«Fiaccolata, perché il Comune non c’è?»
La solidarietà dei vicentini nei confronti delle famiglie delle vittime di Beslan in Ossezia e l’espressione pubblica della speranza di riavere presto libere le volontarie rapite in Iraq - le "due Simone" di cui i sequestratori non danno notizie - diventano espressione tangibile oggi pomeriggio. L’appuntamento è per le 18 alla manifestazione programmata in piazzetta delle Poste per iniziativa delle confederazioni sindacali.
Crescono le adesioni alla proposta partita da Cgil, Cisl e Uil - molte le presenze dal mondo cattolico, con in testa la Caritas, la Pastorale del lavoro e l’Azione cattolica, e significativa quella annunciata dal Consiglio islamico vicentino - ma ancora mancava, fino a ieri, quella del Comune. Ed ecco spuntare risvolti polemici.
Mentre l’universo associativo della città laico e religioso si è subito mobilitato - e mentre hanno dato il loro "sì" anche i partiti del centrosinistra - l’Amministrazione comunale non si è fatta avanti. Ci sono state parole di compiacimento del sindaco Enrico Hüllweck per la partecipazione della delegazione islamica, ma niente adesione alla manifestazione. Come non ci sono state adesioni da parte dei partiti della maggioranza di centrodestra.
Solita questione? Solita sordità reciproca tra destra e sinistra per cui, se propone una cosa una, l’altra non ci sente? Solito distacco della giunta della Casa delle libertà da tutto quanto viene accettato dal fronte opposto? Solita impossibilità di conciliare gli schemi partitici con le rare occasioni unitarie possibili? Sull’argomento prova a intervenire in extremis la coppia diessina Luigi Poletto-Antonio Dalla Pozza, annunciando una domanda d’attualità da discutere (succederà a cose fatte...) giovedì in consiglio comunale.
I due consiglieri Ds chiederanno conto a Hüllweck del "no" comunale alla fiaccolata, che avrà per tema il rifiuto del terrorismo stragista, e proveranno anche a discutere l’idea di un "tavolo permanente" di discussione con la comunità islamica vicentina.
«È anche a partire dalle realtà locali che si evita lo scenario dello "scontro di civiltà" con tanta pervicacia perseguito dai terroristi» commenta Poletto. L'equiparazione tra immigrati islamici e terroristi, aggiunge, «diffusa in settori dell'opinione pubblica e alimentata da taluni esponenti della maggioranza di centrodestra è una sciocchezza che provoca incomprensioni e nutre l'estremismo islamista» .
Riferendosi all’iniziativa del ministro dell’interno, il forzista Giuseppe Pisanu, per promuovere una struttura di interlocuzione a livello nazionale, una sorta di Consulta islamica, Poletto si augura che anche a Vicenza il Comune si adoperi per avere un’occasione stabile di confronto e conoscenza: «Sarebbe clamoroso lasciar cadere l'offerta di dialogo proveniente dal mondo musulmano locale» .
Tutti contro il terrorismo
Islamici in corteo per il rilascio delle due volontarie
di Lino Zonin
Una cinquantina di cittadini di fede islamica ha partecipato l’altra sera a Lonigo alla manifestazione per chiedere il rilascio delle due volontarie italiane rapite in Iraq e per condannare la violenza del terrorismo. Dopo essersi radunati davanti alla moschea che si trova nei giardini di palazzo Pisani, i manifestanti hanno raggiunto l'angolo di piazza IV novembre nei pressi del torrione scaligero, esibendo alle auto di passaggio dei cartelli che inneggiavano alla tolleranza e alla pace. Poi, in lento e silenzioso corteo, hanno percorso le altre vie del centro storico cittadino.
«Abbiamo voluto far vedere a tutti che gli immigrati di religione islamica che frequentano il nostro circolo condannano le azioni terroristiche e le altre iniziative violente come i sequestri di persona - afferma Janah Abdelkarim, cittadino italiano di origine marocchina che dirige il Centro di cultura islamica di Lonigo -. È stata l'Unione nazionale delle comunità ed organizzazioni islamiche a chiederci di rendere visibile la nostra posizione di pace, proprio in occasione del terzo anniversario della tragedia dell'11 settembre 2001. Con la manifestazione abbiamo voluto esprimere la ferma e assoluta condanna di qualsiasi forma di violenza, di spargimento di sangue e di violazione della vita umana, nella convinzione che il terrorismo non sia nemico di una particolare cultura o religione ma di tutta l'umanità».
Il ricordo dell'attacco alle torri gemelle coincide quest'anno con il caso delle due Simone, da quasi una settimana nelle mani di misteriosi rapitori.
«Nei nostri cartelli - aggiunge Abdelkarim - era riportato l'appello lanciato in questi giorni dai più autorevoli capi politici e religiosi: "liberatele!". Abbiamo fatto nostre le dichiarazioni del direttivo nazionale delle comunità islamiche italiane, che ha espresso una chiara condanna del sequestro, un attestato di riconoscenza per l'attività svolta a favore del popolo irakeno dalle due ragazze rapite e un invito pressante, in nome del Dio di misericordia e di pace, perché Simona Pari e Simona Torretta vengano subito liberate. Identico appello abbiamo formulato per i due giornalisti francesi ancora in mano ai rapitori. Durante la manifestazione abbiamo avuto il piacere di incontrare il parroco di Lonigo che ha espresso il suo apprezzamento per la nostra iniziativa».