«Processate il giovane impiegato statunitense Avrebbe stuprato una ballerina di lap dance»
Processate l’impiegato statunitense Cristopher Johnson, in servizio alla caserma Ederle, perché avrebbe violentato una ballerina di lap dance.
È questa la richiesta del pm Marco Peraro che ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane di 23 anni, attualmente in carcere dopo che lo scorso dicembre il gip Agatella Giuffrida aveva ripristinato l’ordine di custodia per violenza sessuale.
L’uomo, che è difeso dall’avv. Antonio Marchesini, ha sempre respinto le accuse sostenendo che la ragazza ci era stata, visto che il convegno amoroso era stato nella sua abitazione. Come fa un uomo, da solo, a violentare una donna, si è sempre difeso l’uomo?
Egli venne arrestato verso la fine di ottobre dopo una notte brava con una ballerina slovacca. Fu una storia torbida di presunta violenza a luci rosse. Una vicenda in cui c’è la parola dell’una contro l’altra, ma dove i riscontri di vario genere, come un paio di testimonianze importanti, avvalorerebbero le tesi accusatorie.
L’americano è comparso in manette davanti al gup Eloisa Pesenti per l’udienza preliminare. Il processo è slittato al 9 marzo perché l’avv. Marchesini ha chiesto e ottenuto che il suo assistito sia giudicato con il rito abbreviato dopo la sua testimonianza e quella della vittima - costituita parte civile con l’avv. Andrea Balbo -, ieri assente, e per questo motivo è stata rinviata l’udienza.
Johnson finì in carcere la seconda volta a dicembre dopo un controllo. Fu trovato al bar anziché a casa.
L’impiegato, 22 anni, residente in città in viale Dal Molin 16, e difeso dall’avv. Antonio Marchesini, aveva detto di essere anche andato a trovare un amico. Domani, tra l’altro, sarà processato per l’evasione dal giudice Giovanni Biondo.
Cristopher Johnson si è sempre protestato innocente e vittima della vendetta di una bella ragazza dell’Est che «dopo esserci stata», l’ha denunciato di averla stuprata. Questa, però, è la sua versione. Gli inquirenti non gli hanno creduto e ritengono che il racconto della ragazza sia credibile. L’americano venne fermato il 27 ottobre dai militari del maggiore Spolaore che lo accompagnarono al San Pio X.
La notte turbolenta avvenne il 5 ottobre. Cristopher Johnson e un connazionale si recarono in una discoteca dove conobbe la seducente slovacca. Tra l’americano e la ragazza coetanea scoccò la scintilla della simpatia reciproca e cominciarono a parlare. Finirono la notte a casa di lei, dove inizialmente c’era anche un’altra coppia, che poi li lasciò soli. Al momento del commiato lui le sarebbe zompato addosso. «Non è vero, lei fu consenziente», disse. «No, mi ha aggredita e costretta a subire uno squallido atto di violenza», replicò la donna.
Nuove scritte contro Balzi Il segretario Ds nel mirino
Ancora una citazione televisiva. Sui messaggi indaga la Digos
(g. m. m.) «Quattro Balzi in barella». Firmato: “young rebel”, giovane ribelle. Deve essere un patito della televisione il mitomane che ha preso di mira a colpi di bombolette spray il segretario vicentino dei Democratici di sinistra, Luca Balzi. Ieri mattina, sui rivestimenti di un cantiere in viale Quadri è infatti apparsa una nuova scritta minacciosa nei confronti del segretario diessino. Il graffito è stato impresso con uno spray nero, con le stesse modalità e la medesima “calligrafia” con cui era stata vergata un’altra scritta shock apparsa a novembre a pochi passi da Parco Città, sempre lungo viale Quadri.
Non è la prima volta, dunque, che Balzi finisce al centro di attacchi sui muri della città, in particolare nelle vicinanze di S. Andrea, il quartiere in cui vive. Punto di riferimento dell’ala fassiniana e riformista della Quercia berica, Balzi è stato eletto segretario cittadino un anno fa. Dopo l’attacco di novembre, aveva ricevuto attestazioni di solidarietà da gran parte del mondo politico moderato del centrosinistra, con il desiderio da parte di tutti di isolare eventuali estremismi di qualsiasi matrice.
Anche allora il “giovane ribelle” se la prendeva con Balzi e anche allora citava la televisione: ma se oggi è la storpiatura di uno slogan pubblicitario di alimenti surgelati, tre mesi fa la frase si ispirava al “Rock politik” di Adriano Celentano. «Bruciare Parigi è rock, menare Balzi è heavy metal», era l’inquietante messaggio spruzzato anche in quel caso sul telone di un cantiere edilizio, con una macabra strizzata d’occhio ai roghi che stavano infiammando le periferie della capitale francese.
A distanza di tre mesi, il graffitaro ha colpito ancora. Sulla vicenda sta cercando di far luce la Digos. A quanto sembra non ci sono soltanto graffiti, ma anche telefonate anonime ricevute dal giovane segretario della Quercia. Il diretto interessato schiva ogni domanda e si limita a una battuta nel tentativo di riguadagnare serenità: «Proprio nel giorno di S. Valentino. Mi bastava anche qualcosa di meno originale, come un mazzo di fiori».