15 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

«Non mi paga da 4 mesi». Titolare denunciato
E Berlusconi dà una mano
SCHIO.No a cancellazioni "politiche"
THIENE.Nuovi spazi in città per la musica giovane

Salvato dalle volanti in via dei Cappuccini. Agli agenti ha poi spiegato i motivi della sua protesta. Ora sarà risarcito
«Non mi paga da 4 mesi». Titolare denunciato
Un muratore albanese clandestino ha minacciato il suicidio gettandosi da una gru

di Diego Neri

Un muratore che minaccia di buttarsi da una gru, un poliziotto che si arrampica per metri e lo convince a desistere, un imprenditore denunciato per utilizzo di manopera clandestina. Sono questi i contorni di una vicenda che nasconde dietro di sè, a sentire la vittima, una storia di sfruttamento e di emarginazione. Jon, 42 anni, manovale albanese, è clandestino in Italia. Gli hanno promesso il permesso di soggiorno ma fino a quando non lo assumeranno regolarmente lui per gli archivi della questura resta un fantasma. Ma non molla, lavora duro, è certo che prima o poi le cose si sistemeranno. Ma dopo quattro mesi, e 800 ore di lavoro in cantiere, senza vedere né un contratto nè soprattutto il becco di un quattrino decide che è ora di finirla. Sale su una gru e minaccia di gettarsi nel vuoto. È quando è avvenuto mercoledì pomeriggio in via dei Cappuccini. Jon si è arrampicato sulla gru nel cantiere dove lavora per conto della ditta “EdilQuinto”, di cui è titolare Diego Lunardi, 42 anni, di Quinto. Quando è in cima, a parecchi metri di altezza, si mette ad urlare e minaccia di lasciarsi cadere. Alcune persone assistono alla scena e chiamano aiuto. Arrivano l’ambulanza del Suem, le volanti della vicina questura, poi anche i vigili del fuoco. L’ispettore Jacobellis, della polizia, decide nel frattempo di salire sulla gru perché Jon non ne vuole sapere di darsi una calmata. Si arrampica fino in cima, e si mette a parlottare con lui. Da sotto alla scena si assiste con tensione, perché l’albanese sembra molto agitato. Ma l’agente riesce ad essere convincente: in meno di mezz’ora Jon finalmente desiste dai suoi propositi e viene accompagnato fino a terra. È quanto racconta ad aprire uno scenario ancor più desolante: «Lavoro da quattro mesi in nero, e non mi pagano. Ho fatto 800 ore senza vedere un soldo e non ne posso proprio più. Non è giusto, mi sento sfruttato, fare il muratore è durissima e non vedo possibilità di costruirmi una vita normale». Effettivamente, le volanti accertano che Jon è irregolare. Pertanto, la pratica passa nelle mani dell’ufficio immigrazione. Diego Lunardi è stato denunciato perchè si è servito, nella sua ditta, di manodopera clandestina. La polizia ora sta compiendo accertamenti per verificare se sia possibile risarcire il muratore del lavoro compiuto e mai pagato, e se Jon abbia diritto o meno ad un permesso di soggiorno temporaneo. Quanti sono i casi come il suo nel Vicentino?


Hüllweck va a Roma per aeroporto, Tav, Eurogendarmeria e militari americani in arrivo. Ma in sala Bernarda le assenze del centrodestra aiutano l’ennesimo sgambetto di Ulivo & C.
E Berlusconi dà una mano
Il presidente si attiva sui casi vicentini, ma intanto la coalizione fa flop

