«Le paghe? Non dipendono da noi»
Per lo stipendio degli operai il Comune attende l’Ispettorato del lavoro
di Chiara Roverotto
E, finalmente, sono stati ricevuti. Dopo una settimana
di presidio davanti a palazzo Trissino, i
rappresentanti sindacali della Fillea-Cgil (Antonio
Toniolo e Danilo Andriollo) che tutelano i lavoratori
del cantiere per la costruzione del teatro in viale
Mazzini hanno parlato con l’assessore ai lavori
pubblici, Carla Ancora con la direttrice del
personale, Carla Marcolin e con il responsabile del
procedimento, l’arch. Gianni Bressan.
Quasi due ore in cui i sindacati hanno messo, per
l’ennesima volta, le carte in tavola chiedendo che i
lavoratori vengano pagati il 10 del mese sulla base
del contratto nazionale di lavoro, che vengano
utilizzati e che l’Amministrazione si faccia carico
della loro posizione. Al riguardo l’assessore Ancora
ha ribadito i medesimi concetti, puntualizzati, ieri,
anche dalla direttrice del personale.
« Stiamo aspettando che l’Ispettorato del lavoro ci
dia il via libera - sostiene la dirigente - la
questione è molto delicata, non possiamo intervenire
di nostra iniziativa, devono essere avviate pratiche,
valutate posizioni che non competono a noi. Se i
lavoratori sono stati pagati un mese non significa che
il passaggio sia automatico anche i per i periodi
successivi. Senza dimenticare che all’amministratore
unico della Cogi, l’impresa che ha vinto l’appalto per
la costruzione del teatro, Giuseppe Coccimiglio è
stata inviata la lettera di risoluzione del c
ontratto, ma quest’ultimo ha quindici giorni a
disposizione per controbattere o impugnare il
provvedimento ».
« Di fatto - prosegue la dott. Marcolin - fino al
prossimo 5 aprile, data entro la quale scadono le due
settimane, non accadrà nulla. Dopo, se non ci saranno
rivendicazioni di sorta da parte di Coccimiglio, si
potrà procedere allo sgombero dell’a rea: verranno
smontate le gru e tolto il resto del materiale di
proprietà dell’impresa. Ma fino ad allora
l’Amministrazione non è in grado di prendere alcuna
decisione su quello che potrà accadere in futuro,
siamo in una sorta di limbo in attesa delle mosse
della Cogi ».
E questa non è certo una novità, il direttore dei
lavori, l’ing. Mario Gallinaro, nelle dichiarazioni
riportate dal nostro Giornale nei giorni scorsi, era
stato chiaro: il cantiere si libererà entro la fine di
aprile, poi si prenderanno le decisioni del caso:
nuovo appalto e assegnazione alla seconda ditta in
graduatoria.
« L’assessore Ancora ha confermato - ha ribadito
Antonio Toniolo - che ci sono trattative in corso con
la Vittadello di Limena, ma che per ora non è stato
deciso nulla. A no i - puntualizza Toniolo - interessa
che gli operai vengano pagati, attendono ancora lo
stipendio di febbraio. Senza dimenticare che se ci
dovessero essere intoppi burocratici molti di loro
rischierebbero. Ricordiamoci che sono stranieri per
cui comincerebbero ad avere problemi con il permesso
di soggiorno. Inoltre - prosegue il rappresentante
sindacale - non possiamo chiedere la cassa
integrazione e questo il Comune lo deve tenere in
considerazione anche perché la Cogi sembra sia
sparita. Tutti i numeri di telefono
dell’amministratore unico, dei vari dirigenti sono
scollegati e anche il centralino della ditta a Firenze
non risponde . Non possiamo abbandonare questi operai
anche se da parte nostra ci stiamo muovendo per farli
assumere da qualche altra parte ».
Stasera, inoltre, ci sarà il Consiglio comunale
chiesto dall’opposizione per discutere sul teatro, non
si sa ancora che cosa deciderà di fare la maggioranza,
c’è sempre la possibilità che decisa di far mancare il
numero legale anche se la Lega sembra intenzionata a
restare in aula. E con i consiglieri del Carroccio i
conti tornerebbero.
