19 GENNAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Teatro a corrente "alternata"

Teatro a corrente “alternata”
Con le Aim c’è un arretrato di oltre 15 mila euro
I tecnici hanno ripristinato l’energia. Ma la Cogi ha pagato?

(c. r.) E luce fu. Di nuovo. Dopo quello che Comune e Aim hanno definito solo un contrattempo, risolto nell’arco di poche ore. Se l’altra mattina alle 10 gli operai delle Aim si sono presentati nel cantiere di viale Mazzini, dove si sta costruendo il teatro, per staccare tutti i collegamenti elettrici, è stato solo per un malinteso, una piccola querelle nata per caso. In realtà l’impresa fiorentina non paga le bollette da parecchi mesi e il pregresso ammonta ad oltre 15 mila euro, per cui i tecnici di contrà S. Biagio hanno ben visto di avviare tutte le procedure di prassi informando, naturalmente, anche il cda di Aim.
Così lunedì mattina gli operai hanno fatto quello che, normalmente, accade a qualunque privato cittadino che non paga regolarmente le forniture: sigilli al contatore. Ma quella del cantiere di viale Mazzini non è una fornitura qualunque, si tratta pur sempre dell’opera più importante della città, dove l’Amministrazione comunale ha deciso di investire, almeno per quanto riguarda l’appalto con la Cogi, quasi 14 milioni di euro. Per cui se malinteso c’è stato, è stato risolto molto velocemente; si tratta solo di capire se la Cogi, in un solo pomeriggio, è riuscita a trovare i soldi per pagare le bollette. Soldi che, però, mancano per versare i contributi degli operai alla Cassa edile, per pagare la ditta subappaltratrice (Elbostano, intestata ad un egiziano con sede a S. Donato Milanese, in via Dante) e per gli operai che proprio domani dovrebbero ricevere lo stipendio che ogni mese arriva con qualche giorno di ritardo, al punto che gli addetti rispondono puntualmente con un’astensione dal lavoro. Perché, se così non fosse, la decisione sarebbe arrivata da qualche altra parte sovvertendo così regole che dovrebbero valere per tutti. Al riguardo il presidente di Aim, Giuseppe Rossi, taglia corto sostenendo: « Non so se la Cogi ha pagato, dovrei chiedere ai miei uffici.... ». La verifica attesa dal cronista fino alla tarda serata non è mai arrivata, malgrado le promesse del presidente delle Aim. Detto questo, l’amministratore delegato della Cogi costruzioni di Firenze, Giuseppe Coccimiglio non è raggiungibile: in ditta non sanno dove sia e al cellulare non risponde. « Non so nulla, né di energia elettrica, né tantomeno di Coccimiglio - taglia corto l’arch. Bressan - sono solamente il responsabile del procedimento, per cui delle procedure , non certo di quanto avviene all’interno del cantiere: se gli operai vengono o non vengono pagati, se il ristorante convenzionato dà loro da mangiare oppure no, non sono cose che mi riguardano. Sono in attesa del rapporto del direttore dei lavori e, poi sulla base di quello, verranno fatte tutte le valutazioni necessarie ». Finora, sulla base di quanto sostiene l’arch. Gianni Bressan, alla ditta sono stati riconosciuti undici stati di avanzamento dei lavori per un totale di 4 milioni e 160 mila euro, iva esclusa. A decidere la reale portata del ritardo doveva essere il sopralluogo che l’assessore ai Lavori pubblici, Carla Ancora, aveva individuato alla scadenza dei due anni dall’apertura del cantiere, ma il sopralluogo si farà e metà febbraio (come conferma il direttore dei lavori, l’ing. Mario Gallinaro, nella foto, nell’intervista pubblicata accanto ndr ). Nel frattempo le minoranze continuano ad insistere che il ritardo accumulato è superiore al 10 per cento, dopo il quale dovrebbe scattare la rescissione del contratto. Domani, comunque, sarà una giornata importante, gli operai dovrebbero essere pagati, nel frattempo alla Cassa edile di Vicenza risulta che la Cogi non ha versato le denunce contributive dei lavoratori di ottobre e quelle di novembre scadono appunto domani. Inoltre, la ditta subappaltatrice, che ha circa una decina di operai in cantiere, non ha mai versato dall’ottobre scorso un solo euro di contribuzione. Il Comune, naturalmente, è stato avvisato e se i pagamenti contributivi alla Cassa edile non sono regolari non si potrebbero liquidare nemmeno gli stati di avanzamento dei lavori, visto che quest’ultimi valgono come causa di irregolarità.

