A Vicenza affitti cresciuti del 48 %
Un'indagine Monitor Immobiliare diffusa dal Censis fa emergere come gli aumenti più elevati degli affitti si riscontrino in provincia e nelle città turistiche: affittare casa costa molto più a Pescara che non a Milano. Secondo l'indagine, infatti, tra il 1999 e il 2003 i canoni per la locazione nel capoluogo lombardo sono cresciuti del 47%, contro il +126% della città abruzzese. La classifica prende in considerazione i capoluoghi di provincia con più di 100mila abitanti: Milano, invece, è fanalino di coda, con un 'modesto' rincaro del 47% e proprio Vicenza precede Milano, con un aumento del 48,8%.
La classifica è stata diffusa appena ieri e c’è già un’interrogazione del consigliere diessino Antonio Dalla Pozza, che chiede come la Giunta intenda muoversi, rigirando il dito sulla ferita rimasta aperta in Giunta dopo il nulla di fatto incassato dall’assessore agli interventi sociali Davide Piazza che aveva proposto sgravi sull’Ici per i proprietari di alloggi che decidono di affittare a canone agevolato e disincentivi per chi mantiene sfitti gli alloggi.
«Quanto tempo dovrà passare perché l'Amministrazione comunale decida di usare la leva fiscale per penalizzare quanti, volendo approfittare di rendimenti come quelli garantiti dal mercato dell'affitto ma non trovando locatari o compratori in grado di sostenere cifre esorbitanti, preferiscono tenere sfitti i loro appartamenti, in attesa di affittarli o venderli e quindi di capitalizzare l'investimento? - chiede Dalla Pozza -. Tale proposta sembrerebbe essere stata fatta in Giunta dall'Assessore agli Interventi Sociali, che dimostra ancora una volta meritoria attenzione e apprezzabile buon senso verso chi, in questa difficilissima fase economica e sociale, ha necessità di soddisfare l'esigenza primaria dell'abitazione senza dover impegnare per l'affitto la quasi totalità della retribuzione».
«Non basta dire che si aspetta l'approvazione dei Piruea - conclude il consigliere di opposizione - per risolvere, almeno in parte, il problema, anche perché è molto probabile che i tempi per l'approvazione siano estremamente lunghi, mentre vi è la necessità di procedere molto rapidamente e di dare risposte certe in tempi definiti. Senza contare, inoltre, che in qualche Piruea la percentuale destinata a edilizia pubblica sfiora il ridicolo (oltre a rischiare di essere causa di invalidità di tutto il Piano), come per il "Federale" dove i 150 mq previsti verrebbero destinati al custode del campo».