E adesso in Afghanistan comanda un “vicentino”
di Marino Smiderle
Il cambio della guardia c’è stato e adesso, in
Afghanistan, comanda Vicenza. Alla base aerea di
Bagram il generale Jason Kamiya, comandante della
Setaf, ha ricevuto le consegne dal generale Eric
Olson: da ieri l’alto ufficiale "vicentino" è il
comandante operativo delle forze della coalizione,
riunite sotto l’ombrello della Combined Joint Task
Force-76. Sono oltre 18 mila gli uomini che dovranno
rispondere agli ordini di Kamiya: è la prima volta che
una unità non inquadrabile in una divisione (come la
precedente 25ª Divisione di fanteria con base alle
Hawaii) e con sede fuori dai confini degli Usa, prende
le redini dell’operazione Enduring Freedom, avviata
all’indomani dell’attentato alle Torri Gemelle per
punire i responsabili e i fiancheggiatori
dell’organizzazione terroristica di bin Laden, Al
Qaeda.
Sotto gli occhi del gen. David Barno, Olson ha dato il
benvenuto al collega proveniente dalla caserma Ederle.
Kamiya è atteso da un compito molto difficile,
probabilmente il più importante della sua carriera
militare. Il generale, nato a Honolulu, è tra le
figure emergenti dell’esercito americano. Le alte
sfere dell’establishment a stelle e strisce puntano su
di lui e la prova afgana sarà determinante. Ci
saranno, così come è successo in Iraq, un paio di
migliaia di parà della 173ª Brigata aviotrasportata di
stanza alla Ederle. Di quelli Kamiya conosce ogni
caratteristica e sa cosa sono in grado di dare. Il
vero banco di prova sarà costituito dall’impresa di
coordinare gli oltre 18 mila uomini, tra cui marines,
uomini dell’esercito, della marina, dell’aviazione:
sarà il generale Kamiya a dover muovere sul complicato
e variegato scacchiere dell’Afghanistan queste pedine
decisive per il raggiungimento dell’obbiettivo:
installare libertà e democrazia laddove, fino all’11
settembre 2001, regnava indisturbato il regime
teocratico e dittatoriale dei talebani, rifugio sicuro
per terroristi della risma di bin Laden e del mullah
Omar.
«Siamo ben allenati, ben equipaggiati e pronti per
fronteggiare al meglio le sfide che ci attendono», ha
dichiarato Kamiya dopo la cerimonia di insediamento,
svoltasi a Bagram. «Molti effettivi della task force
della 25ª Divisione di fanteria - scrive Stars and
Stripes - rimarranno in Afghanistan per rendere più
agevole il passaggio di consegne. Il 1° Battaglione
del 508° Reggimento di fanteria, che fa parte della
Setaf di Vicenza, è già schierato sul terreno e sta
portando avanti operazioni. Molti altri effettivi
arriveranno da Vicenza nelle settimane a venire».
Ma qual è la missione principale del gen. Kamiya? La
prima risposta che viene alla mente è semplice e
suggestiva: catturare bin Laden. «Il successo della
nostra missione - ritiene invece Kamiya - non dovrà
essere parametrato sul numero dei terroristi che
riusciremo ad assicurare alla giustizia. Piuttosto
dovrebbe essere giudicato sull’incremento
dell’efficienza e sul raggiungimento degli obbiettivi
del governo afgano. Perché, per prima cosa, noi
cercheremo di supportare in tutti i modi i progetti
del governo di Kabul. In autunno ci saranno le
elezioni politiche e il loro regolare svolgimento è
uno dei nostri principali obiettivi».
Lo scorso anno in Afghanistan ci sono state le
elezioni presidenziali, che hanno portato Hamid Karzai
ai vertici dello Stato. Secondo i comandanti Usa, il
loro servizio di sorveglianza e di controllo ha
impedito ai militanti di al Qaeda, vicini al passato
regime talebano, di compiere attentati ai seggi. I 18
mila uomini delle forze della coalizione dovranno
ripetere il servizio tra pochi mesi, quando si
svolgeranno le consultazioni per eleggere il
parlamento. Stiamo parlando di un paese molti diviso,
con diverse etnie divise, in certi casi, da un odio
secolare.
