Un centro per la famiglia nello stabile dell’ ex Coop
(s. m. d.) Laddove c’era un supermercato, ora ci sarà un centro per la famiglia. Lo ha annunciato l’assessore agli interventi sociali Davide Piazza, riferendosi all’ex Coop di via Cavalieri di Vittorio Veneto, accanto al centro sport Palladio.
Lo stabile è stato acquistato dal Comune per 800mila euro al fine di creare, entro due anni, un centro polifuzionale per l’aiuto e il sostegno della famiglia.
Qualche esempio? Nella struttura si potrà trovare l’ambulatorio dello psicologo, il consultorio, una biblioteca, una serie di servizi a sportello per ogni area di assistenza o di relativa problematica socio-economica, in primis quello dedicato alla casa. Inseriti nella struttura ci saranno anche le sedi degli uffici di volontariato, delle cooperative, dei servizi relativi agli affidi, al Sert, ai disabili e tante altre aree di azione tipiche dei servizi sociali di Vicenza.
Gli immigrati salgono al 9%
Il tema dell’integrazione è un po’ meno scontato
di Elisa Gonzo
La popolazione scledense cresce e il merito va agli stranieri, pari al 9 per cento dei residenti. A Schio l’ integrazione sembra essere un fatto assodato e consolidato da tempo, ma come viene ora vissuta dagli scledensi, alla luce degli attentati di Londra e di Sharm el Sheikh e delle continue minacce che piovono sull’Italia, vere o false che siano? Sicuramente colpiscono le parole di Andrea Zancan che con la spontaneità dei suoi 16 anni non esita a rispondere: «Fino a qualche tempo fa non avevo paura. Di ragazzi stranieri ne conosco parecchi. E poi ho sempre pensato che la regolarità fosse un buon modo per garantire ordine e stabilità. Ora non e più così. Ho paura e mi rendo conto che aumentano preoccupazione e diffidenza».
I toni di Massimiliano Gresele, 34 anni, sembrano meno preoccupati: «Siamo fortunati. Schio è un’isola felice sia per noi che per chi ha scelto di vivere qui».
«Gli attentati europei - continua Gresele - non hanno cambiato il mio modo di considerare gli immigrati. Ho un sacco di amici originari del Marocco. Sono tristi e impauriti come noi, temono la discriminazione suscitata dall’ estremismo».
Più dura la posizione del suo amico Franco Caon, 33 anni: «L’integrazione è l’ultima utopia. Non potrà mai esistere la completa accettazione del diverso. Una città cosmopolita come Londra lo dimostra chiaramente, con la sua suddivisione in quartieri e i diversi fenomeni di autoghettizzazione».
Francesca Bassan, 23 anni, non nasconde paura e diffidenza, sensazioni che però esulano dal terrorismo: «A volte si associa la microcriminalità con l’immigrazione e se devo essere sincera, questo mi crea ansia e paura, soprattutto la sera quando rientro dal lavoro a piedi e mi trovo per strada da sola. Non posso dirmi xenofoba, ma sto attenta. In ogni caso le minacce terroristiche non cambiano il mio modo di vivere e di vedere gli starnieri».
Interessante, infine la posizione di Nicola Deganello, 39 anni, e Roberta Ruffato, 36 anni, coniugi e genitori di due bimbi: «L’integrazione è possibile - spiega lui - ma con polso e regole. Ho vissuto per anni a Zurigo, città cosmopolita la cui popolazione è composta per il 40 per cento da stranieri. Lì ho imparato che solo con una condotta rispettosa delle regole è possibile vivere tranquillamente. La paura del diverso è inevitabile, così come la diffidenza, quando non si conosce una cultura “altra” dalla nostra». E il timore di azioni estremiste?
«Ora ci pensiamo di più - ammette Roberta Ruffato -, soprattutto quando andiamo al centro commerciale, visitiamo una grande città o decidiamo di partire per una vacanza all’estero. Siamo tornati da poco meno di un mese da Sharm el Sheik. Avevamo compiuto dei tour e conosciuto gente del posto. Non potevamo immaginare cosa sarebbe successo. Ma la vita deve andare avanti come prima».
Così il cambiamento
38.529 - È il numero dei residenti a Schio secondo le ultime rilevazioni ufficiali risalenti al 31 marzo 2005.
3.443 - Sono invece gli stranieri aventi residenza scledense. Il numero è in costante crescita, anche se non sui livelli di qualche anno fa. Va tuttavia considerato che la popolazione autoctona è in crescita zero da diversi anni.
8,94% - È la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione. Un anno prima arrivava all’8,01%. L’aumento è di quasi un punto percentuale, a significare che il fenomeno immigratorio non si arresta malgrado la crisi economica.
691 - È il numero dei serbo-montenegrini residenti in città. Si tratta di gran lunga della nazione più rappresentata secondo i rilevamenti del 31 dicembre 2004. I maschi sono 389 e le femmine 302. Il 54% degli stranieri arriva da Paesi europei. Il secondo, in questa particolare graduatoria continentale è la Romania con 287 presenze.
341 - È il totale dei marocchini residenti a Schio, suddivisi fra 208 maschi e 131 femmine. Si tratta del Paese africano più rappresentato, seguito dal Ghana con 253 persone.
303 - È il numero dei cittadini del Bangladesh residenti in città. Da soli contano come l’80% degli asiatici abitanti in territorio scledense.(l.b.)