Un pieno di colza, please
Anche nel Vicentino va a ruba l’olio surrogato del diesel
di Alberto Tonello
La corsa dei vicentini di supermercato in supermercato
alla ricerca, sempre più difficile, di olio di colza
da mettere nei motori diesel potrebbe essere ad una
svolta. Anche in Veneto, a disposizione di tutti i
vicentini, c’è un rivenditore di biodiesel (olio di
colza al 90% e girasole al 10). E questa volta è nel
pieno rispetto della legge. Infatti acquistare al
supermercato l’olio di colza da usare al posto del
gasolio per l’automobile è illegale, in quanto si
evadono le accise sui carburanti e le pene sono
severissime (pecuniarie ed anche il carcere).
Nonostante ciò, se l’olio di colza in questi giorni è
praticamente introvabile, significa che anche i
vicentini, incuranti dei rischi, hanno scelto di
risparmiare un buon 40%, ma soprattutto di inquinare
molto meno.
Per tutti questi cittadini la soluzione legale si
chiama Ecofuel, una ditta di Sant’Ambrogio di
Valpolicella, sulle colline a ridosso di Verona,
specializzata nella vendita di Biodiesel.
«Noi possiamo vendere anche al dettaglio - spiegano
dagli uffici dell’Ecofuel - a patto che l’acquirente
abbia la partita iva. Tutto ovviamente è assolutamente
in regola con il pagamento delle accise e i vantaggi
sono due: il biodiesel costa un po’ meno del gasolio
normale, ma soprattutto inquina infinitamente meno».
Come dire, la scelta innanzitutto è ecologica e solo
in seconda battuta anche economica. La ditta vende due
tipi di biodiesel: una miscela al 25% per alcuni tipi
di auto e un biodiesel 100%: «Anche i modelli che sul
libretto di manutenzione dell’auto non mettono la
compatibilità con il biodiesel 100% - spiegano dalla
Ecofuel - in realtà possono circolare senza problemi,
ma chi non vuole correre rischi può acquistare la
miscela. Tutte le marche tedesche sono compatibili, le
italiane si stanno attrezzando, ma rischi particolari
non ci sono anzi».
Il biodiesel infatti, composto praticamente da olio di
colza esterificato (cioè trattato chimicamente) è più
solvente rispetto al gasolio, ha le stesse prestazioni
e permette al motore un movimento più rotondo. Ma
soprattutto dal tubo di scarico non esce anidride
carbonica e i parametri di inquinamento sono
bassissimi rispetto al gasolio normale. Nonostante ciò
il biodiesel di colza non è inserito tra le deroghe
ammissibili per la circolazione con targhe alterne.
Fin qui i pregi, ora veniamo a qualche disagio per chi
decide di compiere la riconversione ecologica al
biodiesel. La Ecofuel fornisce quantitativi minimi di
500 litri di carburante, che debbono quindi essere
stoccati in una cisterna. Qui le possibilità sono tre.
Acquistarne una dalla stessa ditta, da 1300 litri, con
tanto di pompa, per farsi il proprio distributore
personale, al costo di 1400 euro a cui si deve
aggiungere l’iva, oppure da 500 litri, sempre con
pompa a 650 euro, sempre da ivare. La soluzione più
economica invece è acquistare il cosidetto cubo di
plastica, che si trova dai rivenditori di materiale
enologico, capacità 500 litri, al costo di 100 euro.
E infine veniamo al dettaglio dei costi del
carburante. Attualmente siamo sugli 87 centesimi litro
più iva, con un risparmio di sei o sette centesimi
rispetto al gasolio, risparmio che aumenterebbe se
l’acquirente fosse in grado di scaricare anche l’iva.
Condotti test positivi negli Stati Uniti
I propellenti “bio” riducono le emissioni di anidride
carbonica
( al. to. ) Diesel-Bi® è il nome commerciale del
biodiesel, prodotto da Novaol. È un combustibile di
origine completamente vegetale, fonte di energia
rinnovabile e a basso impatto ambientale alternativo
al gasolio convenzionale.
Il Diesel-Bi® ha praticamente le stesse
caratteristiche chimico fisiche del gasolio, di cui è
un sostituto ottimale e somma, ai vantaggi
prestazionali, quelli ambientali. Riduce le emissioni
inquinanti, quali ad esempio: polveri (le famigerate
PM10) idrocarburi policiclici aromatici ed incombusti,
ossidi di zolfo.
Essendo una energia rinnovabile, rispetto al gasolio
non incide sul quantitativo globale di anidride
carbonica prodotta, maggior responsabile dell'effetto
serra, ed ogni chilo di gasolio sostituito corrisponde
ad un risparmio di 2,5 chili di anidride carbonica.
L'utilizzo del biodiesel negli impianti di
riscaldamento e nei motori diesel, puro o in miscela,
permette una sostanziale riduzione degli inquinanti.
Oltre alla riduzione degli inquinanti tradizionali, si
deve sottolineare che, all'interno di una stessa
famiglia di inquinanti, la composizione qualitativa di
quelli emessi dal biodiesel è diversa rispetto a
quella del dal gasolio minerale e le caratteristiche
di nocività sono assai inferiori.
Il Dipartimento Minerario Statunitense ha condotto
alcuni test sul particolato emesso dai motori diesel
alimentati a biodiesel, ed i risultati documentano che
la mutagenicità diminuisce del 50% rispetto al
gasolio, collegando questo comportamento alla mancanza
di composti aromatici e di idrocarburi policiclici
aromatici (IPA). Altri test confermano che anche le
miscela gasolio biodiesel diminuiscono il livello
degli IPA ritenuti più pericolosi, come ad esempio il
Naftalene, fluorene e benzopirene. Nel biodiesel non
sono presenti metalli nocivi come il piombo, il
cadmio, il vanadio ed altri, non contiene zolfo e
quindi, oltre a ridurre il contenuto di solfati nel
particolato, non contribuisce ad aumentare il rischio
di piogge acide. Il biodiesel è biodegradabile al 95 %
in 28 giorni, mentre il gasolio si degrada, dopo lo
stesso numero di giorni, solo al 40%.