti - spiega l’assessore alla mobilità Claudio Cicero -, ma non potevamo fare altrimenti per riuscire a riequilibrare gli effetti del caro gasolio. Per farsi un’idea delle nuove necessità, è sufficiente confrontare il prezzo del gasolio di un anno fa, quando era inferiore a 1 euro al litro, con quello attuale, di molto superiore all’euro. Se consideriamo che un bus fa 3-4 chilometri con un litro, i conti sono presto fatti». Gli aumenti. I ritocchi riguardano praticamente tutti i tipi di tagliandi. Si parte dal biglietto semplice per la rete urbana, che passa da 1 a 1,05 euro; il biglietto per l’intera rete, invece, passa da 1,60 a 1,65 euro. Della prima categoria, si stima di venderne fra settembre 2005 e agosto 2006 circa 2,2 milioni, mentre del secondo tipo 335 mila. Resta invariato il costo del biglietto acquistato sul bus: 2 euro, anche perché aggiungere 5 centesimi avrebbe mandato in tilt la restituzione del resto. Cresce anche il centrobus: un biglietto singolo di andata e ritorno varia da 2 euro a 2,10; per due persone da 3,10 a 3,20, e così via. Salgono anche i costi per gli abbonamenti mensili, i più sfruttati: il personale per la rete urbana passa da 33,60 a 34,50 euro, mentre sull’intera rete scatta da 39,80 a 40,80. Ci sono poi gli abbonamenti mensili calibrati sulle tratte da casa a scuola e al lavoro, che aumentano di 80 centesimi sulla rete urbana e di 70 sull’intera rete. I mensili per Carta 60 salgono di 70 centesimi. Gli abbonamenti annuali per studenti crescono invece di circa 7 euro. Il tempo è denaro. “Time is money”, ricorda l’assessore Cicero, che ha cercato di indorare la pillola dei rincari ampliando la durata della validità del titolo di viaggio. Oggi, infatti, una volta timbrato, un biglietto ha la durata di 70 minuti, in tutte le tratte. Questo significa che per ogni minuto di corsa si spendono 1,4 centesimi. Da settembre, da quando cioè scatteranno i ritocchi delle tariffe, il biglietto semplice nella rete urbana costerà 1,05 euro, ma durerà 90 minuti, vale a dire 1,16 centesimi per minuto; quasi raddoppiata la durata nell’intera rete, dove al prezzo di 1,65 euro si può viaggiare per 120 minuti. «Diamo la possibilità agli utenti di farsi quattro conti e di cercare di risparmiare», commenta Cicero. Anche se non sono molti coloro che fino ad oggi sono riusciti a sfruttare i 70 minuti di validità per viaggi di andata e ritorno. In bus alla domenica. Fra le novità al via da settembre, c’è anche la possibilità di scegliere se inserire anche la domenica negli abbonamenti mensili. Oggi, infatti, gli abbonamenti per studenti e lavoratori sono limitati ai primi sei giorni della settimana. «Dagli studenti, in particolare, era giunta la richiesta di poter avere agevolazioni estese anche alla domenica - spiega Cicero -. Lo avevo promesso ed eccoci qua». Aggiungendo 3,10 euro al costo del mensile per studenti e lavoratori, infatti, si potrà viaggiare anche alla domenica con un abbonamento speciale dal costo di 29,10 euro. Fette troppo piccole. Nei giorni scorsi, l’assessore Cicero ha spedito in Regione una lettera per fare quattro conti sulla ripartizione dei fondi destinati al trasporto pubblico locale. Vicenza, infatti, si sente penalizzata rispetto ad altri capoluoghi e chiede che la torta dei fondi venga meglio ripartita. Oggi Vicenza riceve 7,4 milioni di euro, ma secondo i calcoli all’appello ne mancano 400-500 mila.


