18 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Ora i conti del 2005 diventano un rebus
Perplessità verdi sul nuovo piano "Giardino Riello"

Il nuovo assessore avrà appena 40 giorni per lavorare su un bilancio da inventare: non c’è più tempo per varare il piano delle cartolarizzazioni, si parla di tagli pesanti, mentre si teorizza un aumento della pressione fiscale se la Finanziaria scongelerà l’aliquota Irpef. Resta da sciogliere il nodo Amcps: ora spunta l’ipotesi Bressan
Ora i conti del 2005 diventano un rebus
Zocca resta trincerato nel "no comment"

di G. Marco Mancassola

«Non c’erano le condizioni per lavorare serenamente al bilancio di previsione per il 2005». Con queste parole Carla Ancora si è congedata dall’assessorato al bilancio, mettendo fine a quattro mesi di polemiche sconfinate anche sui manifesti ulivisti appesi in tutta la città, e rimettendo venerdì sera l’incarico nelle mani del sindaco Enrico Hüllweck. Una delega che nessuno voleva nella squadra di Giunta e che sabato mattina Hüllweck ha prontamente caricato sulle spalle di Marco Zocca, che ha appreso la staffetta via segreteria telefonica. Palla più difficile da giocare non avrebbe potuto arrivare sui piedi dell’ex dissidente forzista Zocca: innanzitutto perché l’assist arriva dopo mesi di scontri indiavolati con l’opposizione e dentro la maggioranza sui disallineamenti registrati rispetto ai conti di Aim; secondo perché, per riuscire ad approvare la più importante delibera dell’anno entro il 31 dicembre, come consuetudine delle Amministrazioni guidate da Hüllweck, il neoassessore dovrà cucinare la finanziaria comunale in appena quaranta giorni; terzo, perché sarà un altro bilancio di sacrifici, lacrime e sangue, fatto di tagli o di aumento della pressione fiscale. Non a caso, Zocca, nominato appena 80 giorni fa titolare dei lavori pubblici, nei giorni scorsi, di fronte alle ipotesi di avvicendamenti, aveva fatto capire che non avrebbe per nulla gradito di cedere gli onori dei Lavori pubblici per assumersi gli oneri del Bilancio. E sul fatto che il trasloco sia un calice amaro, la dicono lunga l’irreperibilità telefonica di sabato e il rigoroso «no comment» di ieri. Un silenzio che alle orecchie di molti big del centrodestra suona gravido di nuove tensioni. E dire che a fine luglio sindaco e neoassessore sorridevano davanti ai fotografi stringendosi vigorosamente la mano: era il giorno del siluro ad Alberto Maron, il giorno della reunion fra i due dopo un anno di tensioni e incomprensioni. Quel giorno il sindaco aveva scherzato: «E ora al lavoro. Se non produrrà, lo bastoneremo». Qualche crepa - viene fatto notare - era riaffiorata nell’ultimo mese. Giusto martedì il primo cittadino appariva in televisione per parlare del restauro di piazza S. Lorenzo. Al suo fianco, però, c’era l’ex titolare delle opere pubbliche, proprio Maron, defenestrato appena due mesi prima. Assente Zocca, che sibilava: sarebbe stato corretto almeno avvertire. Dentro Forza Italia e la maggioranza gli interrogativi mulinano intorno alle possibili ritorsioni in consiglio comunale. In altre parole, ci si chiede se sia ancora così coeso e forte il gruppo dei sei azzurri cosiddetti "dissenzienti" che in estate aveva siglato un armistizio con il sindaco. Un patto da cui era scaturita la promozione ad assessore di Zocca, che avrebbe dovuto dare garanzie (disattese) all’ala carolliana nel Cda di Aim e che dovrebbe prevedere l’ingresso in Giunta di Roberto D’Amore. Un’operazione, quest’ultima, che viene annunciata a spese di Francesca Bressan, ma che ora rischia di slittare ulteriormente, sempre che non si trovi a breve un incarico alternativo per la Bressan. E una delle ipotesi che circolano a palazzo danno l’architetto delle pari opportunità come possibile nuovo presidente di Amcps, dove il Cda è in prorogatio da oltre un anno. Solo un’ipotesi, però, che dovrà fare i conti con l’Udc, alleato in stato di agitazione dopo l’esclusione dal Cda di Aim. La vera grana amministrativa, tuttavia, resta il bilancio del 2005, che l’uscente Ancora ha predisposto nella sua fase preliminare, quella prettamente contabile, nella quale vengono recepite le esigenze di spesa dei vari assessorati. Ora bisogna ingranare la marcia delle scelte politiche: e di fronte a una coperta che si fa sempre più corta, per varie ragioni, fra cui i diminuiti trasferimenti dalla Spa di S. Biagio, bisognerà operare scelte precise, dal momento che ancora una volta la ristrutturazione del bilancio varando il piano delle cartolarizzazioni si avvia ad essere rinviata agli esercizi futuri. E quindi: o si lavora di forbici, tagliando quel che si può tagliare, oppure si schiaccia il pulsante della pressione fiscale, attendendo di leggere il testo di una Finanziaria che potrebbe scongelare la possibilità per i Comuni di incrementare l’aliquota Irpef. Ipotesi che nessuno ammette, ma che da giorni circola nelle chiacchiere dei partiti. Carne sulla graticola ce n’è a sufficienza, ma il cuoco è cambiato: chi si scotterà le mani?

