Vicenza, più incassi dai tributi
Ma si taglia la spesa per il sociale
(l. d.) Aumentano le entrate tributarie, le riscossioni delle tasse nei comuni italiani, mentre crollano le spese per gli interventi sociali. E Vicenza non sfugge al trend. A dirlo è il monitoraggio realizzato dall’Osservatorio nazionale del Sindacato pensionati (Spi) della Cgil, nell’ambito del quinto rapporto sul welfare locale.
A Vicenza la spesa per gli interventi sociali dal 2004 ha messo in mostra una significativa battuta d’arresto, con una contrazione di risorse negli ultimi tre anni. Dal 2000, infatti, l’intervento di spesa e le risorse destinate al welfare avevano subito un evidente balzo in avanti, passando rapidamente da 120,92 euro per cittadino ai 176,57 euro del 2002.
Da quell’anno boom si è poi passati rapidamente da 176,57 euro a 144,62 euro spesi pro-capite lo scorso anno per l’assistenza dei servizi alla persona.
Un ridimensionamento che lo Spi spiega con la “stretta” subita dai comuni italiani, a partire dal 2003, dovuta al taglio dei trasferimenti erariali statali con la Finanziaria e con le aumentate responsabilità di governo.
Confrontato con i dati vicentini, il livello della spesa procapite per gli interventi sociali per la cultura e l’istruzione pubblica nel Nord-Est è stato superiore: di 224,85 euro pro-capite, con un’incidenza del 21,1% sul totale della spesa corrente. Chi pensa più di tutti ai suoi cittadini è Trento, a cui va la palma di città con il più alto esborso per il settore sociale: si spendono in media 526,05 euro procapite. Ultimo gradino del podio a Crotone, Reggio Calabria, Taranto e Avellino, dove nel 2003 la spesa sociale non ha raggiunto i 60 euro procapite.
Comunque un dato, quello della contrazione delle spese per il welfare, su cui lo Spi invita a riflettere in considerazione del fatto che i comuni, in base alla riforma dell’assistenza introdotta nel 2000, sono sempre più chiamati ad esercitare funzioni sociali assicurando l’integrazione sociosanitaria degli interventi, coinvolgendo anche il volontariato.
Le entrate tributarie. Alla marcata differenza sul fronte delle spese per il settore sociale corrisponde il divario degli importi delle entrate. L’entrata tributaria del Comune ha fatto registrare un aumento progressivo negli ultimi quattro anni, anche in relazione all’introduzione ed elevazione della quota di compartecipazione all’Irpef, rimanendo però al di sotto della media nazionale che si è attestata su 416,26 euro nel 2000 e su 574,40 euro procapite nel 2003.
Nel 2000 i soldi versati in media per i tributi da ogni cittadino era pari a 384,97 euro procapite; un valore che ha raggiunto i 457,59 euro nel 2003, con un picco intermedio nel 2002 di 543,23 euro. Lo scorso anno il valore si è invece assestato sui 491,17 euro procapite. Ma va meglio che nelle altre città venete dove gli importi più elevati si registrano a Venezia (1.096,82 euro, nel 2003 la cifra record di 1.117), Verona (651,19), Padova (562,49), Belluno (551,08) e Treviso (514,11).
A livello nazionale, nel periodo preso in considerazione (2000-2003), le entrate tributarie comunali sono cresciute da 18,2 a 24,7 miliardi di euro. In aumento sono gli importi della Tosap (da 4,01 a 4,39 euro pro-capite) e soprattutto gli accertamenti dell’Ici, che nel 2003 hanno raggiunto un importo di circa 11 miliardi di euro. L’incremento può in parte attribuirsi ad una maggiore attenzione dei comuni nel ridurre le aree di evasione e nel recuperare importi arretrati.
A Vicenza va comunque il titolo di Comune più veloce nella riscossione delle tasse. Nella top ten degli enti locali, il capoluogo berico segna un indice del 93,4% nel rapporto tra riscossioni e accertamenti dei tributi del 2003. Ben al di sopra della media nazionale pari al 72,3% che si abbassa a 51,9% nel Mezzogiorno.
Vicenza è inseguita da Lecco (93,3%), e da Venezia (93,0%). La “maglia nera” tra i primi dieci comuni con i valori più bassi va invece a Siracusa con un indice del 27,9%. Nel Veneto tiene testa al nostro Comune solo Venezia (93,0%).
Gli interventi nel sociale. Considerati i singoli interventi, la spesa pro-capite per l’assistenza scolastica, il trasporto e la refezione a Vicenza è stata pari a 41,63 euro nel 2003; in ribasso rispetto a quella della media nazionale che è di 50,39 euro ma in linea con quella del Nord-Est (41,61 euro) dove con questo valore il Comune è al secondo posto tra i capoluoghi veneti.
Fanalino di coda Padova che per ogni studente spende 17,66 euro, e che risulta il settimo comune nella top ten con i valori più bassi. In controtendenza Trento dove si spende di più per il sociale ma a quanto pare non per la scuola (7,35 euro procapite).
Stadio, biblioteche, musei. Per biblioteche, musei e pinacoteche a Vicenza si spendono 24,69 euro a cittadino. La nostra città è preceduta solo da Venezia e Verona nella top veneta. Per lo stadio, palazzetto dello sport ed altri impianti Vicenza spende 8,49 euro procapite contro i 19,65 euro di Venezia (al nono posto dei comuni italiani che spendono di più) e i 16,18 euro di Treviso.
Asili e infanzia. Sul fronte dei servizi per l’infanzia e per i minori, degli asili nido, il Comune spende 38,15 euro procapite (ben al di sotto della media registrata nel Nord-Est di 55,60 euro) all’inseguimento affannoso di Verona (71,76 euro che rappresenta l’ottavo miglior piazzamento nazionale) e di Venezia (60,95 euro). Ancora una volta è Trento il “paradiso” del welfare: per l’infanzia si spendono 132,12 euro a bambino.
Beneficenza pubblica. Per l’assistenza, beneficenza pubblica e servizi indirizzati alla persona la capolista è Bolzano con la cifra record di 398,61 euro pro-capite, che va ben oltre la media registrata nel Nord-Est di 114,06 euro. Il nostro Comune spende invece 87,89 euro pro-capite (nel 2002 erano 92,01 euro) in terza posizione nel classifica di spesa veneta, dopo Venezia, Verona, Treviso.
Cultura, il primato. Rivincita di Vicenza sul fronte cultura. La città fa un balzo e si piazza al quarto posto dei comuni italiani, primo dei veneti, con i valori più alti nelle spese in conto capitale per cultura e beni culturali; complice il progetto del nuovo teatro. Dal 2000 al 2003 la città è passata da 29,41 euro a 75,20 euro pro-capite ed è preceduta solo dai Comuni di Vercelli, Udine e Nuoro.