Tre tunisini in aereo sulla città durante il maxi-vertice: fermati

di Diego Neri

Tre tunisini in volo sulla città che scattano foto durante il maxi vertice fra carabinieri e delegati Onu, Nato, Ue e ambasciatori americani. In tempi di allerta terroristica, c’è da scatenare il putiferio a sapere che alcuni musulmani stanno sorvolando gli obiettivi sensibili della città. In pochi minuti si sono incrociate decine di telefonate, sono stati avvisati la procura della repubblica e il prefetto, le forze dell’ordine si sono precipitate all’aeroporto. I controlli a carico dei tre africani non hanno dato esiti preoccupanti, tanto che sono stati tutti lasciati andare dopo una verifica in questura. Uno di loro, che accompagnava i connazionali, è in Italia da quasi 15 anni e vive e lavora regolarmente a Gambellara. Gli altri due, Mohamed e Hamdi Yaich, sono padre e figlio e resteranno in Italia solo per qualche giorno: il primo è un commercialista che lavora per una ditta italiana con interessi in Tunisia, e viene nel nostro paese per lavoro un paio di volte l’anno, l’altro si è appena diplomato ed è perito aeronautico con tanto di brevetto per il volo rilasciato dalle autorità tunisine. Voleva fare un giro in aereo, e i due adulti lo hanno accompagnato. Le loro foto, però, sono state sequestrate dalla Digos. Il vertice alla “Chinotto” era iniziato a metà mattinata. Verso le 9.45 i tre tunisini si erano presentati al Dal Molin, nella sede dell’Aeroclub, dove avevano trovato il delegato, di lunga esperienza, Alberino Schenato. Il tunisino di Gambellara ha presentato i connazionali e ha spiegato che Hamdi voleva sapere se il suo brevetto è valido in Italia. Schenato ha descritto le operazioni necessarie per il riconoscimento, contattando anche l’Enac a Roma. Quindi il giovane ha manifestato l’interesse per fare un breve volo: Schenato ha precisato che erano necessari i documenti, li ha fotocopiati e quindi ha invitato a salire sul piccolo Cessna anche i due adulti, perché la tariffa era la stessa: 100 euro per venti minuti. Il gruppetto è stato fermato dalle guardie giurate della Ronda, società che controlla l’aeroporto. «Sono tunisini», ha detto il vigilantes. Per dirimere la questione Schenato ha chiesto consiglio al vicario della questura Gualtiero D’Andrea, al Dal Molin per una riunione tecnica con “Regionali”. «Se sono in regola e il volo resta nei confini italiani, possono decollare», il senso del suo responso. Il quartetto è salito sul Cessna dopo una foto in posa davanti al velivolo, e ha volato per venti minuti sopra la città. Hamdi avrebbe scattato altre foto. Subito dopo l’atterraggio i tunisini hanno trovato ad attenderli personale di volanti e Digos. Sono stati contattati anche i carabinieri del radiomobile, sono stati minuti di trambusto. Gli africani sono stati accompagnati in questura per un controllo, per verificare i loro documenti. Schenato ha cercato di spiegare agli agenti l’accaduto. Nel primo pomeriggio i tunisini sono stati lasciati andare, ma senza foto: saranno visionate. Il timore è che possano aver fotografato obiettivi sensibili, e che sotto l’aspetto di persone comuni si nascondono dei terroristi. Proprio come è successo il 7 luglio a Londra. Dai riscontri, però, non sarebbe così. «Gli aeroporti, anche quelli piccoli come il nostro, sono obiettivi sensibili e quindi i controlli sono frequenti», si è limitato a dire il capo di gabinetto della questura, David De Leo. In realtà l’allerta per gli attentati, a Vicenza, pretende verifiche ferree e continue, anche se i segnali non sono preoccupanti e se il vertice del Coespu si è celebrato senza intoppi. Ma sapere che tre islamici volavano sopra Vicenza e la fotografavano ha creato più di qualche timore. Anche questi sono gli effetti - voluti - del terrorismo.


Nuova ordinanza del Comune. Sorrentino: «È un abuso edilizio»
«Via gli zingari da via Nicolosi o demoliremo la loro roulotte»

Se la roulotte non verrà trasferita altrove entro un mese, verrà demolita. È il contenuto dell’ultimo provvedimento deciso dal Comune per cercare di cancellare l’accampamento di nomadi in via Nicolosi, zona 4. Da sempre ritenuto abusivo, privo di ogni requisito e di ogni autorizzazione, ma da anni pervicacemente aggrappato ai terreni su cui dimora la famiglia Halilovic. Il provvedimento è stato confezionato dal settore dell’edilizia privata, su sollecitazione del vicesindaco Valerio Sorrentino, assessore alla pubblica sicurezza e al patrimonio, ed è stato notificato l’11 luglio. Tecnicamente - spiega il vicesindaco - viene chiarito una volta per tutte che anche la roulotte posizionata in mezzo ai campi è un abuso, perché non è conforme alla destinazione d’uso agricola. Per questo, al gruppo di nomadi viene intimato di far sloggiare la roulotte entro un mese dalla notifica dell’ordinanza. Se alla scadenza dell’ultimatum, che è quindi fissato per l’11 agosto, gli Halilovic non avranno eseguito gli ordini, il Comune entrerà nell’area e demolirà la roulotte come se fosse una costruzione abusiva, né più né meno. «Purtroppo ci troviamo di fronte a un’area privata e non pubblica - spiega Sorrentino - e perciò non abbiamo potuto finora eseguire lo sgombero. Ma poiché si tratta di un abuso edilizio, se non sgombereranno per tempo, scatterà la demolizione».