«Non c’era il giusto clima dentro la maggioranza»
«Riparto con nuovi stimoli dopo tanti obiettivi raggiunti»

(g. m. m.) L’avevamo lasciata accigliata in consiglio comunale nella strenua apologia sui conti comunali incerottati fra luglio e settembre, la ritroviamo serena e pacata al telefono, in una domenica mattina impastata di chiacchiere e commenti. Carla Ancora ha fatto le valigie, sì, come chiedevano l’opposizione e parte della maggioranza. Ma non per uscire di scena, semplicemente per trasferirsi dal secondo piano del palazzo Trissino con vista su corso Palladio, al terzo piano del palazzo degli uffici con vista su piazza dei Signori. L’assessore "di fiducia" del bilancio, recuperata da Hüllweck nonostante il magro risultato alle elezioni del 2003, è diventata l’assessore "di fiducia" ai lavori pubblici: un assessorato, questo, che vede cambiare il vertice per la terza volta in tre mesi. Se ci trovassimo nell’arena calcistica, si direbbe che il modello di Hüllweck sono i presidenti mangia-allenatori alla Gaucci o alla Moratti. - I maliziosi se l’erano immaginata freneticamente al lavoro venerdì notte per far sparire dal suo ormai vecchio ufficio le carte più segrete...
«No, nulla di tutto questo - risponde sorridendo l’assessore -. Figuriamoci, le carte sono sulle scrivanie dei tecnici».
- Perché ha rassegnato le dimissioni venerdì sera?
«Siamo nella fase cruciale della predisposizione del bilancio. Ho completato la parte preliminare, più tecnica, ora era necessario entrare nella parte più strettamente politica. Ma non ritenevo ci fosse più il clima giusto, la serenità per continuare a lavorare al bilancio programmatico del 2005».
- A causa della campagna scatenatale contro dall’opposizione?
«Direi di no. La mia scelta è dovuta alle tensioni all’interno della maggioranza».
- Il trasloco è una promozione o una bocciatura?
«Non è una bocciatura, non può esserlo: lascio i conti in ordine, dopo sei consuntivi e cinque bilanci di previsione. Il bilancio del 2003, merita di essere ricordato, ha chiuso con un avanzo di 2,5 milioni di euro, mentre quello del 2004 è in equilibrio. Credo sia stata un’esperienza molto positiva, caratterizzata da risultati importanti e storici. Penso all’operazione della Centrale del latte, venduta e ancora funzionante a Vicenza. Oppure alla trasformazione in Spa e alla successiva organizzazione in holding di Aim».
- Quali obiettivi si pone con il nuovo referato?
«Non c’è stato il tempo di studiare strategie. Posso dire che quella dell’assessore al bilancio non è una sedia comoda. Non dico che ora mi godo un po’ di riposo, perché non sarà così, ma certo ritrovo molti stimoli nuovi. E poi, dopo tanti anni passati a reperire risorse, ora finalmente passerò alla fase operativa di chi realizza le opere».
- Un’operazione che non ha portato a termine è il piano di cartolarizzazioni, che ha ampiamente illustrato alla maggioranza dall’estate scorsa, ma che non sembra essere pronto per far parte dei programmi comunali già nel 2005. Cosa accadrà al prossimo bilancio: più tagli o più tasse?
«Delle cartolarizzazioni, che comportano una modifica strutturale del bilancio, si parla da anni. Ma è indispensabile che nella maggioranza venga trovato un accordo politico. Sul 2005 non azzardo previsioni. Certo, le spese aumentano e le entrate nella migliore delle ipotesi resteranno uguali. Quindi, o si taglia, o si ritoccano le entrate».
- Oppure si dà l’ok alle cartolarizzazioni...
«Sì, ma bisogna correre».

Intanto dall’opposizione Alifuoco (Ds) ribadisce la mozione di sfiducia
«Ma questa è "poltronite" acuta»

