Iso 9000, l’arma segreta al servizio della “Cogi”
«Non c’è alcun giallo sulla fidejussione del teatro».
Lo sostiene il Comune riferendosi all’articolo
pubblicato ieri su Il Giornale di Vicenza.
L’Amministrazione comunale in una nota precisa che «la
norma sulla fidejussione è stata applicata
correttamente».
«L’estensore dell’articolo ha effettuato i conteggi in
modo puntiglioso - sostiene il comunicato del Comune -
ma ha dimenticato quanto prevede la vigente normativa
sui lavori pubblici, in particolare l’articolo 8 della
legge Merloni che disciplina il “sistema di
qualificazione” per le ditte che partecipano agli
appalti dei lavori pubblici. Tale articolo, al comma
11 quater, indica che “le imprese alle quali venga
rilasciata da organismi accreditati, ai sensi delle
norme europee della serie Uni Cei En 45000, la
certificazione di sistema di qualità conforme alle
norme europee della serie Uni En Iso 9000, ovvero la
dichiarazione della presenza di elementi significativi
e tra loro correlati di tale sistema, usufruiscono dei
seguenti benefici: a) la cauzione e la garanzia
fidejussoria previste, rispettivamente, dal comma 1 e
dal comma 2 dell’articolo 30 della presente legge,
sono ridotte, per le imprese certificate, del 50 per
cento”. Il bando di gara, in ossequio a questa
previsione legislativa, ha indicato la possibilità per
le imprese certificate di fornire la cauzione
definitiva ridotta del 50 per cento alla sola
condizione di dimostrare il possesso della
certificazione di qualità ai sensi delle norme sopra
richiamate.
L’impresa Co.Gi. ha presentato in sede di gara il
certificato di “sistema di qualità” in conformità ai
requisiti della normativa Uni En iso 9002; 1994 (Iso
9002 ; 1994), valido per il campo applicativo delle
“Costruzioni di strutture in cemento armato e di
edifici civili e industriali”, rilasciato dal “Dnv -
Det Norske Veritas”, ente accreditato dal “Sincert”.
Pertanto - conclude la nota - trattandosi di ditta in
possesso della certificazione di sistema di qualità,
l’importo della cauzione richiesta alla ditta Co.Gi. è
stato obbligatoriamente e correttamente ridotto del 50
per cento».
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Prendiamo atto che non c’è alcun giallo in merito alla
fidejussione data in garanzia dalla Cogi dopo
l’aggiudicazione dell’appalto per la costruzione del
teatro civico di Vicenza. Non rimane che una piccola
osservazione: l’impresa, pur avendo ottenuto la
certificazione Iso 9000, non è comunque riuscita a
portare a termine un’opera che la città attende da
sessant’anni. Senza dimenticare le note vicende che
hanno interessato finora la ditta fiorentina al centro
di un contenzioso sul quale non è ancora stata messa
la parola fine.
«Gli operai devono essere retribuiti» Sul teatro la
Cgil chiede più garanzie
Dopo la seduta del Consiglio i sindacati affilano le
armi in vista di altre rivendicazioni
(c. r.) «I lavoratori del cantiere del nuovo teatro sono in lotta da due mesi per difendere diritti
sacrosanti e allo stesso tempo elementari, in un paese
civile e democratico: essere retribuiti per la loro
occupazione e riprendere a lavorare».
La Fillea con la segreteria provinciale della Cgil non
perde tempo dopo la seduta del Consiglio comunale che
si è tenuta giovedì sera. «A questo punto - chiarisce
la nota - l'amministrazione si deve attivare, o
direttamente o tramite gli imprenditori vicentini, a
partire da quelli edili, per dare una prospettiva
lavorativa ai dipendenti della Co.Gi. Riteniamo che
chi ha responsabilità politiche o economiche dovrebbe
sentire il dovere morale di sostenere questi
lavoratori. Riconfermiamo, inoltre, la richiesta che
venga loro pagato il salario del mese di febbraio
direttamente dal Comune, come previsto dalle leggi
sugli appalti e dalle norme contrattuali. Non siamo i
soli a pensare che il contratto con la Co.Gi. dovesse
essere rescisso da tempo. Il Comune si assuma la
propria responsabilità e non si trinceri dietro
l'Ispettorato del lavoro. Per questo riteniamo
prosegue il comunicato - che affermazioni false e
volgari espresse da qualche consigliere di maggioranza
nel dibattito consiliare non meritino risposta. La
nostra responsabilità e il nostro impegno sono la
risposta migliore a chi non ha argomenti e rifiuta il
confronto, votando per negarci la parola in
consiglio.Se in tempi brevi non otterremo risposte da
Comune e imprese, proporremo alle altre organizzazioni
sindacali di coinvolgere tutti i lavoratori edili in
iniziative di mobilitazione, fino allo sciopero della
categoria».
Sul cantiere interviene anche Giorgio Langella
consigliere provinciale PdCI. «Su questa vicenda - si
legge in una nota - mi auguro che rimarranno impresse
nella memoria alcuni aspetti. Innanzitutto, il fatto
che le principali vittime dell’intera vicenda sono
sempre i lavoratori. Inoltre, vanno sottolineate le
mancanze che hanno accompagnato questa vicenda. C’è
stata l’assoluta assenza “ufficiale” del sindaco e
della giunta in Consiglio comunale. Il loro silenzio
istituzionale è stato assordante. Ma c’è di più: il
rifiuto di discutere pubblicamente del problema ha
evidenziato il loro grande disprezzo per le
istituzioni che dovrebbero rappresentare e governare.
Ci sono voluti quasi due mesi di silenzi, di
pettegolezzi, di velate accuse a “spiritelli maligni”
perché qualcuno della giunta dicesse l’altro ieri
qualcosa di ufficiale in Consiglio. Sulla riunione
pesa l’assenza in aula, all’inizio della discussione,
del primo cittadino, del protagonista “principe” della
vicenda. Questa assenza mi sembra emblematica -
ribadisce Langella - di una cronica mancanza di
attenzione ai problemi scottanti della città. Nella
vicenda del cantiere ci sono troppi punti oscuri,
troppe manchevolezze, troppe superficialità perché si
possa affermare che è tutto opera della “malasorte”.
In poche parole sindaco e giunta non sanno governare!
E dovrebbero rassegnare le dimissioni».