Certo, la caccia a bin Laden continua, anche se il
gen. Barno ammette di non avere idea di dove si
nasconda. «È una sfida difficile - prosegue - anche
perché il territorio afgano è immenso e circondato da
montagne impervie». Ora c’è un vicentino di Honolulu
sulle sue tracce e, per quanto ripeta che non è quello
l’obiettivo primario della CJTF-76, certo non gli
dispiacerebbe catturarlo. Sai che festa alla Ederle...
Dopo la missione in Iraq, un altro anno di grande
intensità per gli americani
Dalla caserma Ederle duemila parà
Di nuovo in missione. Dopo l’Iraq, l’Afghanistan. I
parà della 173ª Brigata aviotrasportata di stanza alla
caserma Ederle di Vicenza saranno destinati, per i
prossimi 12 mesi, alla Combined Joint Task Force-76.
Una missione che rientra nell’operazione Enduring
Freedom, avviata all’indomani dell’attentato alle
Torri Gemelle.
Saranno circa 2000 i militari "vicentini" impegnati in
una missione che, per quanto complicata, appare
comunque meno pericolosa di quella conclusa un anno fa
nel nord dell’Iraq. Vicenza, Aviano, Kirghizistan e,
infine, Afghanistan: ecco le tappe che i soldati
americani devono fare per arrivare a destinazione.
Sarà un anno lungo, specie per i familiari rimasti a
Vicenza, dove saranno assistiti dall’equipe del 22°
Gruppo di supporto per ogni esigenza che dovessero
avere.
Scuola in piazza per il contratto alunni compresi
Domani nuova agitazione
(an. ma.) La scuola incrocia di nuovo le braccia e
protesta contro il mancato rinnovo del contratto, i
tagli agli organici, il blocco delle immissioni in
ruolo e non ultima una riforma che scontenta e non
convince. Punti caldi sui quali domani, venerdì 18
marzo, Cgil Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero
generale dell'intero comparto, frutto di un'intesa
mancata con il governo che ha dato, sottolineano i
sindacati, «una generica disponibilità all'apertura di
tavoli di approfondimento».
Motivo per cui l'annunciata mobilitazione è stata
confermata dai confederali che questa volta,
diversamente dallo scorso novembre, non avranno a
fianco la Gilda, né tantomeno lo Snals che aveva
disertato anche la precedente mobilitazione in cui a
farsi sentire era stata soprattutto la scuola di base.
Dunque si torna in piazza per ribadire che «quello del
precariato rappresenta un problema che va risolto e
che le immissioni in ruolo sono necessarie -
sottolinea Luisa Volpato, segretaria della Cisl scuola
- basta pensare che il Veneto, come ha reso noto la
dirigente dell'Ufficio scolastico regionale Carmela
Palumbo, quest'anno deve misurarsi con 7.500 alunni in
più per i quali servono almeno 330 nuove cattedre».
Parlare di tagli suona dunque paradossale, fanno
notare i sindacati, che puntano il dito anche contro
un rinnovo contrattuale che rischia di saltare e una
riforma che «sta funestando il primo ciclo e minaccia
di scompaginare anche il secondo, con gravissime
conseguenze sul piano della qualità dell'offerta
formativa, della tenuta “nazionale” del sistema
dell'istruzione e della formazione, e del mantenimento
dei livelli occupazionali».
Insomma ce n'è abbastanza per manifestare «in difesa
della dignità del lavoro pubblico e per garantire le
retribuzioni dai nefasti effetti della inflazione
reale che fa diminuire il potere d'acquisto,
nonostante le rassicuranti previsioni del Governo».
E al coro di protesta degli insegnanti domani si
uniranno anche gli studenti dell'Uds mobilitati contro
la “53”. «Siamo contrari - intervengono Silvia Darteni
e Taddeo Mauro, esponenti dell'Uds - all'abbassamento
dell'obbligo scolastico e alla rigida separazione tra
due canali di valore formativo diverso, cioè tra
quello che ancora sarà a tutti gli effetti scuola (i
licei) e il canale formato da istruzione e formazione
professionale, del quale faranno parte la maggioranza
degli istituti professionali, declassati a puro
addestramento professionale».
