15 FEBBRAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Il teatro suona l'addio per la Cogi.
Dopo lo stop, polveri triplicate.
L'assemblea dei precari al Lampertico.

Ieri pomeriggio sopralluogo dei collaudatori in corso d’opera: «Il cantiere è fermo». Il Comune pagherà entro due giorni i lavoratori
Il teatro suona l’addio per la Cogi
Scaduto il termine fissato dal direttore lavori: «Non è stato fatto nulla»

di Piero Erle

Ormai non c’è dubbio: è conto alla rovescia per l’addio alla ditta Cogi dal cantiere del nuovo teatro di Vicenza. Ieri pomeriggio - mentre continuava il presidio dei 25-30 operai che scioperano da quasi un mese con il sostegno della Fillea Cgil (con i segretari Antonio Toniolo e Danilo Andriollo) - si è presentata la commissione di collaudo in corso d’opera indicata dalla Regione. Luigi Chiappini, Umberto Bocus e Renato Vitaliani hanno parlato per oltre un’ora col responsabile del procedimento Gianni Bressan, dirigente comunale, col direttore dei lavori Mario Gallinaro e col dirigente Luigi Fascioli della Cogi. All’uscita, di fronte ai lavoratori, il responso chiaro. Gallinaro infatti, come noto, aveva fatto scattare un mese fa la procedura prevista dalla legge che stabilisce che se si accumulano ritardi «per negligenza dell’appaltatore rispetto alle previsioni del programma», viene fissato un termine entro cui compiere i lavori prescritti dal direttore stesso. Il termine è scaduto domenica, e la stessa commissione di collaudo si è presentata dopo aver già messo nero su bianco che la Cogi ha vanificato il cronoprogramma dei lavori, già modificato la scorsa estate per recuperare i ritardi. Cosa hanno visto i tecnici? «Che non è stato fatto nulla», risponde secco Gallinaro. «Che è tutto fermo», gli fa eco Bocus. E allora si torna alla legge. Scaduto il termine fissato, infatti, il direttore dei lavori verifica, in contraddittorio con l’appaltatore o con testimoni, lo stato di fatto e invia la sua relazione al responsabile del procedimento. È quello che accadrà domani, e già giovedì la relazione di Gallinaro sarà in mano al Comune. È ancora la legge a dire cosa succederà dopo: sulla base del verbale del direttore lavori, «qualora l’inadempimento rimanga» - dice la norma - «l’ente appaltante, su proposta del responsabile del procedimento, delibera la risoluzione del contratto». Insomma, deve decidere la giunta, ma ormai non c’è più spazio per la Cogi, che tra l’altro ha ottenuto solo 40 giorni di proroga rispetto ai 200 che aveva chiesto e non ha ottenuto nessuna sospensione del cantiere. Tra l’altro l’impresa toscana a questo punto è in debito con lo stesso Comune. Il municipio infatti ha già pagato tutti gli stati di avanzamento fino a dicembre, versando 4 milioni di euro alla Cogi. Ma il 16 gennaio è scaduto il 2° anno di cantiere, e da contratto era il momento di verificare il ritardo del cantiere con l’applicazione dell’eventuale penale: «Ho già steso la relazione. C’è da applicare - risponde l’ing. Gallinaro - una penale di circa 480 mila euro per un ritardo di 120 giorni conteggiati». Da notare che un ritardo di oltre 100 giorni, in base al contratto, è motivo per la rescissione del contratto. Ma c’è di più: lo stesso Ispettorato del Lavoro ha inviato al Comune una diffida a pagare lui stesso gli operai rimasti senza retribuzione, e ha segnalato che la situazione è tale da giustificare una rescissione del contratto. Insomma, il cerchio si chiude da tutte le parti. «Non si era mai visto un ente pubblico costretto lui a pagare gli operai al posto della ditta vincitrice di un appalto», commenta dall’alto della sua lunga esperienza Bocus. Gli operai comunque saranno pagati: il Comune entro giovedì verserà le cifre indicate dall’Ispettorato al lavoro. Ma per il futuro del cantiere si aprirà a breve un altro capitolo. Il Comune dovrà ricevere dall’ing. Gallinaro lo “stato di consistenza dei lavori” e chiedere il collaudo delle opere già eseguite, per fare il conto finale con la Cogi (naturalmente scatterà anche il confronto legale sui danni). Poi potrà contattare il gruppo padovano Italcantieri Vittadello-Paolin e chiedere se conferma l’offerta fatta oltre due anni fa con il 20,48% di ribasso, cosa assai improbabile. Altrimenti dovrà far scattare una nuova gara d’appalto per il completamento del teatro. E ci vorranno come minimo molti mesi prima di poter riaprire il cantiere.


Conto alla rovescia per le ecoconsegne in centro storico con i mezzi elettrici del “Logistic city center” A marzo scatta l’ordinanza. Ma ora c’è da superare l’opposizione dei corrieri espressi, che ieri hanno incontrato l’assessore Cicero per presentare problemi e difficoltà. Non si escludono proroghe
Dopo lo stop, polveri triplicate
Per ora nessun altro blocco. Sorrentino: «Sarebbe demenziale»

