Ha sfregiato sedi e portoni ma stavolta è “catturato”
La telecamera appena installata in piazza Biade ha ripreso il vandalo notturno
di G. M. Mancassola
Questa volta la gatta potrebbe aver lasciato lo zampino sul lardo. La gatta in questione è il vandalo, con i suoi eventuali complici, che nella notte fra venerdì e sabato ha scorrazzato in centro storico e in altre zone della città, imbrattando monumenti e palazzi storici, compresi due edifici che hanno un particolare valore politico: la sede di Alleanza nazionale in piazza Biade e quella della Cgil in via Vaccari.
Lo zampino, invece, è rappresentato dai movimenti che il misterioso vandalo ha compiuto per rovinare il portone della sede di An. Sull’altro lato della piazza, infatti, agganciata al palazzo degli uffici comunali, c’è una telecamera installata per sorvegliare piazza dei Signori sul lato delle due colonne, con la possibilità di visionare la zona ruotando per 360 gradi.
Nell’angolo visuale della telecamera rientra anche lo spicchio di piazza Biade su cui sventola la bandiera del partito del vicepremier Gianfranco Fini. L’atto vandalico, dunque, è stato ripreso: tutta la scena è registrata e sarà visionata nella centrale operativa della Questura, alla quale sono collegate le telecamere per il controllo del territorio installate dal Comune.
Da ieri gli uomini della Digos sono al lavoro per esaminare i filmati e cercare di individuare l’autore del graffito, impresso con una vernice speciale, che per essere cancellata richiede una pulizia molto costosa. Il principale ostacolo, per il momento, è dovuto all’oscurità che avvolgeva i portici all’ora in cui è stato confezionato il graffito.
«Mi auguro solo che questi cretini vengano scoperti grazie alle telecamere. Chi di dovere sta già guardando le immagini», è il commento del vicesindaco Valerio Sorrentino, due volte coinvolto nella vicenda: perché è segretario cittadino di An e perché da assessore alla pubblica sicurezza è stato il promotore delle telecamere in centro storico.
Secondo le prime indiscrezioni, non è escluso che l’autore delle scritte da An e alla Cgil possa essere lo stesso, paludato dietro il nome di battaglia “Acab”, inciso a chiare lettere in via Vaccari, ma assente in piazza Biade. Non è chiaro quale fosse l’obiettivo del raid che ha colpito da destra a sinistra e quale possa essere l’appartenenza ideologica dell’autore.
Sarà l’approssimarsi della data delle elezioni politiche, sarà una coincidenza, ma negli ultimi tempi si stanno ripetendo numerosi episodi di vandalismi mirati contro protagonisti della vita politica cittadina.
Il segretario dei Democratici di sinistra Luca Balzi, ad esempio, è finito nel mirino di due scritte minacciose nella zona di viale Quadri a distanza di tre mesi l’una dall’altra.
Sulla vicenda, intanto, si registrano i primi commenti, come quello particolarmente duro del presidente provinciale di Alleanza nazionale, l’on. Giorgio Conte. «Lunedì denunceremo l’episodio all’autorità di pubblica sicurezza - afferma il parlamentare -. Sono curioso di verificare i risultati dei filmati, perché queste sono le situazioni in cui possono davvero servire, altrimenti rischiano di essere inutili. Per questo mi auguro che la telecamera abbia potuto coprire anche quella parte della piazza. Non posso dire di essere preoccupato da questo tipo di aggressioni, a cui siamo purtroppo abituati: il portone della sede è già stato imbrattato più di dieci volte. Mi preoccupa, piuttosto, lo scenario futuro: questo è un gesto addebitabile a gruppi antagonisti e disobbedienti. Nella lontana e malaugurata ipotesi che personaggi come questi possano ricoprire ruoli istituzionali, ci dobbiamo preoccupare perché questi atteggiamenti non diventino tollerati anche dalle nostre istituzioni».
Conte dice di attendersi una ferma condanna da più parti, per quanto compiuto l’altra notte: «E tuttavia devo dire che, per tutta la giornata, nonostante l’atto sia ormai di dominio pubblico, non ho ancora ricevuto alcun atto di solidarietà. E di questo sono molto amareggiato».
