Quasi 4 ore di contestazioni di 300 residenti
e poi il centrodestra disegna il nuovo Laghetto
di Giovanni Zanolo
Approvato, ma quasi era rissa. Con maggioranza risicata e un voto contrario all’interno della stessa Cdl, sotto un scroscio continuo di urla e insulti da parte della cittadinanza, è stato approvato martedì notte durante il consiglio di circoscrizione 5 il piano particolareggiato 10 di Laghetto. Dopo la scorsa seduta interrotta da un’invasione di massa dei cittadini, questa volta gli abitanti hanno trovato tutto lo spazio necessario per esprimere con particolare veemenza (e spesso sopra le righe) che il Pp10, così com’è, non va. Non sono tuttavia servite le ben quattro ore di interventi durante le quali i quasi trecento cittadini che occupavano l’aula magna scelta appositamente hanno fatto da padroni, zittendo gli assessori Zocca, Cicero e Piazza, impietriti dalla violenza popolare. Tuttavia, le stesse regole della democrazia in virtù della quale il presidente della 5 Marco Bonafede ha dato la parola a tutti (ma proprio tutti, tanto che l’ordine del giorno è iniziato all’una di notte) hanno dissolto nel nulla, con una semplice alzata di mano, le proteste di chi, giovani e vecchi, sono rimasti fino a notte tarda per cercare di capire meglio quale fosse il destino del loro quartiere e, possibilmente, decidere insieme: «L’esito del voto manifesta un evidente scollamento tra i rappresentanti politici del centro destra e i propri elettori – dichiarano i consiglieri di Vi cap, Ds, Verdi e Margherita – Ma i consiglieri di Fi, An e Ln hanno preferito cedere alle pressioni dell’amministrazione comunale».
E i motivi di insoddisfazione sono tanti, dall’incertezza sul futuro per il Dal Molin alla viabilità: «Ventimila nuove abitazioni in tre decenni, con oltre 2500 abitazioni sfitte e poco meno di invendute, sono un motivo sufficiente per dire no al ricatto di chi pretende di costruire un nuovo quartiere per non perdere i finanziamenti Erp - attaccano i consiglieri comunali Ciro Asproso e Antonio Dalla Pozza, riferendosi all’ultimatum della Regione che, a quanto pare, non ristanzierebbe i fondi senza un’approvazione del progetto entro il 7 agosto -. La quotidiana congestione del nodo Marosticana-Dal Verme-S. Antonio dovrebbe convincere che abbisogna una seria rivalutazione d’impatto ambientale e viabilistico per via Dei Laghi». Ma non servono le promesse di Cicero di agire sui tempi semaforici. Rimane infatti la viabilità a rappresentare il cruccio principale. Anche per Bonafede che, di fronte al silenzio dei consiglieri della sua maggioranza (a parte i coraggiosi Gianello e Nuciari), cerca di calmare le acque: «Non giustifico ma comprendo i consiglieri, probabilmente intimoriti dalle urla della cittadinanza presente che, comunque, non rappresenta il parere di tutto Laghetto. Conosco molti pienamente soddisfatti del piano, che certamente ha dei difetti, e che forse si poteva spiegare meglio, ma che tuttavia potrà essere migliorato in consiglio comunale. Intanto abbiamo fatto quello che potevamo, basandoci, tra l’altro, proprio su un progetto del ’94 fatto dal centrosinistra».
Ma niente da fare, per gli abitanti. E c’è chi chiede le dimissioni del consiglio, chi propone lo sciopero fiscale, chi raccoglie firme per una petizione popolare: «Peccato che non si sia cercata mediazione, cosa che non sarà più possibile in consiglio comunale - spiega Giancarlo Albera - Perché non è possibile un sereno dialogo con i cittadini interessati senza la mannaia del voto?».