Il boom negli ultimi quattro anni. «Questo è un dato che deve far riflettere»
di Sandro Sandoli
L’Inps spiega la sua attività. E come succede da anni, lo fa fornendo una sequela di dati che, come la “filigrana”, ci danno anche una foto credibile dell’economia vicentina. Ieri infatti nella sede di corso San Felice nella tradizionale relazione di primavera il direttore Donato Aquaro e il presidente del comitato provinciale Andrea Cestonaro hanno posto l’attenzione su alcuni “numeri” che confermano che la nostra provincia sta attraversando un momento di “sofferenza”. In particolare sono in aumento la cassa integrazione, la disoccupazione e la indennità di mobilità: “sensori” importanti, che per ora non inducono a conclusioni catastrofiche, ma che non vanno sottovalutati e devono essere tenuti sotto osservazione.
Sul fronte pensioni non ci sono novità di rilievo. All’1 gennaio 2004 gli assegni mensile erogati dall’Inps erano 233.472 (144.589 di vecchiaia, 36.671 di invalidità, 52.212 di reversibilità ai coniugi superstiti), per un importo complessivo di 1 miliardo 917 mila euro.
Anche se non ci sono ancora dati certi, il trend dei primi mesi 2005 dice che non ci si dovrebbe scostare in modo significativo dal 2004. Anche il quadro degli incassi non dà differenze importanti: poco più di 2 miliardi lo scorso anno, a fronte di 1 miliardo 923 milioni del 2003. La tendenza, comunque, è all’aumento.
I grafici invece cominciano a diventare ballerini con la cassa integrazione.
Quella ordinaria dal 2000 è in crescita costante: da 592.644 ore si arriva progressivamente a 1 milione 972 mila lo scorso anno, mentre quella straordinaria ha fatto balzi significativi di anno in anno: 742.454 ore nel 2000. 973.667 nel 2001, 1 milione 680 mila nel 2002, 1 milione 968 nel 2003 e addirittura 2 milioni 795 mila lo scorso anno. In sintesi la cig in quattro anni è cresciuta del 276,5 per cento. Ma diventa ancora più significativo il raffronto tra i primi tre mesi del periodo 2000-2005: infatti nel 2001 l’aumento di ordinaria-straordinaria è stato del 3,1 per cento, nel 2002 del 139,5 , nel 2003 s’è verificata una diminuzione del 13,2, nel 2004 c’è stata un’ulteriore contrazione del 21,4, mentre da gennaio allo scorso marzo le ore di cassa integrazione ordinaria sono state 468.855, quelle di cig straordinaria 271.862 per un totale di 740.717 ore, che significa un balzo all’insù del 97,4 per cento. Precisano Cestonaro e Aquaro: «Questo è un dato che deve far riflettere».
Ma la situazione si presenta per certi versi ancor più delicata se della ciga si esaminano i dati disaggregati. Perché i settori più in sofferenza sono quelli che “fanno” in buona parte l’economia vicentina: infatti negli ultimi cinque anni (2000-2004) il ricorso alla cassa integrazione è aumentato dell’898 per cento nel comparto meccanico, del 194 nel tessile e del 363 in quello delle pelli e del cuoio.
Ancora note dolenti quando si esaminano i dati relativi alla disoccupazione ordinaria, l’indennità di mobilità e la richiesta di “incassare” il tfr avanzata dal lavoratore dipendente: come si evince anche da uno dei nostri grafici, dal 2003 al 2004 la disoccupazione è lievitata di 8 punti percentuale, la mobilità ha fatto solo un piccolo passo in avanti, mentre il trattamento di fine rapporto è stato rivendicato meno che in passato (la flessione è stata del 16 per cento). Una differenza alla quale viene data questa spiegazione: o è diminuto il numero delle aziende fallite (quando succede bisogna corrispondere il tfr) o sono aumentate le richieste di bonus.
Infine i “numeri” relativi all’attività di vigilanza. Dalla sede Inps sono partite ispezioni in 1.099 aziende (nell’intero Vicentino sono 28 mila) e sono state riscontrate 767 irregolarità (il 69,8 per cento rispetto alle visite) che spaziano dal piccolo errore formale fino ad arrivare alla scoperta di 54 aziende che lavoravano in nero e dell’utilizzo di 1.597 dipendenti non regolarizzati, con un totale di inadempienze contributive (comprese anche le retribuzioni fuori busta) per 10 milioni 373 mila euro.
Precisa il direttore Aquaro: «Questa attività di ispezione è estremamente importante, perché chi lavora in nero riesce a fare ai colleghi onesti una concorrenza sleale che scombussola le leggi del mercato. Comunque non vogliamo criminalizzare nessuno: anche perché nel Vicentino la consistenza del fenomeno è di un punto inferiore alla media regionale che è dell’11 per cento, contro il 24 nazionale e il 33 nel meridione».
Ieri mattina un incontro sulla questione
Sull’organico della sede c’è la spada di Damocle
dei 24 dipendenti precari
(s. s.) Sul fronte dell’organico la situazione “sarebbe” abbastanza tranquilla. È vero che dal 2003 (in forza c’erano 324 persone) c’è stata una flessione continua (307 lo scorso anno e 303 agli inizi del 2005), ma si tratta di un “depauperamento” annunciato e naturale.
Spiega il direttore Aquaro: «Più informatica significa meno dipendenti: l’uso del computer ci permette di erogare servizi migliori e più celeri con un minor dispendio di risorse umane: siamo in meno, ma da maggio, ad esempio, scatterà la “mensilizzazione” ovvero la posizione contributiva sarà aggiornata di mese in mese e ogni lavoratore potrà conoscere il suo dare-avere in tempo reale. In futuro il dipendente potrà avere la stessa risposta utilizzando una card o addirittura la carta di credito o il bancomat».
Ma il condizionale iniziale è stato usato perché sulla pianta organica del Vicentino incombe la spada di Damocle dei 24 dipendenti i quali, pur assunti tramite concorso (sono quasi tutti laureati), si sono trovati relegati nel limbo dei precari. Cioè hanno un contratto di formazione e lavoro che scade a fine dicembre.
Dice Cestonaro: «È una situazione vergognosa, ci stiamo battendo perché siano assunti in pianta stabile: tra l’altro se se ne andassero, si bloccherebbe il lavoro delle sedi staccate di Arzignano e Lonigo, perché nella prima sono 4 su 11 dipendenti e nella seconda 4 su 12».
E proprio ieri mattina, subito dopo la conferenza stampa, una delegazione ha incontrato la direzione provinciale, cui hanno consegnato un comunicato, nel quale si fa anche presente che «visto che nelle prossime settimane l’Inps deve attivarsi per chiedere assunzioni in deroga al blocco, i lavoratori con contratto di formazione e lavoro proseguiranno la mobilitazione con diverse forme di lotta, tra cui lo sciopero».