Nomadi, la rivolta di Vicenza est
Franzina fa dietrofront. Dal Lago: «Decidere in fretta»
di Gian Marco Mancassola
«No alla folle idea di collocare il nuovo campo nomadi unificato a Vicenza est». A capeggiare la rivolta di via Zamenhof ci sono imprenditori a bordo di Mercedes e consiglieri comunali della stessa maggioranza che quella proposta aveva avanzata. C’erano una cinquantina di convenuti, ieri pomeriggio, seduti ai tavoli del bar “Seven” per sparare ad alzo zero contro la relazione urbanistica confezionata per individuare un’area in cui realizzare il campo nomadi unico, dove concentrare le famiglie ospiti nelle aree di viale Cricoli e viale Diaz. Una relazione che ha infiammato una polveriera, rendendo nota a tutta la città una strada che fino a ieri pochi conoscevano, alle spalle del foro boario, vicino al villaggio americano, ma soprattutto di fronte ad alberghi, ristoranti, bar e un centinaio di aziende artigiane, molte delle quali orafe.
Il solo annuncio dell’ipotesi, prima ancora di ogni decisione di Giunta, che non è mai arrivata e probabilmente mai arriverà, ha scatenato uno scontro tutto interno alla maggioranza, con protagonisti i due assessori proponenti, all'urbanistica Maurizio Franzina (Forza Italia) e agli interventi sociali Davide Piazza (Lega nord), contro il metodo dei quali si sono schierati il consigliere comunale Ivo Furlan, il consigliere provinciale Nereo Galvanin e il presidente della circoscrizione 3 Lucio Zoppello, tutti forzisti e tutti rappresentanti della zona e delle frazioni di Settecà, S. Pietro Intrigogna e Casale.
I bene informati raccontano che gli umori, prima dell’assemblea, erano orientati a chiedere le dimissioni dei due assessori. Poi qualcuno ha predicato moderazione e il risultato è che ci si avvia a una raccolta di firme, dalla quale potrebbero scaturire la nascita di un comitato anti-campo nomadi e la richiesta di un incontro con il sindaco Enrico Hüllweck. Non sono rotolate teste, ma non è neppure finita a tarallucci e vino: i movimenti del Comune non sono piaciuti e verranno tenuti sotto tiro finché non verrà ufficialmente abbandonata la pista di via Zamenhof, «perché della coerenza di questi amministratori è meglio non fidarsi troppo».
«Troppi gli investimenti fatti su quell’area - hanno lamentato i promotori dell’iniziativa - per veder buttato tutto alle ortiche con una proposta insensata che avrebbe una ricaduta pesantissima sull’immagine e la sicurezza dell’intero comprensorio produttivo».
In mezzo al pubblico oltre a Furlan, Zoppello, Galvanin, anche il deputato aennista Giorgio Conte e il presidente del consiglio comunale Sante Sarracco. Assenti consiglieri di opposizione ed esponenti della Giunta.
E tuttavia l’assessore Franzina, che mercoledì ha vivacemente litigato in Giunta con il collega Piazza, fa capire che sono iniziate le operazioni di disarmo: «Probabilmente avevamo trascurato la forte presenza imprenditoriale e gli aspetti politici, economici, sociali, culturali, emotivi. Ora è iniziata una nuova fase di riflessione, con un tavolo di lavoro che coinvolgerà tutte le circoscrizioni, rimettendo in gioco tutta la città. Via Zamenhof? A questo punto mi sembra un’ipotesi chiusa».
Sulla bilancia del repentino dietrofront probabilmente ha finito per pesare anche il vasto bacino di voti che Forza Italia ha incamerato da queste parti nell’ultima tornata elettorale. Senza dimenticare che i proprietari dell’area non avevano mai dato la disponibilità: «Ma questo non sarebbe stato un problema tecnico, poiché dal punto di vista urbanistico avremmo potuto acquisirla», conclude Franzina.
Il rischio è che l’ora delle decisioni slitti perennemente a data da destinarsi, perdendo l’appuntamento con i contributi regionali, richiedibili entro gennaio. Per queste ragioni, ieri la capogruppo leghista Manuela Dal Lago ha ribadito «la necessità di individuare un’area per il campo unico in tempi brevi, poiché non è possibile mantenere i due attuali campi che sono fuori norma».