Il direttore dei lavori: «Ultimatum all’impresa Il sopralluogo è stato fissato a metà febbraio»

di Chiara Roverotto

- Ing. Mario Gallinaro, lei è il direttore dei lavori per la costruzione del nuovo teatro in viale Mazzini: qual è il ritardo accumulato in questi due anni?
«Direi che siamo nell’ordine dei 5 mesi, ma il problema è un altro».
- Si spieghi meglio?
«Manca quello che serve, un colpo di reni per dare vigore ad un cantiere che avanza in maniera stanca».
- Forse perché ci sono pochi operai?
«No, non è un problema di manodopera, si tratta di organizzazione».
- E questo è ancora più grave?
«Direi di sì».
- E in qualità di direttore dei lavori che cosa ha fatto per far cambiare “registro” alla Cogi di Firenze?
«Lo scorso 13 gennaio ho inviato una lettera all’amministratore delegato della ditta che ha vinto l’appalto, Giuseppe Coccimiglio e per conoscenza al responsabile delle procedure del cantiere per conto del Comune, all’arch. Gianni Bressan».
- E che cosa conteneva questa missiva: era l’ennesimo avvertimento alla Cogi o una sorta di ultimatum?
«Diciamo una sorta di ultimatum: o l’impresa dà segnali di un certo tipo, oppure la situazione si fa preoccupante. O, meglio, decisamente seria».
- Potrebbe proporre la rescissione del contratto?
«Questo non sarò io a deciderlo, ma il committente».
- Ma spetta a lei controllare lo stato di avanzamento dei lavori?
«Certo, infatti ho dato all’impresa un mese di tempo per sistemare alcune cose di natura tecnica, in sostanza verrà fatto un sopralluogo a metà febbraio».
- Questa lettera è arrivata in un momento molto delicato, alla scadenza dei due anni dall’avvio dei lavori, e quando l’assessore al lavori pubblici Carla Ancora per rispondere alle interrogazioni delle minoranze sui ritardi aveva fissato un sopralluogo attorno al 16 gennaio?
«Quella delle opposizione è un’osservazione sbagliata, la penale si calcola in un altro modo e posso affermare che finora non è stato superato quel 10 per cento massimo di ritardo dopo il quale dovrebbe scattare la rescissione del contratto».
- E se alla fine di questo mese quel dieci per cento dovesse essere raggiunto?
«Non ho nulla da temere, sono un professionista, farò la mia relazione al responsabile del procedimento, poi il committente, cioè il Comune, prenderà la sue decisioni».
- Ma lei ha mai avuto così tanti problemi in un cantiere? Operai non pagati, contributi non versati alla Cassa edile, interruzione dell’energia elettrica per mancato pagamento delle bollette, ditte subappaltatrici di cui si conosce molto poco...
«No, direi di no. Però l’impresa ha iniziato in maniera organizzata, poi c’è stato quello che definirei un disorientamento...».
- Sì, ma che non accenna a prendere una china diversa anche perché la consegna del teatro doveva avvenire alla fine di quest’anno?
«Direi che da quella data siamo molto lontani...».
- Ma se il Comune dovesse decidere di rescindere il contratto che cosa accade?
«Potrebbe subentrare la seconda ditta che ha partecipato ed è stata ammessa alla gara, ma se questa non fosse disponibile bisognerebbe ricorrere ad un nuovo appalto».
- Con che tempi?
«Diciamo che in cinque mesi il Comune potrebbe farcela».
- Ing. Gallinaro, è questo quello che vede all’orizzonte?
«No, vedo solo un’impresa in enorme difficoltà, disorganizzata alla quale è stato dato un ultimatum dal direttore dei lavori. Il resto non mi compete...».