Contro questo disegno di scuola gli studenti
manifesteranno partendo alle 9 da Campo Marzo per poi
dirigersi in corteo a piazza delle Poste. La giornata
si concluderà però nell'aula magna del Canova dove
alle 17 si svolgerà una tavola rotonda intitolata “Più
qualità, meno precarietà” e a cui interverranno Andrea
Colasio della VII commissione della Camera, Sandra
Bertotto, responsabile regionale scuola Prc, Francesco
Porcaro, commissione scuola PdCi, Elisa Marchesini,
Alessandra Pranovi e Francesco Casale del Cip di
Vicenza. A moderare il dibattito sarà Achille Variati
La Fiamma arde sempre a fianco della Mussolini
Puschiavo rinnova la fedeltà ad Alternativa sociale e
parla di distorsioni
(s. m. d.) «Complice un certo tipo di stampa, si sta
creando un clima di inesattezze e sospetti nei nostri
confronti. E così fra poco partiranno le diffide». A
parlare è Piero Puschiavo, esponente della segreteria
nazionale della Fiamma Tricolore e coordinatore per il
Veneto.
«Rispondiamo in seguito al vile attacco e alle
bassezze che hanno intralciato la presentazione delle
liste regionali nel Lazio- spiega Puschiavo - prodotto
di un disegno politico ben preciso volto a contrastare
con ogni mezzo un probabile successo elettorale della
coalizione Alternativa Sociale, ed in merito alle
recenti dichiarazioni rilasciate dal segretario
nazionale del Movimento Sociale Fiamma Tricolore Luca
Romagnoli. Nella presentazione di deposizione del
mandato di segretario, il coordinamento regionale del
Veneto del MS- FT sottolinea che, sebbene la questione
riguardi principalmente delle incongruenze tra la
federazione di Roma ed i vertici del partito, la
campagna elettorale promossa dal Movimento Sociale-
Fiamma Tricolore per Alternativa Sociale non ha subito
nessun mutamento».
«Facciamo presente - prosegue Puschiavo - che,
nonostante qualsiasi distorsione della realtà da parte
degli organi di stampa e da parte di vecchi
fuoriusciti dal MS- FT dopo il congresso di Fiuggi e
sciacalli di ogni sorta, la linea politica del partito
rimane la stessa, forte e chiara a testimoniare che
l'opera di rinnovamento emersa dopo l'ultimo congresso
rimane tesa a consolidare ritrovati rapporti tra base
militante e vertici dello stesso partito rimasti per
troppi anni freddi, avulsi e indiscussi, ma che ora
devono tornare a concretizzarsi attraverso linee guida
e progetti futuri condivisi di questo storico partito
che deve riaffermarsi come la vera ed unica Fiamma
degli italiani».
Raccolti più di 3 mila al concerto della solidarietà
Il ricavato sarà accreditato sul fondo regionale per
le vittime della tragedia del Sudest asiatico
di Natascha Baratto
Settecentotrentaquattro persone paganti. 3.670 euro
raccolti. Sono questi i numeri di “Il concerto 2005”,
la maratona musicale organizzata dall'assessorato per
i giovani e l'istruzione del Comune di Vicenza, con la
collaborazione dell'Informagiovani, di Cramps Factory,
dell'Interart, della Gai e del Centro Sport Palladio.
L'evento è stato ideato e creato per aiutare i bambini
colpiti dalla tragedia dello tsunami nel Sudest
asiatico. L'intero ricavato verrà infatti devoluto al
fondo della regione Veneto, istituito dall'assessore
Sante Bressan per le azioni continue e il
coinvolgimento attivo nelle popolazioni del sud est
asiatico.
Sabato scorso la palestra del centro sportivo
cittadino è diventata il palcoscenico per diciotto
realtà, tra gruppi e musicisti singoli, vicentine e
non, che si sono riunite «per trasmettere - hanno
spiegato Alfred Tisocco e Alan Walter Bedin, della
Cramps Factory - un'idea di purezza, o almeno un
simbolo che fosse lontano dalla competitività degli
stereotipi ai quali di solito si associa la musica».
