Hüllweck va in cerca di numeri
La “Casa” prevede già troppe assenze
Domani numeri a rischio in Consiglio
di Antonio Trentin
Servivano certezze sui numeri della Casa delle libertà in consiglio comunale, per dare tranquillità al sindaco, in questo scorcio politicamente caliente tra primavera e estate? Ebbene: quelli che Enrico Hüllweck ha misurato ieri sera - convocando nel suo studio sul Corso i gruppi del centrodestra - non lo hanno soddisfatto.
Servivano garanzie dei singoli e dei partiti, nel guado di giugno tra urbanistica da mandare avanti d’urgenza entro il giorno 28 (pena la decadenza dei controversi piani Piruea) e rischi di patatrac in sala Bernarda? Ebbene: le garanzie al sindaco sono state dichiarate (da chi c’era) ma non lo hanno accontentato. «La chiarezza che chiedevo non è arrivata» ha commentato alla fine di un’ora abbondante di riunione riservatissima: «Basta contare in quanti erano presenti, diciotto su ventiquattro».
Insomma: neanche nell’assemblea plenaria di Forza Italia, Alleanza nazionale, Lega Nord, Udc e misti vari di maggioranza - la prima da tempo immemorabile - Hüllweck è riuscito ad avere tutti i suoi mobilitati. Figurarsi, dev’essersi detto, come andrà in consiglio nella doppia "tre giorni" che è convocata da oggi e poi per la settimana prossima.
«Vogliamo andare avanti bene per i due anni di Amministrazione che restano o vogliamo chiudere qua?»: il sindaco è entrato in riunione con questo interrogativo e l’ha scodellato sulla discussione della ventina scarsa di consiglieri presenti (anche per conto degli assenti giustificati). Nessun discorso sui contenuti delle delibere "pesanti" che stanno per arrivare al voto (Aim, zona industriale, piani Piruea) né sul "come" dell’atteggiarsi della maggioranza su di esse: preliminare a tutto, ha detto e confermato il sindaco, è la compattezza numerica.
«Io sono critico nei confronti della minoranza che fa regolarmente mancare il numero legale - ha poi spiegato Hüllweck lasciando palazzo Trissino - perché compito dell’opposizione dovrebbe essere, se la pensa così, dire il suo "siamo contrari!", ma partecipando ai lavori consiliari. Può succedere una volta ogni tanto, ma non per sistema che si faccia ostruzionismo con le assenza. Però la situazione politica è questa e nella maggioranza c’è un altro sistema: non viene garantito il numero legale e le delibere non vanno avanti».
Ma in questo "lassismo numerico" del centrodestra quanto c’entrano i contenuti amministrativi non condivisi? Per chiarire meglio la domanda: quanta dose di contrarietà sulla sostanza delle novità urbanistiche si cela dietro alle assenze più o meno occasionali o programmate nella Casa delle libertà? Il sindaco ha risposto negando che il problema sia questo: «Non è un problema di contenuti, ma di presenze. Se uno della maggioranza è contrario a un provvedimento, può votare contro, ma deve essere presente...». Perché - è il calcolo aritmetico-politico di Hüllweck - alla fin fine anche qualche defezione è sopportabile: «Di sicuro uno o due voti, qualche volta anche cinque o sei, visto che assenti ce ne sono sempre anche nella minoranza. Quante volte si vota e si finisce con un piccolo scarto? Ma il problema è che ci siano i numeri per fare valide le votazioni».
E questi numeri l’Unione ha già annunciato che non li darà proprio e che la maggioranza dovrà arrangiarsi. Ci sono stati ieri sera accenni alla recuperabilità di presenze utili tra i consiglieri della lista civica di centrosinistra Vicenza Capoluogo, ma chi li ha fatti dimenticava una cosa: che proprio la settimana scorsa la terna consiliare Giuliari-Soprana-Zuin ha diffuso una nota con cui ha esplicitamente riversato sul centrodestra l’onere di mantenere la validità delle sedute in sala Bernarda, stante l’incapacità di costruire rapporti positivi con l’opposizione. Cosicché si annunciano appelli e conte difficili per Hüllweck & C.
Oggi pomeriggio c’è consiglio in Comune. Dovrebbe funzionare. Ma già domani una serie di assenze notificate al sindaco metterà a rischio l’avvio della riunione: «Mercoledì e giovedì non ce la faremo...». Come poi andranno le votazioni in questi e nei prossimi giorni, è materia da scommesse. Di tutto il pacchetto urbanistica l’Hüllweck fattosi pessimista dice, ufficiosissimamente, che «passerà al massimo il dieci per cento».
Alloggi per stranieri
Scattano i controlli
anti-sovraffollamenti
(g. m. m.) Scatta una campagna di verifiche sugli alloggi pubblici assegnati a cittadini extracomunitari per combattere il fenomeno del sovraffollamento delle abitazioni. «Una piaga», la definisce l’assessore agli Interventi sociali Davide Piazza, che ha ricadute sui livelli di igiene e contro la quale la giunta comunale ha varato nuovi criteri per stabilire chi ha diritto o meno all’attestazione di idoneità utile per il ricongiungimento familiare.
Il Comune, in altre parole, ha stabilito i parametri minimi per il calcolo del numero massimo di persone che possono abitare negli alloggi assegnati a cittadini stranieri. Ed ecco allora il rapporto minimo tra superficie utile abitabile, comprensiva di servizi igienici, e le persone presenti nell’abitazione: 28 metri quadrati per una persona; 38 metri quadrati per due persone; 42 metri quadrati per tre persone; 56 metri quadrati per quattro persone; 10 metri quadrati per ogni altra persona oltre le quattro. Ogni alloggio deve comunque disporre di un soggiorno di almeno 14 metri quadrati.
«Si tratta di parametri davvero minimi, che seguono la normativa nazionale, sotto i quali non si può scendere - commenta Piazza - anche se purtroppo capita di imbattersi in monolocali da 50 metri quadrati dove abitano anche sette persone. In questo modo si vuole combattere il sovraffollamento, ma anche aiutare gli immigrati. La tabella dei parametri potrebbe valere anche come punto di riferimento per il mercato privato: chi acquista un appartamento non subirà più raggiri, sapendo che in tot metri quadrati possono vivere non più di tot persone». Il rilascio del certificato di idoneità dell’alloggio, indispensabile per ottenere il ricongiungimento familiare, costerà 78 euro e avrà una validità di due anni.