«Non siamo un partito di ex missini. Ma il pregiudizio rimane»
di Silvia Maria Dubois
È la new generation della nuova Alleanza Nazionale,
quei quarantenni tutti coetanei della classe dirigente
che sono riusciti ad aprire la porta della modernità,
pur promettendo di non rinnegare la lezione
primordiale e un naturale sentire che accomuna gli
aderenti ad un partito. Una generazione spesso non
conosciuta o, nell'immaginario comune, liquidata
ancora come quella di transizione, di "post" o di
"neo" . A far chiarezza, però, ora ci pensa proprio
uno di loro, Arrigo Abalti, che ha raccolto nel suo
primo libro, "Una nuova generazione, i valori di
sempre", l'identità della nuova An e alcuni fra i
pensieri più brillanti inerenti ad un'analisi tutta
vicentina delle nostre problematiche, necessità ed
aspirazioni.
- Perché questo titolo?
«Perché noi siamo la nuova generazione di Alleanza
Nazionale, una nuova generazione che fa politica. Un
quadro così ben definito non lo vedo in nessuno degli
altri partiti dell'arco istituzionale. In An esiste un
elemento generazionale forte, ma, nello stesso tempo,
i valori rimangono quelli di sempre, quelli di fondo
in cui tutti ci riconosciamo. Magari dentro
comportamenti aggiornati e stili nuovi, ma che
affondano sempre nelle medesime radici lontane».
- Da cosa è nata l'esigenza di scrivere un libro?
«È da tempo che ci pensavo. Ho voluto riunire molte
riflessioni, frutto di numerose chiacchierate con i
miei colleghi e compagni di partito, riflessioni che
spesso all'esterno non sono conosciute. Noi
"quarantenni" siamo la nuova generazione, quelli che
Fiuggi l'hanno conosciuta un po' di riflesso perché
non ne erano i protagonisti e che ora compongono An
come partito più adulto: insomma, abbiamo una
diversità mentale e culturale rispetto a chi ha “fatto
Fiuggi”».
- Qual è il più grosso pregiudizio che "marchia"
ancora questa nuova generazione?
«An non è un partito di ex missini. È un partito nuovo
all'interno di un quadro di destra europea. Lo
dimostrano anche tutte le simpatie che riscuote. Però
rimane, appunto, ancora un pregiudizio a monte».
- In particolare, chi vorrebbe che leggesse il suo
libro?
«I giovani soprattutto. Scoprirebbero un dinamismo e
una freschezza del nostro partito che non c'è in
nessun altro partito del centro-destra».
- E rivolgendosi ai malinconici di Fiuggi, cosa dice?
«Di non avere paura. Di fidarsi di noi. La malinconia,
dopotutto, cos'è se non espressione di diffidenza e
preoccupazione?»
Gli studenti dopo il corteo e la “porcilaia” «Abbiamo
pulito e rischiato di tagliarci»
di Anna Madron
«Abbiamo a cuore la pulizia della nostra città e
ripetutamente abbiamo invitato i manifestanti a non
sporcare». I ragazzi dell'Uds, l'organizzazione
studentesca che venerdì scorso ha indetto uno sciopero
contro la riforma della scuola, rispondono così a
quanti, a cominciare dal vicesindaco Valerio
Sorrentino, hanno fatto notare che il centro storico a
fine mattinata, dopo il passaggio di 6000 giovani, era
ridotto ad un "porcile", disseminato di carte, lattine
e bottiglie. «Più volte, sia durante che al termine
della mobilitazione - spiegano gli esponenti dell'Uds
Silvia Darteni e Taddeo Mauro- abbiamo raccomandato ai
partecipanti di non gettare per terra nulla. Quando
poi il corteo si è sciolto, abbiamo ripulito dove ce
n'era bisogno, dando priorità alla raccolta di cocci e
bottiglie di vetro. Per evitare dunque che altre
persone si facessero del male, ci siamo dati da fare
come potevamo, in qualche caso rischiando anche di
tagliarci e farci del male».
Nessuna volontà di sporcare le strade del centro,
dunque, almeno da parte dei ragazzi dell'Uds che hanno
organizzato la manifestazione e che ora respingono al
mittente anche le accuse di slogan urlati alla volta
della sede di Alleanza Nazionale. «Non corrisponde al
vero - replicano Darteni e Mauro - che abbiamo gridato
'Fucilate i fascisti'. Il corteo di venerdì era
composto da migliaia di studenti pacifici e pacifisti:
la non-violenza e il pacifismo sono valori fondanti
l'Unione degli Studenti che si ispira alla democrazia
e al rispetto reciproco».
Anche se qualche motivo di attrito con il vicesindaco
resta. «Non abbiamo problemi a ribadire il concetto
espresso davanti alla sede di Alleanza Nazionale -
proseguono gli studenti dell'Uds - e cioè la nostra
contrarietà al revisionismo storico, ossia la folle
idea di paragonare i repubblichini ai partigiani.
Questi ultimi, infatti, sono morti per difendere i
valori di libertà, uguaglianza, antirazzismo nei quali
noi studenti ci riconosciamo, gli altri invece sono
vissuti seguendo i dogmi di una dottrina politica
basata sul privilegio, la discriminazione, il terrore
e la paura».