21 MAGGIO 2006

Case popolari, i “punti” contestati
Cicero rassicura gli americani «Diremo sì...»

Dopo l’attacco dell’on. Conte contro la scelta pro-vicentini e anti-italiani in appoggio alla Lega
Case popolari, i “punti” contestati
Il sindaco Hüllweck prova a smorzare la polemica con An

di Antonio Trentin

Strascichi con Alleanza nazionale? No, Enrico Hüllweck non intende averne. Sullo scontro a proposito di punteggi premiali per la graduatoria delle case popolari, gli aennisti volevano favorire i residenti "italiani" e invece il sindaco ha appoggiato la Lega Nord, scegliendo la formula che privilegia i "vicentini" presenti da almeno un quarto di secolo. A commento dice che tutto questo non deve restare un pregiudizio grave nei rapporti dentro la Casa delle libertà e che An qualche soddisfazione l’ha avuta.
«Capisco che l’onorevole Giorgio Conte e il suo partito siano rimasti mortificati per quell’emendamento non passato in consiglio comunale - dice il capo dell’Amministrazione riferendosi al tentativo fallito di modificare l’impianto del provvedimento con marchio-Lega - ma personalmente credo di aver dato atto ad Alleanza nazionale della volontà costruttiva che aveva la sua iniziativa. Non l’ho condivisa per un fattore tecnico e perché non volevo che sorgessero equivoci su una caratterizzazione di tipo discriminatorio della nuova normativa». Il sindaco, dunque, prova a limitare i danni della disputa che lo ha visto propendere per la linea-Lega Nord (punti in più nella classifica Erp ai "vicentini-Doc" e ai residenti da almeno una generazione) a danno della soluzione tentata da An (punti ai "vicentini-italiani" residenti da 10 anni). Di sicuro non intende incrociare le armi della polemica. E si vedrà subito se Alleanza nazionale vorrà insistere, magari facendo leva sulla spaccatura che c’era stata in Forza Italia, dove cinque consiglieri non avevano rispettato l’indicazione di Hüllweck e avevano provato a dar manforte alla soluzione-italianità rispetto alla soluzione-vicentinità. «D’altronde - spiega il sindaco - non si è trattato di uno scontro maturato in giunta, ma solo di una diversità di pareri su un emendamento che la stessa An non ha ritenuto determinante per votare poi contro».
- Lei comunque ha scelto una linea anziché un’altra, finendo anche sotto accusa, da parte dell’opposizione, per facilmente ipotizzabile discriminazione anti-forestieri, immigrati italiani o stranieri che siano. Come replica?
«Il criterio di questa nuova normativa sui punteggi dell’edilizia residenziale pubblica non è di esclusione di qualcuno: chi è veramente povero la casa l’avrà comunque. Si tratta di migliorare la posizione in graduatoria, per l’assegnazione di un alloggio, soprattutto di una categoria che viene scavalcata da una quota sempre crescente di immigrati: i nostri anziani, specie donne rimaste vedove».
- L’opposizione ha obiettato che il criterio della residenza a Vicenza o in provincia non ha legittimità giuridica: la legge parla di bisogno economico, non di vecchia o nuova iscrizione all’anagrafe.
«Noi vogliamo dare un aiuto in graduatoria a chi altrimenti sarà sempre di più sorpassato dai nuovi arrivati».
- Indicare venticinque anni per il premio-punti diventa automaticamente una penalizzazione per i lavoratori stranieri: difficile trovarne qualcuno con questa "anzianità nostrana". La si interpreti come si vuole, la cosa è palese. Basta dirla.
«Ma tra cinque-sei anni molti stranieri avranno anche loro il requisito. Forse venticinque anni effettivamente sono tanti. Si era parlato anche di quindici o di venti. Poteva andare bene... Ma si è scelto alla fine di valorizzare l’elemento della presenza sul territorio».
- Nel frattempo, dal punto di vista strettamente logico e cronologico, sentimenti e passioni politiche a parte, l’opposizione di centrosinistra fa presto ad accusare la maggioranza di discriminazione anti-forestieri. Secondo lei?
«Non è discriminazione contro qualcuno, ma tutela di una fascia debole di residenti vicentini. Ripeto: gli anziani. Se dico che il Comune vuole dare più punteggio a chi risiede da venticinque anni, non faccio razzismo. Ogni ipotesi di razzismo e discriminazione ho sempre voluto escluderla da questo provvedimento. Potrebbe essere interpretato come discriminazione, piuttosto, indicare il requisito di "italiani", questo sì in contrapposizione ai "non-italiani" che non l’avrebbero».
- Il premio-punti voluto dalla Lega, quindi, lei l’ha appoggiato perché?
«Il ragionamento è questo: se Vicenza ha fatto "musina" e ha soldi per le case popolari, deve usarla per i suoi residenti che in passato hanno prodotto le condizioni perché potesse avvenire oggi la costruzione in base ai programmi di edilizia pubblica. Mi pare abbastanza giusto che chi ha lavorato sul posto, e quindi determinato la possibilità di costruire alloggi, abbia la precedenza».
- Alloggi che sono sempre carenti, come le è stato detto più volte in sala Bernarda.
«Questo è un altro problema. Io le case le vorrei avere o costruire per tutti quelli che ne hanno bisogno. Fatto salvo il fatto che non si deve fare assistenzialismo puro e semplice e che, se c’è un alloggio a disposizione per finalità sociali, è più giusto assegnarlo a chi è più debole, gli anziani appunto; mentre a chi è giovane sarebbe opportuno dare, piuttosto, occasioni di lavoro e di reddito».
- Ma le case popolari non ci sono: quindi?
«La domanda supererà sempre l’offerta, ma non sarebbe neanche una questione di costruire: le risorse ci sarebbero, se potessimo costruire liberamente».
- Invece?
«Ci sono sempre ostilità verso le case popolari che nascono dai comitati spontanei, e non saprei quanto sempre spontanei, e dalle esigenze commerciali che reggono il mercato immobiliare».
- Insomma: costruireste di più, ma non ve lo lasciano fare?
«Costruire edilizia popolare è difficile più per l’ostilità che per problemi di risorse. Qualche anno fa mi è capitato di vedere una riunione contro un insediamento di case popolari ospitata addirittura in una struttura parrocchiale, e non era una bella cosa. Certo non si deve fare edilizia popolare con i casermoni, ma distribuendo gli alloggi e amalgamando gli assegnatari».
- L’opposizione lamenta che proprio nei primi prossimi strumenti urbanistici, i Piruea, ci siano in qualche caso appena uno o due alloggi Erp nelle nuove aree da sfruttare immobiliarmente.
«Ma complessivamente sono decine e decine gli alloggi previsti nei Piruea. E perché non pensare che proprio il malessere rispetto alle case popolari spinge qualcuno a dichiararsi contro questi Piruea?».
- Dall’Unione è partito un sospetto, durante il dibattito in consiglio comunale: che la sua preferenza per la linea leghista, a costo anche di scontentare An e Udc, sia stata la caparra per futuri appoggi nordisti sulla delicata questione delle novità urbanistiche. Vero, verosimile o falso?
«Posso in assoluta lealtà dire che non c’è stato nessun tipo di contatto con la Lega su questo argomento. D’altronde non sono neppure mai state interessate della cosa i nostri partiti. Il testo sulla graduatoria Erp è stato elaborato in giunta, senza mai incontri neanche tra i segretari politici».
- Ultimo quesito, quello sostanziale: il centrosinistra avverte che la nuova griglia-punti sarà bocciata dal Tribunale amministrativo. Lei è tranquillo sulla legittimità della delibera?
«A me è stato detto che è regolare e non ho motivo per non pensarlo. Se poi fosse non legittima, ci si inchinerà alla legge. Che può prevedere come non possibile una soluzione giusta per logica e buon senso».


