20 SETTEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

"A rischio la pace domenicale.
Da Azione Giovani un esposto contro le "droghe furbe".
"Unicomondo" per la spesa giusta dà un aiuto a donne sole ed artigiani.

Nel mirino le sostanze degli smart shop
Da Azione Giovani un esposto contro le "droghe furbe"

Ancora le droghe furbe e gli smart shop nel mirino della Destra cittadina. Nei giorni scorsi Azione giovani ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica per chiedere controlli all’attività commerciale svolta nello smart shop di Vicenza. La segnalazione arriva dopo che davanti al punto vendita di contrà porta S. Croce, Azione giovani e Alleanza nazionale avevano dato vita a una manifestazione all’inizio dell’estate. Secondo Alberto Rauli, presidente provinciale di Ag, «si vendono sostanze, più o meno naturali, di cui si pubblicizzano gli effetti psicoattivi e “sballanti”. Due le possibilità: se sono sostanze effettivamente sballanti, quel negozio vende prodotti che distorcono le percezioni e alienano dalla realtà chi le assume, sostanze quindi pericolose; se invece le sostanze vendute non hanno gli effetti reclamizzati, le droghe furbe sono un “fumo” destinato agli occhi dei clienti. Per questo chiediamo all’autorità di procedere a verifiche». Ad appoggiare l’iniziativa di Ag c’è anche il consigliere comunale aennista Francesco Rucco: «Si chiede che anche a Vicenza si eseguano gli stessi controlli svolti a Torino dai Nas su richiesta del procuratore Guariniello: là le indagini hanno portato a evidenziare la dannosità e pericolosità di alcune sostanze, che, segnalate al ministero della Salute, sono poi state dichiarate fuori legge: è il percorso che ha portato a vietare la vendita della nota salvia divinorum.


Immigrati. Un documento di Alleanza nazionale solleva il caso dei subentri nei locali pubblici da parte di stranieri
«A rischio la pace domenicale»
«Il Comune intervenga sulla "colonizzazione" del centro»

La tregua domenicale è messa a rischio dalla moltiplicazione dei locali pubblici gestiti da stranieri: cosa può fare il Comune per scongiurare la “colonizzazione” nel centro storico e nella circoscrizione 6? A sollevare la questione è una domanda di attualità confezionata dal gruppo consiliare di Alleanza nazionale, che reagisce alle riflessioni dell’assessore allo sviluppo economico, Ernesto Gallo, che ha rilevato un aumento di subentri, vale a dire delle richieste presentate da cittadini stranieri di acquistare le licenze per la gestione di locali pubblici nel centro storico e nel territorio della circoscrizione 6 che gli attuali titolari sarebbero intenzionati a cedere. «A preoccuparci è solo il rispetto delle regole», aveva dichiarato nei giorni scorsi Gallo. «Nonostante l'assessore Gallo si dichiari più preoccupato del fatto che all'interno di questi esercizi pubblici vengano attrezzati call-center o altri tipi di attività commerciale non autorizzata, a preoccupare è il fatto che i nuovi gestori osserverebbero con ogni probabilità un turno di riposo settimanale diverso dalla domenica con l'ovvio risultato che molti dei locali ceduti risulterebbero aperti la domenica e finirebbero inevitabilmente col divenire motivo di attrazione e stazionamento di immigrati», si legge nel documento che vede primo firmatario il capogruppo Luca Milani.
«Senza nulla togliere al diritto di aggregazione dei numerosi immigrati che, giunti nel nostro Paese in cerca di migliori condizioni di vita, si sono integrati nel tessuto sociale ed economico e conducono una vita onesta, non può non destare perplessità e preoccupazione, per quanto vediamo accadere sempre più spesso in occasione delle numerose risse tra immigrati che si scatenano proprio nei locali pubblici prevalentemente frequentati da questi ultimi», proseguono Milani e soci.
«Francamente, immaginare che il centro storico di Vicenza sia punteggiato di questi luoghi di ritrovo che rischiano di determinare deprecabili fenomeni di degrado urbano (si pensi a viale Milano e corso San Felice) oltre che potenziale pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini (si pensi a via Napoli) è una prospettiva che non solo non ci piace, ma ci trova decisamente contrari».
Di qui la richiesta di sapere «quanti e quali siano e dove siano ubicati i locali le cui licenze sarebbero in corso di cessione e oggetto di subentro da parte di immigrati; quali e quante di queste licenze risultino eventualmente già cedute dagli attuali gestori ed acquistate da immigrati alla data odierna; quali siano le misure che l'Amministrazione intende adottare per controllare questo fenomeno e prevenire la “colonizzazione” del centro storico e di altre zone della città da parte di attività economiche ed esercizi pubblici gestiti da immigrati».


Presentata l’organizzazione nepalese Mahaghuti nella sede di Galleria Pozzo Rosso
"Unicomondo" per la spesa giusta dà un aiuto a donne sole e artigiani
Prodotti e articoli saranno venduti nel negozio che verrà inaugurato il 2 ottobre

(n. b.) Con l’inizio della prima settimana nazionale di promozione dei prodotti equosolidali, nel nuovo negozio dell’Unicomondo, in Galleria del Pozzo Rosso 13 in centro storico, è stata presentata l’organizzazione non governativa Mahaghuti del Nepal. Presenti alla conferenza c’erano i due rappresentati Sonili e Sunil che hanno spiegato il lavoro svolto dall’organizzazione. L’incontro con i produttori nepalesi è coinciso proprio con l’inizio della prima settimana di "Io faccio la spesa giusta", la prima iniziativa in Italia, di così vasta scala, che promuove i prodotti del commercio equo-solidale a cui partecipano supermercati e ipermercati di tutto il territorio nazionale per sensibilizzare i consumatori ad un acquisto più consapevole. L’organizzazione Mahaguthi, nata 75 anni fa ad opera del gandhiano Tulsi Meher Shrestha, sostiene principalmente donne sole a basso reddito e, da una ventina d’anni a questa parte, gruppi di produttori ed artigiani. Una parte degli articoli venduti proviene da una produzione "di villaggio", dove l’artigiano lavora stando a casa propria, mentre un’altra parte, cosiddetta "industriale", ha luogo nel laboratorio di Patan, dove vengono confezionati principalmente abiti. Oltre al laboratorio l’organizzazione segue anche l’asilo nido adiacente, costruito appositamente per le madri lavoratrici, che possono lasciare i loro figli in custodia alle maestre durante l’orario di lavoro. In previsione l’organizzazione Mahaghuti ha la costituzione di un fondo sociale per i produttori che potrà essere utilizzato per anticipi, richieste di prestito senza interessi e per sostenere situazioni particolari come la costruzione di una casa o la cura di malattie. I prodotti dell’organizzazione nepalese, insieme ad altri di diversa provenienza, verranno venduti all’interno del nuovo negozio di Unicomondo, che verrà inaugurato il 2 ottobre, e nelle altre botteghe di commercio equo-solidale.