Vicentinità batte italianità, Conte attacca
di Antonio Trentin
Lascia il segno e provoca strascichi pesanti il "via libera" dal centrodestra alla nuova griglia-punti che il Comune vuole usare per la graduatoria di assegnazione della case popolari. Lo scontro numerico con l’Unione c’è stato, è stato vinto dalla Casa delle libertà, nessuna sorpresa in sala Bernarda. Ma è tra Alleanza nazionale e l’asse Lega Nord-Forza Italia che scoppia - più grave che l’altra sera in consiglio - il conflitto politico.
«La discriminazione tra italiani è frutto di un ragionamento ottuso e volgare»: è questa la frase che riassume l’attacco di Giorgio Conte, deputato di An e presidente provinciale del partito (foto in alto). Nel mirino sta soprattutto il sindaco: «Hüllweck ha chiaramente e liberamente adottato un doppio peso e una doppia misura rispetto ad altre e recenti analoghe circostanze». Frase che significa in sostanza: ha preferito appoggiare la Lega e ha dato uno smacco ad An. «È utile e necessario un chiarimento politico - avverte Conte - prima che lo sgradevole episodio determini una grave incrinatura della maggioranza di governo della città».
Conte è intervenuto ieri - a freddo e ben meditando - dopo che giovedì i consiglieri di maggioranza (escluso l’unico dell’Udc e con le astensioni anche del forzista Mario Lucifora e dell’ex-forzista Sung Ae Bettenzoli) avevano votato l’ultimo provvedimento dell’assessore leghista Davide Piazza. Il nòcciolo politico della griglia-punti per l’edilizia popolare è il seguente: più vantaggio ai vicentini residenti in città o provincia da almeno 25 anni e più svantaggio ai ’foresti’ vicini (gli immigrati dal resto della Penisola) e lontani (i lavoratori extra-comunitari che sono una parte cospicua dei richiedenti casa). Alleanza nazionale chiedeva che i punti-vantaggio fossero attribuiti a tutti i vicentini-italiani e non solo a quelli residenti da una generazione. Le avevano dato ragione solo Mario Bagnara (Udc) e alcuni forzisti sparsi.
«Per la prima volta a Vicenza si è creata una vera e propria discriminazione tra italiani, frutto evidente di un ragionamento non condivisibile: un episodio dal chiaro sapore demagogico e quindi sgradevole e imbarazzante» contesta l’onorevole aennista. E aggiunge un commento che mette in chiaro anche la faticosa contraddizione vissuta dal suo partito, che tre anni fa aveva bocciato un’analoga iniziativa targata-Lega: «A mio avviso - dice - sarebbe stata addirittura giustificata la non-approvazione dell’intera delibera da parte di Alleanza nazionale».
Vicentinità batte italianità: questo era stato l’estremo riassunto cronistico sul Giornale di ieri a proposito della disputa consiliare. Inizialmente era stato commentato negativamente da An: «Eccessivo...». Ma ecco che Conte lo conferma, rilanciando la polemica: «Non è tollerabile che chi può dichiararsi vicentino-doc possa adesso rivendicare maggiori diritti di altri cittadini italiani, nelle medesime condizioni di difficoltà e trasferitisi nella nostra città per motivi di necessità o di lavoro. E anche neppur tanto di recente, visto che ci vorranno almeno venticinque anni di residenza per avere quei punti decisi dal Comune. La tutela dei cittadini italiani meno abbienti non può e non deve avere una classifica di di serie A e una di serie B».
Può assomigliare una posizione del genere a quella dell’opposizione di centrosinistra, che in Comune ha votato "no" ritrovando nella novità della Casa delle libertà un esplicito meccanismo per penalizzare gli stranieri regolari? Conte si preoccupa di chiarire che An sull’argomento è ben allineata con gli alleati. E d’altronde era stato per questo che l’Unione non aveva dato manforte al gruppo aennista, rimasto isolato in consiglio: «A una discriminazione se ne sostituisce un’altra» era stata la critica.
Cittadinanza italiana e dieci anni di residenza, chiedeva infatti Alleanza nazionale: una coppia di requisiti che taglia fuori dal premio-punti tutti gli immigrati recenti e che li rimanda all’ottenimento della cittadinanza (ottenibile da uno straniero, appunto, non prima di dieci anni). «Si respinge con forza ogni velato tentativo di vedere nella proposta di An un viatico al riconoscimento di pari diritti ai cittadini stranieri: sarebbe una vergognosa speculazione! Si ribadisce invece - specifica Conte - la profonda convinzione che non si possa fare alcuna distinzione tra cittadini italiani in merito a diritti sociali».
Stoccata finale alla Lega Nord, risultata finora nettamente vincitrice nel braccio di ferro dentro la Casa delle libertà: «Se in questa maggioranza alberga un sentimento anti-italiano, in favore di un presunto principio superiore rappresentato dalla vicentinità, Alleanza nazionale ha il dovere di trarne le ovvie conseguenze, dissociandosi da dirette responsabilità».