Alla luce del blitz compiuto dal sindaco sabato mattina, dal quale è scaturita la staffetta fra Ancora e Zocca, che fine farà la mozione di sfiducia che il consiglio comunale ha riportato in agenda per la seduta del 28 ottobre? «Resta valida, non verrà ritirata», ribadisce il consigliere diessino Ubaldo Alifuoco, che per primo aveva puntato l’indice contro gli squilibri fra i bilanci di Comune e Aim. A ben guardare, però, la mozione fa riferimento all’operato nelle vesti di assessore al bilancio. Ora che il blitz preventivo di Hüllweck ha trasformato l’Ancora in assessore ai lavori pubblici, cosa si sfiducia? «La realtà è che quanto sta avvenendo è un pateracchio - continua Alifuoco - confezionato dall’incapacità del sindaco di affrontare il confronto aperto in consiglio comunale e il voto. Purtroppo questo sindaco non ha il coraggio delle proprie posizioni. Solo l’altro giorno sembrava che l’assessore non avrebbe accettato scambi, coerentemente con le proprie dichiarazioni. Poi, però, lo scambio viene accettato di buon grado. Si tratta di un’incoerenza che rivela una "poltronite" acuta. Quello che conta e che interessa, alla fine, è la poltrona». Il consiglio comunale, che giovedì è andato in bianco per l’ennesima volta a causa della mancanza del numero legale, torna a riunirsi anche questa settimana. Un appuntamento che potrebbe già trasformarsi in barometro degli umori nella Casa delle libertà, ma soprattutto all’interno di Forza Italia, dopo una decisione in solitudine o quasi che ha spiazzato molti e scompaginato le diverse anime del primo partito cittadino.


Asproso vuole chiarimenti
Perplessità verdi sul nuovo piano "Giardini Riello"

Il consigliere comunale Ciro Asproso non nasconde la sua curiosità sull’ "ipotetico" accordo tra i privati e il Comune sul piano di lottizzazione "Giardini Riello" noto anche come "area delle montagnole". Precisa infatti il rappresentante dei Verdi in sala Bernarda: «In questa storia c’è qualcosa che mi sfugge e che vorrei che mi fosse chiarito. Il comitato che da anni si batte per il parco integrale è stato convocato nelle ultime settimane dall’assessore all’urbanistica Franzina, che ha comunicato che c’è un nuovo accordo ed ha consegnato una lettera nella quale i privati fanno sapere di aderire alle indicazioni di un progetto riveduto e corretto. Non è stata consegnata una nuova bozza di piano, ma solo una lettera. Sulla quale, avrei tanto da ridire». E infatti Asproso, poiché anche nell’assemblea pubblica che s’è tenuta nei giorni scorsi nella parrocchia di S. Andrea sulle rotatorie di via Quadri e corso Padova s’è discusso di un nuovo progettto viabilistico in aderenza all’accordo sull’ "area delle montagnole", ha elencato tutte le sue perplessità (sono tante) in una domanda di attualità alla quale attende risposta in Consiglio comunale. Perché emergono troppe "novità" dal raffronto tra il contenuto della lettera piano e l’ultimo progetto risalente a novembre 2002, che prevedeva 4 condomini di 5 piani l’uno per un totale di circa 115 appartamenti. Ad esempio ora verrebbe ridotta la volumetria prevista di 2400 metri cubi, pari a circa il 9 per cento del volume massimo consentito, ma rileva Asproso - «tale riduzione non riguarda il privato, che mantiene inalterata tutta la propria potenzialità, bensì il Comune che rinuncia alla sua quota di diritti edificatori». Adesso poi l’edificio di 7000 metri cubi pensato vicino al palascherma non verrebbe più realizzato ma non sparirebbe: il consigliere Verde arguisce che «semplicemente la volumetria totale viene utilizzata per l’edificazione di due nuovi palazzi, uno in via Fsinieri e l’altro sempre in via Riello ma ai margini del parco e per di più con un incremento di volume di 2500 metri cubi, perché viene riconteggiato un vecchio palazzo fatiscente già incluso nel comparto». Infine, come se ciò non bastasse, Asproso ritiene che «aumenterebbero le altezze degli edifici, dal momento che è prevista la possibilità di un piano aggiuntivo esteso a non più del 50 per cento della superficie coperta: in parole povere significa un bell’attico». Ma se aumenta l’edificabilità, cala il verde. Infatti il consigliere comunnale rileva che «secondo la legge 1444 del 1968 il rapporto metro quadrato di verde-abitante dovrebbe essere di 9 metri quadrati, tutta l’area in esame raggiunge appena un rapporto di 5,36 ma solo con l’attuale "area delle montagnole, mentre se fosse approvata la lottizzazione "Giardini Riello" il rapporto scenderebbe addirittura a 2,56». E sulla torta del cosiddetto nuovo piano c’è anche la ciliegina del problema viabilistico che si aggrava, «perchè - argomenta Asproso - gli accessi ai nuovi edifici (81 unità abitative in via Riello, 34 in via Fusinieri) sono previsti in prossimità di tre scuole, frequentate da 776 alunni e dai rispettivi famigliari, con nuova rotatoria, quella che sarà realizzata in corrispondenza del cavalcavia di via Aldo Moro, a ridosso della materna». Insomma questa lottizzazione aggraverebbe pesantemente una situazione già precaria, per cui il consigliere si pone una domanda e la "gira" al Consiglio comunale: se a perdere i diritti edificatori sarà solo il Comune, se non si realizza alcun incremento di verde, se gli edifici vengono elevati di un piano, se la viabilità viene peggiorata e se la futura rotatoria porta maggior traffico vicino alle finestre della scuola materna, ma dove sono i pregi di questo nuovo accordo?