«Sono scritte ingiuriose - commenta invece Oscar Mancini, segretario della Cgil - che se confrontate con altre apparse nella zona mi inducono a pensare che l’autore volesse affermare la sua contrarietà alla legge che compara droghe leggere e pesanti. Dire, però, che siamo servi di Fini mi sembra francamente troppo. Se ne poteva discutere: la Cgil è sempre aperta al confronto»
Sul caso indaga la Digos
Acab, fra Bibbia e Moby Dick «Ma non è uno spot elettorale»
(d. n.)Acab, con cui si firmano gli sconosciuti imbrattatori delle sedi di An e della Cgil, è una sigla nota in questura. Con ogni probabilità, più che al personaggio biblico che fu re di Israele nel nono secolo avanti Cristo, il riferimento è ad Achab, il capitano che voleva ammazzare la balena bianca Moby Dick nel celebre romanzo di Melville.
Negli archivi della Digos l’utilizzo di questo nome risulta fin dal 1996; dieci anni fa comparvero numerose scritte firmate Acab che facevano spesso riferimento a tematiche della campagna antiproibizionistica, e furono vergate sui muri della città almeno fino al 1998. Poi Acab scomparve nel nulla, fino a comparire qualche settimana fa nella zona di Anconetta e poi in varie zone della città, fino alle scritte della notte scorsa che inneggiano all’uso degli spinelli.
Per la polizia non è semplice dare una connotazione politica alle persone che hanno utilizzato la vernice indelebile su muri e portoni. «L’attacco è bipartisan - è stato riferito in questura - e pare vergato dalla stessa mano, con vernice rossa e arancione; medesime sono le tematiche». Di certo, per gli investigatori della Digos, col vicequestore Eduardo Cuozzo, non si tratta di una campagna legata a quella elettorale, ma di una presa di posizione contro la nuova legge sulla droga. Resta da capire perché, accanto ad An (è stato il ministro Fini il primo promotore della legge) sia stata imbrattata anche la Cgil, accusata però direttamente anche di essere “serva” (di chi?) e “traditrice”.
I servizi segreti: «L’estrema destra recluta forze fra gli ultrà al Menti»
(d. n.) Le formazioni politiche di estrema destra reclutano aderenti nella curva del Menti. Lo sostiene il Sisde in una relazione semestrale inviata al Parlamento, che lascia stupiti gli addetti ai lavori. Lo stadio di via Schio come luogo di propaganda politica però viene descritto dai servizi segreti in maniera dettagliata. Ma il fenomeno non interessa solo la tifoseria biancorossa.
Le formazioni della destra più estrema considerano le curve degli stadi italiani «ambito privilegiato per attività di propaganda e reclutamento». È quanto rileva la Relazione semestrale dei servizi segreti. «La diffusione, in occasione di eventi sportivi, di materiale di stampo neonazista, xenofobo ed antigovernativo - secondo l’intelligence - ha costituito, per settori dell’ultradestra, strumento di infiltrazione tra le frange del tifo ultras. In questo contesto - aggiungono gli esperti - sono maturati gli episodi di intolleranza razziale e di violenza contro le forze dell’ordine, ritenute simbolo della “repressione”, avvenuti in alcuni stadi italiani».
Il Sisde segnala anche «lo sviluppo di legami internazionali, attraverso gemellaggi con omologhe aggregazioni inglesi, tedesche, spagnole, francesi e forme di coordinamento tese a fomentare disordini in occasione delle trasferte». I contatti erano stati evidenziati negli anni passati anche da un’indagine della polizia, che aveva scoperto dei patti fra le frange estremiste vicentine con quelle altoatesine.
Le principali città interessate dall’infiltrazione dell’estrema destra nelle tifoserie ultras sono, secondo il Sisde, oltre a Vicenza, Roma (sponda laziale), Siena, Ancona, Trieste, Udine e Treviso, ma anche Milano, Ascoli, Piacenza, Torino, Verona, e Napoli.
