Precari sempre più... precari Nuovi sacrifici
E si dividono su una proposta di legge
(an. ma.) Riflettori accesi sul precariato ieri al Lampertico dove si sono dati appuntamento gli insegnanti assunti a tempo determinato per fare il punto di una situazione che per la categoria si profila sempre più incerta e drammatica. Nonostante le promesse, che i precari arrabbiati più che mai non esitano a definire da marinaio, del governo che aveva annunciato in tempi brevi una soluzione concreta ad un problema che rischia di diventare cronico. "La legge 143/04 parla chiaro: predisposizione del piano pluriennale delle assunzioni entro il 31 gennaio 2005 - spiega Alessandra Pranovi, esponente del Cip - in realtà non è stato fatto nulla di tutto questo.
La legge finanziaria non prevede stanziamenti sufficienti né per la scuola, né per il sistema istruzione in generale, vale a dire ricerca e formazione. La mannaia dei tagli prosegue imperterrita attraverso la riforma Moratti che ora si abbatte sulle scuole superiori con la bozza di riordino dell'istruzione secondaria di secondo grado". Ma insieme alla bozza del decreto fa discutere e crea scompiglio anche la proposta del senatore Valditara che prevede l'assunzione di 90.000 precari con rinuncia o dilazione (si sta aspettando la stesura di un disegno di legge) della ricostruzione di carriera. E qui il fronte dei prof. si spacca. C'è infatti chi ha accolto la proposta come un'ancora di salvezza e chi ha espresso forti perplessità per l'ulteriore sacrificio richiesto a docenti che da anni lavorano a servizio dello Stato, sottolineando che «a nessun'altra categoria di lavoratori è mai stato chiesto un simile sacrificio». E mentre si attende di conoscere nei dettagli la proposta di legge del parlamentare di An, si invitano le forze sindacali e politiche a tenere conto della valutazione degli anni di anzianità di servizio.
«Pochi sanno infatti - riprende Pranovi - che gli insegnanti, pur avendo insegnato materie tra loro coerenti, ad esempio italiano sia alle superiori che alle medie, si ritrovano con un servizio che non viene valutato per intero. Questo significa che non vengono rispettati i criteri di anzianità e formazione professionale». L'ennesimo guaio per una categoria bersagliata alla quale ieri il Coordinamento regionale insegnanti precari, di cui il Cip fa parte, ha presentato una delle iniziative in cantiere per le prossime settimane: una tavola rotonda con le forze dell'opposizione «per un confronto concreto su una possibile alternativa alla scuola che oggi il Governo impone».
«Arrestateli per terrorismo»
La Cassazione accoglie il ricorso. Sulla libertà deciderà il Riesame
di Ivano Tolettini
I “fratelli” di Osama, come vennero definiti con enfasi, adesso rischiano. La libertà di ventisette integralisti islamici sospettati di fiancheggiamento del terrorismo perché vicini al gruppo Salafita, alleato di “Al Qaeda” con agganci nel Napoletano, e ipotetica cellula eversiva a Vicenza, ritorna in gioco.
La Cassazione non ha messo una pietra sopra alla richiesta di cattura come chiedevano i difensori.
I supremi giudici hanno accolto il ricorso della procura di Napoli contro il tribunale del Riesame e il Gip del capoluogo campano che non avevano concesso gli ordini di custodia per avere tessuto la trama di una associazione del male che mirava a sconvolgere l’ordine democratico.
Il 25 gennaio di un anno fa i carabinieri avevano ammanettato a Vicenza gli algerini Djelloul Halimi, 44 anni, e Abdelkaber Toubal, 37 anni, sottoponendoli a fermo dopo che il giudice di Napoli non aveva firmato l’ordinanza di custodia. La decisione era stata presa dal pm Michele del Prete in base a documentazione e intercettazioni telefoniche che a suo dire proverebbero il coinvolgimento.
Due giorni dopo il gip di Vicenza, competente per territorio, rigettava la richiesta di convalida del fermo per carenza di gravi indizi di colpevolezza e il pericolo di fuga.
«Se anche il contenuto di taluni opuscoli rinvia a tematiche della guerra santa e alle scelte terroristiche delle frange più estreme della militanza politico religiosa - scrive Gerace -, tuttavia da tale dato non può automaticamente argomentarsi l’appartenenza dei due indagati alla lotta terroristica che è oggetto di considerazione negli scritti sequestrati».
Il giudice osservava anche che «può indurre in errore il radicalismo confessionale quale carattere immanente della fede religiosa musulmana». Come dire, l’essere integralisti per forza di cose non rimanda al sospetto di terrorismo, proprio perché l’islam vissuto con coerenza implica una visione radicale. Ma questo può essere eversivo?
Davanti ai giudici il difensore Paolo Mele senior ha sostenuto che ancora il 17 aprile 2002 la questura di Vicenza aveva perquisito l’abitazione dei due algerini. A casa di Toubal furono trovati due numeri della rivista “Al Fair” e in quella di Halimi un libro religioso “Umda”. Le riviste pur avendo una vaga attinenza con la jihad, ad avviso del legale non provano comunque alcuna adesione e partecipazione al terrorismo. Tra l’altro, Mele senior ha osservato che la documentazione sequestrata ai due algerini fu acquistata in epoca anteriore all’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001, quando ci fu lo spartiacque in Occidente nell’analisi del fenomeno terroristico islamico.
La procura distrettuale di Napoli però non si è data per vinta e dopo avere incassato due no, a Roma ha ottenuto parziale soddisfazione. I giudici di legittimità, infatti, hanno rinviato la decisione se arrestare o meno i 27 algerini indagati, tra cui i due “vicentini”, a un’altra sezione del tribunale del Riesame di Napoli.
Per la magistratura inquirente è un risultato positivo, anche in concomitanza con un mutato clima ambientale, al quale forse non sono estranee le polemiche delle ultime settimane.
Certo è che Toubal in una conversazione telefonica nella quale «veniva commentata la disfatta irachena, venivano fatti dei significativi riferimenti a Osama Bin Laden, testualmente definito dagli interlocutori “il nostro sceicco”, e a un suo discorso videoripreso e registrato su una videocassetta, nella quale il principe saudita, secondo il Toubal, avrebbe dichiarato guerra sia ai nemici occidentali che a quelli estranei al mondo musulmano».
Per la difesa, invece, la magistratura inquirente fonda le proprie accuse su una «esposizione storico-politica che, per quanto interessante, risulta ai fini processuali astratta e incoerente per l’assenza di precisi e obiettivi riscontri a carico degli indagati Halimi e Toubal».
Ad avviso dell’avv. Mele senior mancano gli indizi dell’appartenenza degli indagati a cellule di fiancheggiamento terroristico. Non solo, a proposito del radicalismo ha affermato che essi sono «integrati e non integralisti nel nostro sistema dove da sempre lavorano onestamente provvedendo al mantenimento proprio e delle loro famiglie».
Ma, come detto, su ordine della Cassazione la partita riguardante la libertà degli indagati riprende dal secondo grado. «Vanno arrestati», ripete la procura distrettuale di Napoli, che da anni persegue con ferma volontà fenomeni vicini all’eversione di matrice fondamentalista. A breve si conoscerà la decisione.