Dal Molin agli Usa
«Siamo contenti
e ora tutti a Roma»
(al. mo.) «Contenti»; «Un passo avanti»; «Un piacere lavorare con la città e tutti gli altri enti». Non nascondono la soddisfazione i vertici del comando Usa Setaf della Ederle dopo il sì di giovedì scorso del Comipa, il Comitato misto paritetico che ha dato l’ok al progetto del passaggio del Dal Molin agli americani. Al punto che, nonostante ci siano altri passi fondamentali da fare come ottenere il sì del Governo, parlano già di «piano di transizione da sviluppare insieme».
La nota di Vincent C. Figliomeni (nella foto), consigliere politico della base Usa, ricostruisce il voto di giovedì dove «oltre ai membri del comitato, composto da un ugual numero di militari e civili, ha presenziato come osservatore anche il sindaco di Vicenza con il segretario Zaccaria». Una presenza senza diritto di voto, ci tiene a precisare.
Dopo l’approvazione del progetto «la vicenda sarà portata sul tavolo del gruppo di lavoro costituito a Roma, assieme a Comune e Provincia di Vicenza, per esaminare nei dettagli la fattibilità dell’operazione». Tavolo dove siederanno anche delegati di Difesa, Trasporti ed Enac (l’ente per l’aviazione civile). Il tutto, dice sempre la nota della Ederle «salvaguardando le esigenze dell’aeroporto civile e della comunità vicentina». Poi toccherà al parere della commissione ministeriale e al governo.
Ma chi vede nel passaggio del Dal Molin agli Usa un problema non resta in silenzio. Il centrosinistra infatti chiede il referendum fra i cittadini, proposta avanzata a suo tempo anche dal sindaco Hüllweck. L’Udeur in particolare è sul piede di guerra: «Quel voto favorevole del Comipa non ci sorprende visto che è formato prevalentemente da militari e da esponenti del centrodestra». Insomma «è tempo che il governo Prodi si esprima con chiarezza: dobbiamo impedire che a Vicenza si consumi l’ennesimo sacco del territorio».