Dopo i dubbi in municipio
Cicero rassicura gli americani «Diremo sì...»
«L’operazione andrà in porto, la volontà politica supererà i problemi tecnici» dice l’assessore a proposito della nuova base Usa da 2000 soldati

(g. m. m.) «L’operazione andrà in porto, noi siamo favorevoli, la volontà politica supererà i problemi tecnici». Parola di Claudio Cicero, assessore alla Mobilità e ai Trasporti, «che non vuol dire solo autobus, ma anche strutture come un aeroporto», dice lui. Ed è in questa veste che da mesi, su incarico del sindaco Enrico Hüllweck, si sta occupando di una delle più complesse trattative che il Comune abbia mai dovuto affrontare: l’ampliamento del contingente militare americano di stanza a Vicenza, creando una nuova base che possa accogliere altri duemila soldati circa. La caserma Ederle, infatti, è circondata da abitazioni e non può essere ulteriormente potenziata. La soluzione concordata fra il precedente governo e i vertici Usa è allora l’utilizzo dell’aeroporto “Dal Molin”, dove le forze militari italiane hanno progressivamente abbandonato il settore off-limits. La trattativa va avanti da oltre due anni e ora avrebbe assunto una fisionomia abbastanza precisa: l’inversione dei due settori, con il civile-commerciale al posto del militare e questo ultimo al posto del civile, sul lato di strada S. Antonino, dove ci sono i campi da rugby. È in questa zona che prenderebbe forma la nuova caserma a stelle e strisce, con strutture logistiche ed edifici residenziali per oltre 1.800 soldati. In cambio, Vicenza si ritroverebbe con un aeroporto completamente ristrutturato, ammodernato e potenziato. In realtà, il “piccolo” Comune di Vicenza si trova a sgomitare per farsi spazio in un tavolo dominato da rappresentanti dei due governi. L’area militare del “Dal Molin”, infatti, è demaniale e ogni decisione potrebbe essere calata dall’alto senza possibilità di dire qualcosa a livello locale. Tuttavia, il livello locale ha avuto una doppia voce in capitolo: da un lato, c’è il lavoro diplomatico condotto da Cicero, che sta cercando di strappare qualche opportunità anche per Vicenza; dall’altro, invece, la procedura di autorizzazione ministeriale prevede di assegnare le valutazioni tecniche a una speciale commissione regionale, che nei giorni scorsi ha chiesto un parere al Comune. Ed è questo parere, che rammenta il contrasto dell’operazione con le previsioni del Piano regolatore, ad aver scatenato la polemica, sfiorando un incidente diplomatico con le autorità statunitensi. Per questo, nella prossima riunione di Giunta si cercherà di porre rimedio. Nel frattempo, l’assessore Cicero tira dritto per la sua strada: «Il parere del dirigente dell’Edilizia privata non fa altro che fotografare l’attuale situazione normativa del Prg, ma poiché si tratta di un’operazione che coinvolge tutta l’Amministrazione nel suo insieme, è ovvio che spetti a questa il parere decisivo sul nuovo insediamento, a prescindere dagli aspetti tecnici che vengono definiti dalla apposita commissione regionale». «L’Amministrazione comunale - conclude Cicero - in questi anni ha più volte manifestato la volontà di accogliere questa iniziativa positivamente. Il problema tecnico è superabilissimo e la commissione potrà aggiornare i parametri del Prg». Il matrimonio, quindi, s’ha da fare: al “Dal Molin”.