13 OTTOBRE 2005

dal Giornale di Vicenza

Altri due tentativi di suicidio
Americano denunciato «Ha stuprato ballerina»
SCHIO.Immigrati, ecco i nuovi “ghetti”

Allarme in carcere. Dopo la tragedia della settimana scorsa c’è stato nuovo allarme ieri al S. Pio X
Altri due tentativi di suicidio
Coppia di moldavi si è tagliata le vene. Subito soccorsa

Dopo la tragedia della settimana scorsa con il suicidio dell’albanese Simon Lleshaj di 36 anni, ieri c’è stato un nuovo episodio che ha allertato le autorità del penitenziario del San Pio X. Due moldavi sono stati soccorsi dopo avere cercato di tagliarsi le vene. Le informazioni sono abbastanza scarse, ma da quello che si è appreso i soccorsi sono stati tempestivi, anche perché sarebbero stati i compagni di cella dei due immigrati a dare l’allarme. Sulle condizioni dei due stranieri non ci sono particolari, anche se non dovrebbero essere preoccupanti. Ad accorgersi che qualcosa non andava sono state le guardie carcerarie che per prime hanno soccorso i due detenuti. Episodi di autolesionismo in prigione non sono inusuali, anche se la distanza ravvicinata con il dramma della scorsa settimana fanno ritenere che il disagio sia palpabile. Del resto a fronte di una capienza di 110-120 detenuti, la popolazione attuale è più del doppio, di 260 unità. «Che ci sia un evidente sovraffollamento è evidente - ha spiegato nei giorni scorsi Claudio Stella, di Utopie fattibili -. Del resto le condizioni di prostrazione psicologica per chi vive la realtà del carcere sono inevitabili». Da più parti si è posto l’accento sul tema della politica edilizia carceraria, anche se si è sottolineato che negli anni ottanta ci sono stati troppi casi di mala gestione del denaro pubblico a livello nazionale. Tornando al doppio tentativo dei due moldavi, ci sono stati momenti di inevitabile concitazione e alcuni detenuti sono stati rinchiusi in una stanza per ragioni di cautela visto che c’era una manifesta sofferenza psicologica. La notizia si è diffusa a metà pomeriggio. A intervenire per medicare i due feriti è stato il personale dell’infermeria. La scorsa primavera dopo i ripetuti casi avvenuti a livello nazionale il Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap), aveva annunciato «l’avvio di un’ispezione amministrativa e l’ipotesi di trasferimento di alcuni detenuti». In media, ogni anno - fanno notare al Dap - i suicidi in cella sono circa 50. Di recente, però, il fenomeno ha assunto contorni di particolare gravità anche dovuto alla eterogeneità della popolazione, costituita per gran parte da stranieri. «L’opera dei volontari nelle prigioni è importante - ha spiegato Stella - anche perché per gli stranieri la vita da reclusi è ancora più dura perché non hanno scambi con le famiglie d’origine. Vivono nella solitudine, che spesso si trasforma in cupa disperazione».


«Violenza sessuale». Indagini dei Cc della Setaf su un giovane
Americano denunciato «Ha stuprato ballerina»
I due si sarebbero conosciuti in discoteca, poi il rapporto

di Diego Neri

Dopo la serata in discoteca l’avrebbe accompagnata a casa e l’avrebbe stuprata. È quanto ipotizzano i carabinieri che nei giorni scorsi hanno denunciato l’americano Christopher Johnson, 22 anni. Il giovane, sposato ad una soldatessa statunitense, vive all’interno della caserma Ederle anche se non sarebbe un militare. L’episodio, sul quale sono ancora in corso accertamenti, risale ad alcune sere fa. In base a quanto ricostruito, Johnson aveva deciso di trascorrere alcune ore di divertimento in pista da ballo, ed aveva raggiunto assieme ad un amico e connazionale la discoteca “Exit”. Qui era rimasto folgorato dalla bellezza di una splendida ballerina slovacca, di una ventina d’anni, che vive regolarmente in un comune dell’hinterland della città. Durante la serata ha fatto di tutto per conoscerla e dopo esserci riuscito l’ha convinta a bere qualcosa e a fare quattro chiacchiere con lui e con il suo amico. Quindi, alla chiusura del locale, i due americani si sono offerti di accompagnarla a casa e la ragazza ha accettato. Li avrebbe anche fatti salire, ma subito dopo l’amico che era uscito con Johnson aveva salutato in fretta e se ne era andato. Voleva lasciarli soli? Quello che è avvenuto dopo è al momento al vaglio del magistrato. È possibile che l’americano abbia male interpretato la gentilezza della slovacca, oppure che non abbia saputo resistere agli istinti. I due avrebbero avuto un rapporto sessuale e quindi il giovane sarebbe tornato in caserma da solo. Lei, qualche ora dopo, si è presentata alla Ederle in lacrime. Si è confidata con i carabinieri ed ha spiegato di essere stata violentata dall’americano, raccontando quello che era accaduto. La ballerina ha precisato che il giovane era stato gentile nell’accompagnarla a casa, ma che lei non aveva alcuna intenzione di concedersi. I militari della Setaf hanno subito avviato accertamenti per risalire all’identità del giovane e, dopo averlo identificato, lo hanno portato nei loro uffici, dove Johnson si è difeso spiegando che la ragazza, contrariamente a quanto aveva dichiarato in denuncia, era stata consenziente. «Non riesco a capire perché vi abbia raccontato queste assurdità». Inoltre, i carabinieri hanno anche sentito alcuni testimoni, in particolare l’amico di Johnson, e altre persone che hanno visto il terzetto assieme in discoteca. Infine, hanno denunciato Johnson in procura con l’accusa di violenza sessuale. Probabilmente, ora il magistrato vorrà approfondire il caso con altri accertamenti di natura medica per verificare se la donna abbia subito delle lesioni e se quindi sia stata effettivamente vittima di una violenza. Nei giorni scorsi, un militare Usa era stato condannato ad un anno di reclusione per un altro episodio di violenza sessuale avvenuto in febbraio per il quale era stato arrestato. Ora è stato anche espulso dall’esercito statunitense. Un altro connazionale è attualmente sotto processo a Vicenza per un’accusa di stupro.