Ma la tifoseria ultras non è solo di destra. Ci sono, infatti, spiega la Relazione, componenti della sinistra antagonista che si collocano in «una prospettiva di lotta dichiaratamente antifascista ed antirepressiva». Tra queste figurano «agguerrite frange dell’estremismo toscano». Al riguardo sono stati segnalati «incontri di carattere organizzativo e programmatico tesi a contenere e a contrastare la presenza sugli spalti degli avversari politici, anche attraverso un’azione di propaganda e proselitismo». Un fenomeno, questo, che non ha legami con il Veneto.
Questa situazione stupisce gli addetti ai lavori in ambito sportivo, ai quali non risultano episodi particolari avvenuti negli ultimi anni. Ma l’indicazione del Sisde è di quelle da non sottovalutare.
«Grazie alle telecamere il territorio è più sicuro»
Da alcuni mesi ne sono in servizio 21 fisse e 4 mobili
(c. z.) È entrato pienamente in funzione nell’ottobre dello scorso anno e da allora il nuovo sistema di videosorveglianza a fibra ottica attivo a Mussolente e Cassola è considerato il vanto dell'Unione dei due comuni e, per i rispettivi sindaci, un fiore da appuntare all'occhiello. Con venticinque occhi elettronici in attività e con una qualità delle immagini che il primo cittadino cassolese Antonio Pasinato definisce «la migliore possibile», il nuovo strumento elettronico è stato presentato come uno dei mezzi più efficaci in dotazione al comando della polizia locale per garantire un monitoraggio continuo sul territorio e la sicurezza dei cittadini.
Costato complessivamente 532 mila euro, l'impianto è stato finanziato in parte con i mezzi delle singole municipalità o con gli avanzi di amministrazione e in parte grazie a finanziamenti pubblici. La Regione ha contribuito alla spesa versando 66 mila euro, mentre il ministero dell'Interno ne ha stanziato 126 mila. Ventuno telecamere fisse e quattro brandeggianti sono state posizionate nei punti ritenuti maggiormente sensibili. Il comandante Franco Alberton e due agenti autorizzati in forza al Corpo dei vigili ora possono tenere sotto controllo, dalla stazione di San Zeno, tutte le zone monitorate e, in caso di necessità, intervenire immediatamente sul posto.
«A Mussolente - ha precisato il sindaco Mario Zanchetta - abbiamo sette videocamere fisse e due mobili che sorvegliano gli impianti sportivi, il piazzale della chiesa del capoluogo e la piazza di Casoni, l'ecocentro, l'incrocio tra via Roma, via Dante e via Vittoria, l'area nei pressi delle scuole medie e del parco».
Anche nel comune cassolese, dove sono presenti 14 telecamere fisse e due rotanti sono stati posti sotto il controllo elettronico gli ecocentri, le scuole, le piazze delle tre frazioni, oltre ad alcuni punti, come la cosiddetta zona dei "quattro cantoni" l'incrocio di viale Venezia a San Giuseppe, forse non particolarmente critici sotto il profilo della sicurezza ma, a quanto ha assicurato Pasinato, cruciali per la circolazione. Oltre a scoraggiare episodi di criminalità il sistema di videosorveglianza potrà infatti essere utilizzato anche per ricostruire correttamente la dinamica degli incidenti stradali.
«L'impiego della fibra ottica - ha rilevato il sindaco di Cassola - ci permette di ottenere in tempo reale delle immagini eccellenti, tanto da consentire, anche se solo come misura preventiva, la lettura delle targhe delle auto inquadrate».
I monitor ad ogni modo, come hanno tenuto a precisare i vigili, sono accessibili solamente al personale addetto a questo tipo di funzione in modo da non violare in alcun modo la privacy di ogni cittadino che, come è stato più volte ribadito, non dovrà sentirsi sorvegliato ma protetto.
«Molto presto - hanno annunciato i due amministratori - il sistema sarà potenziato; installeremo altre videocamere e ci stiamo attivando per riuscire a trasmettere direttamente i dati alla stazione dei carabinieri».
D'altro canto la potenzialità delle fibre ottiche non si esaurisce con il monitoraggio del territorio. Zanchetta e Pasinato hanno assicurato che si sta già studiando un sistema per permettere anche ai privati e alle aziende di allacciarsi ad una rete che potrà sostituire o integrare il sistema di collegamento veloce Adsl, che ancora non copre tutto il territorio dell'Unione.