17 MAGGIO 2006

Servitù militari «Necessaria più trasparenza»
Case popolari, opposizione all’attacco del nuovo bando

Questionario Osservatorio
Servitù militari «Necessaria più trasparenza»
Presenza militare in città, un questionario per informare i cittadini sulle scelte della Ederle e sul futuro del Dal Molin e delle forze Usa

di Gian Maria Maselli

Servitù militare è un termine tecnico che sta ad indicare la concentrazione di strutture, apparati e personale militare in un dato luogo. In città c'è chi ha molte domande da porre, relative a temi assai delicati per la vita della comunità: sicurezza, ambiente e trasparenza nelle decisioni. È il caso dei promotori del neonato Osservatorio sulle servitù militari a Vicenza. «La città deve sapere con esattezza e trasparenza cosa sta succedendo a Vicenza sotto l’aspetto degli insediamenti militari. I media vicentini stanno da tempo facendo riferimento alla possibile cessione dell'aeroporto Dal Molin alle forze Usa, e riferiscono di progetti per l’allargamento della costruzione della caserma Ederle con la costruzione di un ulteriore villaggio lungo via Aldo Moro, circa cinquecentomila metri quadri di cementificazione di terreni attualmente agricoli. E tutto questo dopo che si è insediata a Vicenza, il 26 gennaio scorso, la sede della Gendarmeria Europea. Stiamo perciò distribuendo ai vicentini un questionario per chiedergli fino a che punto siano informati sulle varie sfumature che questa situazione comporta per la città e anche per lo Stato italiano. Questa è la prima iniziativa concreta presa dall' Osservatorio, ma altre ne prenderemo, interrogazioni parlamentari comprese, visto che l’affare Dal Molin parrebbe ricadere ora sotto la competenza del ministero della Difesa italiano». Con queste parole ieri, nel corso di una conferenza stampa, Olol Jackson, consigliere circoscrizionale dei Verdi, Marco Palma, segretario cittadino dei Comunisti italiani e Martina Vultaggio, coordinatrice di Ya Basta, hanno voluto sollevare alcune questioni relative al futuro di Vicenza e iniziare a far conoscere alcuni aspetti poco noti della presenza militare, in via di accrescimento (attualmente i militari americani sono 3565, come riferisce il "Base Structure 2005" pubblicato dal Dipartimento della Difesa americano). Ecco alcune domande del questionario: “Siete a conoscenza che lo Stato italiano, attraverso le tasse dei cittadini, spende mediamente trecento milioni di euro l’anno per mantenere le basi Nato e Usa in Italia in base agli accordi bilaterali e con la Nato?”. “Sapete se esiste un piano di evacuazione della città previsto in caso di emergenze?”. “Pensate che decisioni come la cessione del Dal Molin, l'allargamento della Ederle e l'insediamento della Gendarmeria Europea dovrebbero non sottrarsi ad un dibattito pubblico e ad un monitoraggio democratico?”. “Credete che una grande quantità di diverse forze armate straniere e di attrezzature militari sia un fattore di sicurezza per la città?”. “Sapete che la caserma Ederle così come i siti militari Usa di Arcugnano e Longare sono territorio sottoposto alla sovranità militare americana e non italiana?”. “Sapete che i militari americani non sono perseguibili dalla polizia e dalla magistratura italiana ?”. I risultati dell’indagine, che durerà tutta l’estate, verranno pubblicati in un libro bianco sulle servitù militari a Vicenza.


Consiglio comunale. Oggi torna la delibera sui criteri Erp
Case popolari, opposizione all’attacco del nuovo bando
Poletto: «Provvedimento illegittimo, demagogico e ingiusto»

(g. m. m.) Dove eravamo rimasti? Dopo quasi un mese, questo pomeriggio torna il consiglio comunale, che riprenderà da dove si è bruscamente interrotto a metà aprile: il nuovo bando per l’assegnazione di alloggi popolari Erp. Il punto critico intorno a cui ruoterà la seduta è la coesione della maggioranza di centrodestra, slabbrata per dopo lo scambio di sgambetti fra la Lega Nord e il resto della coalizione, ma anche per l’emendamento di Alleanza nazionale che punta al cuore della delibera promossa dall’assessore leghista agli Interventi sociali Davide Piazza: e cioè il premio alla vicentinità, che An vorrebbe trasformare in italianità. Determinante potrebbe essere il ruolo che giocherà l’opposizione, così il capogruppo diessino Luigi Poletto scalda i motori alla vigilia del confronto in aula, e va all’attacco della delibera con un documento condiviso anche dai capigruppo del centrosinistra. Poletto e soci hanno presentato una scarica di emendamenti, con i quali tentano di modificare il progetto della Giunta, puntando ad eliminare il criterio della residenzialità da almeno 25 anni. Secondo il capogruppo della Quercia, «la delibera di Piazza risulta illegittima, come sottolineato inequivocabilmente dall'Avvocatura comunale, dalla Regione, dal difensore civico, dalla Corte costituzionale e dal Tar della Lombardia: non è previsto il criterio della residenza dalla legge regionale che riserva gli alloggi Erp a chi si trovi in una situazione di bisogno e risieda in città o vi lavori. La residenza è definita infatti quale “elemento estraneo alla ratio della normativa sull'edilizia residenziale pubblica”». Il provvedimento viene poi bollato come «demagogico e ideologico in quanto rappresenta un chiaro pegno pagato all'ideologia leghista del localismo esasperato e del rifiuto emotivo di presenze estranee alla città, extracomunitarie. È inoltre discriminatoria poiché l'assolutizzazione del criterio della residenzialità esclude non solo gli extracomunitari, ma anche quei cittadini italiani giunti da non molto a Vicenza, ma che - lavorandovi stabilmente e contribuendo alla formazione del valore aggiunto e della ricchezza della città - non possono essere penalizzati nell'assegnazione degli alloggi popolari se non al prezzo di realizzare una disparità di trattamento chiaramente illegittima sotto il profilo formale e ingiusta sotto quello sostanziale». «Ora la parola passa ai partners del centrodestra, Forza Italia e Alleanza nazionale - conclude Poletto - verificheremo se obtorto collo sarà pagato un tributo ideologico alla Lega, oppure se un soprassalto di dignità e di razionalità li indurrà a modificare sostanzialmente la delibera che, lo ricordo, una volta varata incorrerebbe in una prevedibile impugnazione avanti alla giurisdizione amministrativa con possibile sospensiva da parte del Tar e conseguente blocco dell'assegnazione degli alloggi popolari. Approvare la delibera così com’è è da irresponsabili».