di Gian Marco Mancassola

Una settimana fa finiva il clamoroso blocco automobilistico che aveva fermato Vicenza per quattro giorni, richiamando l’attenzione di tutta Italia e buona parte d’Europa. Domani a Roma si apre un confronto fra ministero dell’Ambiente e Anci (l’associazione dei Comuni) per decidere cosa fare contro l’allarme pm10. Il caso-Vicenza sarà al centro della discussione. È servito o no, il blocco? In attesa di conoscere il responso dalla capitale, non resta che leggere gli ultimi dati sulle polveri fini, triplicate rispetto ai giorni del blocco. I tecnici fanno notare il crescendo rossiniano del nocivo pm10, che domenica ha toccato la quota record del 2005: 167 microgrammi, più di tre volte oltre il limite di 50 microgrammi per metro cubo d’aria, previsto dalla normativa europea per la tutela della salute. La soglia minima toccata durante i giorni del blocco, che non riuscì a portare i livelli sotto i limiti di legge, era stato di 57 microgrammi. La corsa delle polveri ha quindi triplicato la sua irruenza in appena una settimana. Durante i quattro giorni di blocco i valori erano stati sempre compresi nella fascia di qualità dell’aria “scadente”; da mercoledì scorso, invece, siamo entrati nella fascia “pessima”, comòici anche le condizioni meteo sempre meno favorevoli alla dispersione degli agenti inquinanti. Un vero e proprio polverone insalubre, che sta avvolgendo tutta la Regione, anche se Vicenza detiene il primato, con 43 giorni fuori norma dall’inizio del 2005. In tutto il Veneto i capoluoghi si stanno attivando contro lo smog varando provvedimenti di limitazione al traffico più o meno intensivi. A Vicenza, invece, dopo il maxi-blocco, non si annunciano per ora altre novità: confermati ancora lo stop ai vecchi diesel e non catalizzati ogni giovedì e venerdì, e la domenica ecologica fissata per il 20 marzo. «Dopo l’esperimento che abbiamo fatto - argomenta il vicesindaco e assessore all’ecologia Valerio Sorrentino - considero demenziale e schizofrenico insistere con i provvedimenti contro il traffico. Non c’è mai stata una volta in cui le cose siano sensibilmente cambiate. O si tenta su una macroarea, oppure non ha alcun senso, perché non si ottengono risultati apprezzabili. Abnche al domenica ecologica può essere confermata soltanto in ottica educativa». La situazione, d’altra parte, non accenna a migliorare nemmeno dal punto di vista meteo: secondo il bollettino sulle pm10 stilato dall’Arpav, per oggi «non sono previsti fenomeni meteorologici favorevoli alla dispersione delle polveri fini. La qualità dell'aria sarà tra il pessimo e lo scadente». Ieri, nel frattempo, si è tenuto in municipio un lungo incontro fra l’assessore alla mobilità Claudio Cicero e una rappresentanza di alcuni fra i principali corrieri espressi a livello nazionale e internazionale. Al centro del confronto è stata posta l’ordinanza sul “Logistic city center”: da marzo, infatti, le consegne delle merci in centro storico dovranno essere effettuate con i mezzi ecologici della società costituita dal Comune e dalle categorie economiche. L’obiettivo, come riporta l’ordinanza, è ridurre l’inquinamento e la congestione del centro storico cittadino, dove si calcola che ogni giorni vengano eseguite mediamente mille consegne. «È stato un incontro interlocutorio», precisa Cicero, lasciando intuire che ci saranno nuove riunioni. Secondo indiscrezioni, tuttavia, il Comune punta a difendere il Logistic , fiore all’occhiello nella lista dei cosiddetti interventi strutturali contro smog e ingorghi. Una concessione potrebbe essere una proroga sui tempi di avvio


Scuola in subbuglio
L’assemblea dei precari al Lampertico
Questo pomeriggio in aula magna per discutere la proposta Valditara contestata dal comitato insegnanti

di Anna Madron

Riflettori di nuovo accesi sul precariato della scuola. Oggi pomeriggio, dalle 15,30 alle 17,30, nell'aula magna dell'istituto Lampertico, in viale Trissino, si svolgerà l'ennesima assemblea degli insegnanti a tempo determinato che si sono dati appuntamento per fare il quadro della situazione sulla categoria, alla luce anche della proposta del senatore Giuseppe Valditara che ha suscitato scalpore e messo ulteriormente in fermento il mondo della scuola. In particolare il Cip, Comitato insegnanti precari, sottolinea come «la proposta Valditara dell'assunzione in ruolo per 90.000 insegnanti precari nel 2006, subordinata alla rinuncia o dilazione della ricostruzione della carriera, si profila come un'esca elettorale “avvelenata”. Si giustifica la proposta con il proposito di collocare in servizio a tempo indeterminato e a costo zero i docenti che da molti anni già prestano servizio per lo Stato come “stagionali”: quando va bene da settembre-ottobre fino a giugno». «Il costo zero, ovviamente, è per lo Stato - fanno notare i precari - mentre si verificherebbe un taglio retributivo annuo di 2.000 euro per docente. Come dire, prendere o lasciare. In sostanza, un ricatto vero e proprio, ovvero la conclusione iniqua di un calvario delle iniquità che abbiamo percorso per un tempo lunghissimo. Perché la straordinaria lunghezza dei tempi trascorsi da ciascuno di noi in regime di precarietà e l'asprezza delle vessazioni alle quali siamo stati sottoposti non ha precedenti nella storia scuola italiana». Nel corso dell'incontro di oggi pomeriggio si discuterà inoltre la mancata attuazione del piano pluriennale previsto dalla legge 143/04; la firma del Ccni sulla mobilità; i corsi abilitanti di prossima attuazione; la richiesta di audizione in Regione e infine una tavola rotonda organizzata dalla Margherita il 25 febbraio prossimo e alla quale prenderanno parte i membri delle Commissioni cultura.