Il messaggio del concerto è trasmesso anche attraverso
il disegno stampato sulle locandine e sui volantini,
donato dal grafico Alessandro Giorgini: un bambino con
un piccolo orsacchiotto in mano, illuminato da un
arcobaleno.
La manifestazione ha coinvolto senza distinzione
diversi aspetti musicali della scena artistica
vicentina: dal rock basico e stoner al punk, dalla
musica di cantautore al downtempo. Da situazioni
musicali latine e filo etniche, come le percussioni di
Batuque Branco con a capo Valerio Galla e l'esibizione
di Tuzza con i Vertical, si è passati poi ad una
scaletta fitta di rock, funky e acid jazz. The Forty
Moostachy, Bracco e i Giaguari, Chateaux, Melt,
Excellent ABG, Take Away, Lymph, Sinergia, Vertical,
Polar, Mistonocivo e Sushiside sono i gruppi cittadini
che si sono esibiti alla manifestazione, ai quali si
sono aggiunti gli One dimensional man, la band
italiana famosa anche in Europa. Negli intervalli, tra
un cambio di gruppo e l'altro, i dj Dax della Family
House e Alessio Berto - noto come “The soul beat” -
hanno intrattenuto il pubblico presente con un
imprevedibile ed alternativo sound mixato.
«Un contenitore - spiegano alla Cramps Factory - di
beneficenza, musica, amicizia, “Il concerto 2005” è
andato oltre ad ogni aspettativa, grazie anche al
costo popolare del biglietto, di cinque euro, che ha
reso accessibile l'evento anche ai più giovani».
Unica pecca della manifestazione: l'impossibilità per
il pubblico di stare davanti al palcoscenico. Gli
spettatori sono stati infatti costretti a sedersi
sugli spalti, per questioni di sicurezza.
L'inconveniente non ha però creato malumori.
L’Ater e il Comune per l’edilizia popolare
Posata la prima pietra del complesso di 39 alloggi che
sta sorgendo alle Giarette
(p. r.) Con la posa della prima pietra, avvenuta ieri
mattina, l’Azienda territoriale per l’edilizia
residenziale di Vicenza ha dato ufficialmente il via
ad un nuovo importante intervento che sarà realizzato
a Schio: 39 alloggi al Peep Giarette a Ss. Trinità,
che entro un anno saranno conclusi e consegnati.
La simbolica cerimonia si è svolta alla presenza del
presidente dell’Ater, Marco Tolettini, del sindaco
Luigi Dalla Via, dell’assessore regionale Raffaele
Grazia e del presidente del Consiglio comunale,
Giuseppe Berlato Sella.
«Come azienda stiamo rilanciando il nostro marchio -
ha detto Tolettini -, proponendoci sia come azienda a
servizio della collettività, realizzando quindi
alloggi di edilizia sociale, sia come imprenditori,
cioè costruendo case da vendere. È il caso del
progetto partito oggi che comprende 39 alloggi, 21 dei
quali da assegnare in base alle graduatorie, ed altri
18 da immettere sul mercato, peraltro con costi del 20
per cento inferiori al normale prezzo di mercato.
Ecco, quindi, che come azienda abbiamo la necessità di
far conoscere le nostre iniziative e attività».
Soddisfazione per l’avvio del nuovo intervento
edilizio è stata espressa anche dal sindaco Dalla Via,
che ha sottolineato l’importanza della collaborazione
tra Comune e Ater e la perfetta intesa che ha permesso
di raggiungere importanti obbiettivi.
Il costruttivo rapporto tra i due enti permetterà di
raggiungere a breve anche un altro risultato, in
quanto l’Ater sta predisponendo l’avvio dei lavori per
la ristrutturazione di una palazzina in via Fusinato,
che è stata ceduta proprio dal Comune, nella quale
saranno ricavati nove appartamenti. Già finanziati,
infine, anche venti nuovi alloggi di edilizia sociale
che saranno realizzati nel nascente Peep “Al Leogra”,
e che saranno assegnati in base alle graduatorie.
«In questo modo - conclude Tolettini -, l’Ater
prosegue il suo impegno sia sul fronte dell’edilizia
sociale sia su quello degli alloggi da vendere».