La concentrazione più alta in viale Milano, vicino alla stazione. Diffusa la pratica del subaffitto
Immigrati, ecco i nuovi “ghetti”
Vivono per lo più in centro e in condomini di 30 anni fa

di Mauro Sartori

Come cambia il mercato immobiliare a fronte del fenomeno immigratorio e come si trasforma il centro storico di Schio, per un quinto abitato da cittadini stranieri. Da un’indagine prodotta da Gianluca Santacatterina per conto di Confedilizia scledense di cui è segretario, sulla base dei dati anagrafici e abitativi del decennio fra il 1994 e il 2004 forniti dagli uffici comunali, emerge una situazione cittadina che da una parte conferma l’incremento massiccio della presenza di cittadini stranieri residenti nei condomini scledensi e dall’altra evidenzia come si stiano creando delle aree ad alta concentrazione di immigrati, in particolare in alcuni punti del centro storico. L’indagine, che sarà pubblicata prossimamente e consultabile nella sede dell’associazione, prende come campione 76 condomini per un totale di 1.025 unità immobiliari ad uso abitativo. Nel ’94 le unità occupate in affitto da immigrati erano l’1%, per salire al 3,9% nel ’99 e all’8,3% del 2004, anno in cui a Schio sono registrati all’anagrafe 2 mila 934 stranieri, pari al 7,7% dell’intera popolazione. Rapporti percentuali superati nel 2005, dove il numero degli stranieri residenti ha abbondantemente superato quota 3 mila avvicinando ormai il 10% del totale dei residenti. Altro raffronto interessante: fino al ’99 non vengono segnalate acquisizioni di immobili da parte degli immigrati, per giungere al 2% del campione nel 2004, segnale che il mercato si sta muovendo anche per merito loro. Nell’anno in corso il trend potrebbe subire una brusca frenata a causa della crisi occupazionale che colpisce l’Alto vicentino, ma l’elemento scaturito dallo studio resta eloquente. La fotografia del condominio-tipo scelto dagli stranieri come alloggio, è la seguente: collocazione in centro storico, edificio costruito prima dell’’80, impianto termico centralizzato e con numero elevato di unità immobiliari. Se vengono analizzati solo i dati relativi ai condomini con queste caratteristiche, risulta che oltre il 20% degli appartamenti è occupato da cittadini stranieri. «La più alta concentrazione di stranieri si trova in via Milano, nelle vicinanze della stazione ferroviaria, in via Porta di Sotto e in piazzetta San Gaetano, dietro al duomo di S. Pietro - spiega Santacatterina, che è anche presidente del Registro Amministratori -. Si tratta perlopiù di edifici costruiti nel periodo del boom economico, con ambienti spaziosi, ampie camere, che si prestano ad essere abitati da nuclei familiari consistenti. Addirittura abbiamo casi di due famiglie che si sono accollate un unico mutuo per far fronte all’acquisto». Secondo l’indagine oltre il 12% delle abitazioni del centro storico è occupata da famiglie di immigrati. Ci sono tuttavia altri fenomeni che sfuggono alla verifica delle statistiche: «A Schio sono frequenti i casi - aggiunge Cipriano Tessarolo, presidente di Confedilizia Schio - in cui gli immigrati destinano parte dell’alloggio preso in affitto ad altri connazionali, cedendo loro una o più camere a prezzi anche molto elevati». Secondo Tessarolo, il rischio che si corre è quello della ghettizzazione di alcune aree cittadine: «La riluttanza, ancora molto diffusa, da parte dei proprietari di casa ad affittare agli stranieri ha contribuito ad aggravare il fenomeno ed ha prodotto la ghettizzazione, nonostante il Comune auspichi l’insediamento degli stranieri “a macchia di leopardo”, cercando di favorire in tal modo la loro integrazione sociale. Il problema delle abitazioni per gli stranieri dovrà prima o poi essere affrontato da amministratori e politici, senza preconcetti».