E la Provincia mette le mani avanti sulla gestione
Mini-incidente diplomatico sulla diagonale di Piazza tra palazzo Trissino e palazzo Nievo

E poi c’è anche un piccolo "caso" procedurale, per quanto riguarda il nuovo teatro civico... Poco più che una curiosità da addetti ai lavori (politici, non edilizi) ma eloquente sugli umori in transito lungo la diagonale di piazza dei Signori tra palazzo Trissino e palazzo Nievo. Perché il "caso" - al limite dell’"incidente" politico-diplomatico - si sviluppa tra Comune e Provincia, e in qualche modo avrà sèguiti. Succede che i presidenti delle commissioni cultura dei due Palazzi - entrambi democristiani dell’Udc - si siano messi d’accordo su una convocazione congiunta dei rispettivi organismi per discutere di gestione del nuovo teatro civico che Vicenza sta costruendo in viale Mazzini. E succede che la chiamata di consiglieri comunali e provinciali, capi ente e capigruppo, assessori e presidenti, abbia un titolo più impegnativo quando la firma è di Mario Bagnara - che per conto del Comune sta esplorando la situazione pro-teatro - e abbia un titolo più blando quando la controfirma è del "provinciale" Claudio Beschin. Insomma: Bagnara chiedeva di discutere anche di "collaborazione con l’Amministrazione provinciale" in vista del futuro culturale e economico del teatro, mentre Beschin ha ridotto il tema dell’appuntamento (a casa sua in Provincia, lunedì prossimo, ore 17,15) all’ascolto di quanto dirà il Comune e all’approfondimento di eventuali curiosità dei suoi colleghi di palazzo Nievo. Che cosa vuole dire tutto questo?
Che la presidente provinciale Manuela Dal Lago - che è anche consigliera comunale di Vicenza - non ha gradito granché lo slancio di Bagnara con Beschin: «Ha visto la cosa con meraviglia» è la sensazione del suo assessore alla cultura, l’aennista Tonino Assirelli. Che la Provincia ci tiene a mettere subito in chiaro che eventualità gestionali immaginate in Comune «non possono passare - è la spiegazione di Assirelli - per iniziative o decisioni delle commissioni consiliari» . Che anche la sola ipotesi di una compartecipazione della Provincia alla costosa e complessa vita futura del teatro non è materia da gregari della politica, ma da grandi capi: «Ancora non si sono parlati di questo la presidente Dal Lago e il sindaco Hüllweck, che tra l’altro è anche assessore alla cultura in Comune - annota sempre Assirelli - la prudenza istituzionale è un obbligo» . Le commissioni non si possono impegnare più di tanto: è questo il messaggio preventivo lanciato dalla Provincia. «Niente in contrario ad ascoltare quello che avrà da dire il Comune - spiega Assirelli a proposito di quello che definisce «al limite uno scambio di cortesie tra due presidenti di commissione dello stesso partito» - ma noi non possiamo impegnarci: non abbiamo competenze dirette e il mio assessorato ha avuto quest’anno un taglio dell’8 per cento» . Per dirla in numeri: in materia di teatri, balletti, prosa e lirica la Provincia spende in tutto una cinquantina di migliaia di euro, spartite tra Bassano, Lonigo, Montecchio, Thiene, amatori della Fita e sacri rappresentatori trecenteschi del Centro veneto; stanti così le cose, non si andrebbe oltre una simbolica partecipazione alle preoccupazioni finanziarie vicentine, che si misureranno in milioni di euro all’anno. Ma Bagnara come prende la cosa? Il presidente della commissione comunale è tranquillo: «Nessuna volontà di scavalcare nessuno, nessun appuntamento decisionale...» . Quello che gli interessa, spiega da titolare del mandato conoscitivo votato in sala Bernarda, è parlare anche con la Provincia della Fondazione Teatro che dovrebbe nascere, che dovrebbe essere «a partecipazione non solo pubblica, ma anche di enti privati» , che va preparata attraverso la più ampia consultazione «con il coinvolgimento, mi auguro, delle più importanti istituzioni» .