di Antonio Trentin

Il sindaco vola a Roma da Berlusconi, a parlargli di problemi grossi per il futuro della città e di guai presenti che tormentano la Casa delle libertà nostrana, e... zàcchete: i suoi in consiglio comunale lo tradiscono un’altra volta, non ci sono o spariscono al momento di dire "sì" all’appello e per l’ennesima volta mandano a monte la serata in sala Bernarda.
«Nessuna sorpresa. Era prevedibile» : quando gli hanno telefonato per raccontargli del flop consiliare avvenuto proprio quando lui era in aereo dalla capitale, Enrico Hüllweck neanche si è stupito troppo. Lo hanno abituato e si rassegna...
Lo sfilacciamento della maggioranza ormai è una realtà stabile. Se l’opposizione non dà una mano con i numeri, il consiglio è ogni volta a rischio. E il centrosinistra è sufficientemente incattivito per non concedere più nulla. Ieri non c’erano particolari motivi per accentuare lo scontro. Nessun rilevante appuntamento amministrativo. Nessun atto politico particolarmente qualificante. Neppure un qualcosa di polemicamente notevole. Ulivisti delle varie sigle e Vicenza Capoluogo semplicemente hanno detto "niet" - fingendo di non esserci all’appello del segretario facente funzioni Giorgio Vezzaro e godendosi a contare i "buchi" in Forza Italia e Lega - per rimarcare una volta di più la fragilità dei partiti hüllweckiani e per potersi divertire con le battute (peraltro equamente spartite tra le loro e quelle del centrodestra) sui «topi che ballano quando il gatto non c’è» , su «Hüllweck che va a Roma e... manda tutti a casa» o sul «sindaco che minaccia dimissioni quando sono assenti gli altri ma fa mancare il numero legale per andare dal Capo» . Quando si è trattato di andare in cerca dei colpevoli, dalla lista dei "cattivi" - i cinque assenti del centrodestra - è stato lasciato fuori, oltre a Hüllweck in missione, soltanto il forzista Mario Lucifora ammalato. Nessuna notizia dell’altro forzista Andrea Pellizzari: primo cattivo del nuovo giovedì di inciampo consiliare. Lemme lemme è sopraggiunta con cinque minuti di ritardo un’altra forzista ancora, Ornella Dal Lago: seconda cattiva da annotare a futura memoria. Terza e decisiva responsabile del "tutti a casa": la leghista Franca Equizi. C’era stata fino al momento cruciale. È sparita nei corridoi municipali per andare a telefonare. Quando è tornata a farsi vedere si è presa una dose di improperi dal presidente consiliare Sante Sarracco ( «si responsabilizzi: fa parte o no di questo consiglio?» ), si è difesa dietro il conto dei numeri di una maggioranza sempre traballante ( «siamo in venticinque...» come per dire che lei non sarebbe determinante se gli altri ci fossero), è stata lasciata in fredda solitudine dal resto della Lega Nord che aspetta solo il modo giusto per scaricarla ( «è ora di espellerla» ha commentato il consigliere Antonio Dal Santo). Miserie, insomma. Per una volta obiettivamente bipartisan , come dice il lessico della politica. E Hüllweck? Rientrato dall’incontro romano avvenuto a palazzo Grazioli ( «nell’ora più brutta, dall’una alle due, con il presidente stanco ma subito attivo sui temi che gli ho portato» ha raccontato) si è ritrovato con un’altra seratina di quelle tutt’altro che piacevoli, a base di figuracce della Casa delle libertà, di riunioni separate tra le correnti forziste e di pensieri su come risolvere il rebus-Carla Ancora che gli sta sul tavolo a palazzo Trissino: chi all’assessorato al Bilancio e come completare il rimpasto di giunta preteso da una fetta di Forza Italia? Meglio consolarsi con la fiducia personale rinnovatagli dal presidente del consiglio ( «mi ha detto che sono sindaco dopo un buon risultato, che stiamo lavorando bene per Vicenza, che le cose in giunta e nel partito si sistemeranno» ) e con l’aiuto promessogli sul quel pacchetto di cose importanti ma spinose che gli ha sottoposto (Tav in galleria da finanziare, aeroporto Dal Molin, nuova Gendarmeria europea con sede a Vicenza, arrivo di contingenti militari americani dalla Germania).
«Berlusconi ha sùbito cominciato a telefonare in giro per i ministeri, voleva fissarmi appuntamenti già per il pomeriggio, tornerò a Roma martedì» ha riferito Hüllweck. Chissà se potrà raccontare al presidente che in Comune e in Forza Italia le cose staranno andando un po’ meglio...


No a cancellazioni "politiche"
I Giovani comunisti volevano coprire i graffiti razzisti L’amministrazione comunale ha negato il permesso
Il sindaco: «Tutte le scritte sono da togliere, ma lo faremo noi»

