La commissione boccia la bozza di ordinanza. L’ass. Gallo: «No comment»
(g. m. m.) «No comment». Se ne va così, senza dire una parola, l’assessore allo sviluppo economico Ernesto Gallo, dopo aver difeso strenuamente i principi che hanno ispirato la bozza di ordinanza sugli orari dei locali pubblici. L’aula in cui è andato in scena il processo all’ordinanza-tormentone sul ventilato coprifuoco alle 24 è stata ieri pomeriggio la quarta commissione consiliare “Sviluppo”. Dopo due ore di fuoco incrociato, sentenze non ne sono state emesse, ma a difesa del provvedimento non si è levata alcuna voce. Anzi: soprattutto dalla maggioranza sono piovute richieste di desistere dal progetto.
Alla riunione erano presenti anche i referenti delle associazioni di categoria, che avevano avviato il confronto sulle nuove disposizioni, e l’assessore al turismo Pietro Magaddino, che sin dall’inizio aveva manifestato la sua contrarietà.
Alla base della bozza c’era il tentativo di dare più potere al Comune nelle controversie sui livelli di rumorosità: chiusura imposta alle 24, con deroghe per tutti fino alle 2, ma anche con la possibilità da parte del Comune di ritirare le deroghe in caso di violazioni delle regole.
«È stato un incontro costruttivo - commenta alla fine il presidente della commissione, Mario Bagnara, dell’Udc come Gallo -. In conclusione è stato avanzato l’invito a rivedere il tutto e a non procedere su questa linea, ritenuta non risolutiva dei problemi del centro. L’attenzione è quindi stata spostata su quello si pensa sia il vero problema e cioè la necessità di maggiori controlli sull’ordine pubblico. Di qui l’invito a operare in base alle regole già in vigore».
E se ci sono problemi con la turnazione dei vigili - è stata la proposta del vicepresidente, il diessino Antonio Dala Pozza - si sfrutti la soluzione delle “pantere”, le guardie private già assoldate per controllare Campo Marzo.
Al termine della riunione non c’è stata alcuna votazione formale, ma il messaggio è stato chiaro: se il provvedimento dovesse essere discusso in consiglio comunale, verrebbe demolito.
Proprio in questi giorni, d'altra parte, sul tavolo della Giunta era arrivata anche un’interpellanza della consigliera di Forza Italia Maria Elisabetta Rossi, che riepiloga la successione degli eventi: prima la proposta eclatante di sindaco e assessore, poi la reazione durissima di categorie e gestori, infine «una marcia indietro poco edificante» su un provvedimento «restrittivo varato in un momento di crisi economica».
La Rossi fa notare di passaggio che «situazioni imbarazzanti di tale genere purtroppo si sono già verificate in questa Amministrazione. Ricordo fra le altre la minaccia del sindaco di ridurre lo stipendio agli assessori, conclusasi con un nulla di fatto».
Di qui la richiesta che «qualora debba essere adottato un provvedimento che già a priori si intuisce possa esercitare vivaci reazioni fra la gente o un forte impatto mediatico, si attuino tutti quegli accorgimenti che una situazione delicata richiede». Ad esempio, «una condivisione reale, non solo formale, fra i componenti della Giunta», oppure «incontri preventivi con i cittadini o le categorie».