di Luca Valente

Viaggio alla scoperta dei muri di Schio. Dove si può leggere di tutto, a partire dagli slogan politici espressione di ideologie opposte. Come quello di Azione Giovani contro le droghe nel sottopasso Esperanto. Come le scritte contro il fascismo e quelle degli Skinheads lungo la scalinata del Castello. Come la falce ed il martello dipinti sotto il portico di via Capitano Sella con messaggi di morte al fascio. Come le scritte leghiste contro l’Islam in zona industriale, peraltro già modificate in senso opposto. Come la firma di Libera Zone nei pressi del liceo pedagogico. Ed ancora adesivi che attaccano Forza Nuova o inneggiano alle Brigate Stalingrado dietro al supermercato Pam, o il messaggio contro il popolo ebraico sulla campana del vetro collocata a pochi passi. Per non parlare della guerra a colpi di spray che si scatena ad ogni ricorrenza dell’Eccidio. Una situazione non nuova, tornata però alla ribalta in questi giorni dopo che i Giovani comunisti hanno organizzato per domani una "Giornata di mobilitazione antirazzista e antifascista". Con l’intento di "ripulire" i muri della città dalle scritte, o meglio, da una parte di esse. L’amministrazione comunale, però, ha negato il permesso.
«Avevamo anche presentato al Comune un dossier con foto digitali. - spiega Gianmarco Anzolin -. L’ufficio tecnico, però, ci ha comunicato che non siamo autorizzati e che della cosa si sarebbero occupati loro. Intanto, però, le scritte sono ancora lì».
«Non potevamo affidare ad altri un incarico che ci compete - commenta il sindaco Luigi Dalla Via -, e che abbiamo sempre svolto con costanza: certo non si può pretendere che ogni scritta sia cancellata nel momento che appare, ma in genere abbiamo sempre provveduto celermente. Al di là degli aspetti politici, mi preme sottolineare che Schio è una città educata e pulita. Il libero pensiero è sacrosanto, ma i muri della città non devono avere questa destinazione: oltre ad offendere la sensibilità di alcuni cittadini ciò comporta un costo per la collettività».
«La nostra voleva essere un’azione simbolica - afferma Anzolin -. Da qualche tempo assistiamo ad una proliferazione di scritte a carattere razzista e xenofobo e ad una crescita preoccupante di organizzazioni che si rifanno al ventennio fascista. La manifestazione dello scorso 11 luglio, culminata con l’aggressione serale, ne è un chiaro esempio. A tutt’oggi attendiamo ancora una presa di posizione chiara dell’amministrazione su quei fatti e sull’ipotesi di ripetizione della parata l’anno prossimo».


Il progetto "Thiene mi fa musica" punta a valorizzare gli oltre 150 complessi composti da ragazzi tra i 14 e i 30 anni
Nuovi spazi in città per la musica giovane
Una seconda sala prove, un centro di produzione audio digitale e un portale web

di Silvia Dal Maso

Musica come passione. Musica come valvola di sfogo ed elemento per esprimere la propria creatività. Musica come mezzo di comunicazione, per manifestare le proprie emozioni. Musica come strumento primario di aggregazione per i giovani. E proprio dalla musica, nasce il progetto "Thiene mi fa musica" che ha lo scopo di attirare l'attenzione sugli oltre 150 complessi musicali costituiti da giovani dai 14 ai 30 anni che gravitano in città e che hanno il problema di avere a disposizione sale prove adeguatamente attrezzate, in modo da poterli aiutare nella realizzazione dei loro sogni. L'amministrazione comunale thienese, già l'anno scorso, accogliendo le richieste di un gruppo di giovani accomunati dalla passione per la musica e dalla mancanza di un luogo dove poterla coltivare, ha finanziato la realizzazione di una sala prove aperta a tutti i gruppi musicali giovanili. La sala prove è stata data direttamente in gestione ai ragazzi, che si sono costituiti in associazione: attualmente vi operano con continuità 10 band che suonano i più diversi generi musicali. Proprio da questa esperienza, è nato un nuovo progetto di intervento in favore dei giovani che si propone di creare una rete di collaborazioni tra i comuni di Thiene, Zugliano, Montecchio Precalcino, Villaverla e Chiuppano, l'Istituto musicale veneto città di Thiene, le aziende locali, il mondo della scuola e i giovani. Il piano punterà ad incanalare e valorizzare le risorse musicali giovanili esistenti, dando risposte concrete ai giovani musicisti consentendo loro di compiere un salto di qualità. Nel concreto, il progetto punta a mettere a disposizione una seconda sala prove, un centro di produzione audio digitale, che consenta di aggregare i giovani musicisti determinati a concretizzare le proprie idee e a sviluppare la loro creatività, e un portale web, che faccia da vetrina a tutte le azioni previste dal progetto e incentivi e rinnovi il confronto tra la produzione artistica giovanile e le logiche del mercato. Dalla collaborazione con l'Istituto musicale veneto città di Thiene nasce anche l'idea di realizzare entro ottobre dell'anno prossimo due seminari, il primo sul rapporto tra la pop music e la pop art, il secondo, più tecnico, dal titolo "Computer music: gestione sala di ripresa audio" che ha l'intento di rispondere, attraverso percorsi formativi, alle esigenze di crescita tecnico-culturale dei giovani protagonisti. Il rapporto tra i due enti proseguirà nel tempo e verranno proposti altri seminari sia di cultura musicale che di editoria musicale e web music. Ideato dai giovani e assieme ai giovani, "Thiene mi fa musica" sarà gestito da loro stessi, soprattutto per quanto riguarda l'utilizzo della sala prove, lo studio di registrazione digitale e il portale web. Le prospettive ulteriori di sviluppo del progetto è di rafforzare l'idea di creare a Thiene la futura sede del liceo coreutico per l'Alto Vicentino e di coinvolgere, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di altre sale prove, anche i Comuni limitrofi.