13 APRILE 2006

dal Giornale di Vicenza

Di domenica gratis su tutti gli autobus
«Contro il bullismo griffato sì alle divise per gli studenti»

Di domenica gratis su tutti gli autobus
La rivoluzione: anche i singoli biglietti nei giorni feriali costeranno meno

di Gian Marco Mancassola

Nel quiz della mobilità cittadina, dovendo scegliere se lasciare o raddoppiare, l’assessore Claudio Cicero non ha dubbi: raddoppia sempre e comunque. E così, dopo aver varato il centrobus gratuito alla domenica fino alla fine dell’anno, oggi in Giunta rilancerà la posta: di domenica gratis su tutti gli autobus. È questa la novità che rimbalza da Aim dopo una riunione tecnica e che trova conferma in assessorato. La delibera verrà presentata da Cicero questo pomeriggio per l’approvazione e rappresenta una rivoluzione per il trasporto pubblico locale. Anche questa volta l’operazione sarà possibile grazie a un robusto contributo elargito dalla Regione, che sta distribuendo fondi ai principali centri veneti per cercare di incentivare l’uso dei mezzi pubblici nell’ottica della lotta contro lo smog. Complessivamente, Venezia metterà sul piatto vicentino quasi mezzo milione di euro. I primi 105 mila euro sono già stati destinati alla gratuità dei bus navetta che fanno la spola fra il centro storico e i parcheggi di interscambio. Alla gratuità festiva sono stati aggiunti sconti sui biglietti delle corse feriali. Ma c’è una nuova iniezione di euro destinata ad alimentare la voglia (eventuale) di autobus. Sono altri 370 mila euro, indirizzati al capoluogo berico e scritti nero su bianco sul provvedimento che Cicero ha elaborato con gli uffici. Dopo essersi confrontato con Aim e dopo aver verificato costi e possibili sconti da applicare, è stato elaborato un piano di incentivi. Il primo passo è la gratuità del viaggio su tutti i bus Aim nelle domeniche e nei giorni festivi dal prossimo 2 maggio fino a marzo 2007. Il condizionale, per ora, è obbligatorio, dal momento che la delibera può ancora subire modifiche prima dell’approvazione definitiva. Il secondo passo sarà riportare il costo dei biglietti ordinari nei giorni feriali alla tariffa precedente all’ultimo ritocco operato nel corso dell’estate 2005. Questo significa che il ticket urbano non costerà più 1,05 euro, ma 1 euro, mentre il ticket extraurbano costerà 1,60 euro anziché 1,65. Soddisfatto del maxi-contributo si dice il fronte sindacale, con Ruggiero Cazzola, autista e sindacalista in Aim, dove nella Rsu trasporti rappresenta la Cgil. Ma c’è qualche osservazione: «Un plauso va sicuramente alla Regione, che mette a disposizione una cifra consistente per il trasporto pubblico: qualsiasi azione in questa direzione è da prendere come oro colato - spiega -. E tuttavia penso che questi soldi potevano essere spesi diversamente. Non capisco la gratuità di tutti i bus alla domenica: è un’iniziativa che avrà un sicuro successo a Natale, ma nel resto dell’anno non attirerà come si spera». La proposta di Cazzola si chiama “fidelizzazione del cliente”: «Si poteva pensare a incentivi nei giorni feriali, come ad esempio sconti sugli abbonamenti, per promuovere l’utilizzo dei bus nelle ore di “morbida”, quando c’è una grande offerta a fronte di una scarsa domanda. A meno che non si sia studiato un sistema per risparmiare sui controllori delle domenica». Dal municipio l’assessore Cicero resta abbottonato: «La delibera deve ancora essere approvata. Tutti i nostri sforzi, in ogni caso, vanno nella direzione di dare libertà assoluta a tutti di utilizzare e scoprire il mezzo pubblico».


La proposta. L’assessore si appella alle aziende tessili come la Diesel
«Contro il bullismo griffato sì alle divise per gli studenti»
Abalti: «Il mio modello? Sono gli alunni delle scuole inglesi»

di G. M. Mancassola

Cosa fare contro il bullismo griffato? Infilare gli studenti in comode divise all’inglese. È questa la proposta destinata a far discutere che l’assessore all’Istruzione Arrigo Abalti spiattella il giorno dopo la notizia delle molestie ai danni di un ragazzino di terza media, tormentato dal branco perché non aveva la felpa “di marca”. Abalti elabora una premessa di natura sociologica: «Non è questo lo strumento per eliminare i fenomeni di bullismo e l’aggressività di molti ragazzini, tempestati da messaggi devastanti che arrivano dai media. Il problema della griffe emerso alla “Maffei”, tuttavia, induce a una riflessione più ampia. Per questo, avanzo una proposta: introduciamo le divise per gli alunni delle scuole elementari, dall’asilo alle medie». A chi gli fa notare che c’è già il grembiule, Abalti risponde dettagliando la sua idea: «Anch’io ai miei tempi ho indossato il grembiule nero, con il colletto bianco e il fiocco azzurro. Ma non è questo il modello a cui mi riferisco: trovo triste il grembiule, che indossavo perché ero costretto. Penso piuttosto alle scuole anglosassoni. Qualche tempo fa ho visitato Londra e una mattina mi ha attraversato la strada una scolaresca in divisa: erano tutti belli ed eleganti». Per il momento, l’assessore non ha formalizzato la sua proposta in una sede istituzionale. Il suo è piuttosto un appello alle aziende tessili vicentine: «Chi produce abbigliamento può presentare progetti o forme di consorzio per elaborare e fornire a prezzo politico divise da adottare nelle scuole comunali. In questo modo, con abbigliamento uguale per tutti e magari uno stemma con le insegne comunali o della scuola, si verrebbe a creare un senso di identità e appartenenza che oggi manca. Il fenomeno che vede i bambini fare leva sulle diversità fra chi indossa griffe e chi no, oppure su chi ha la griffe migliore verrebbe ridimensionato dal senso di appartenenza a un organismo o identità specifici». Nel disegno di Abalti, il Comune potrebbe «giocare un ruolo di coordinamento in un’operazione di grande valore che vedrebbe protagonista soprattutto il mondo imprenditoriale locale. Penso a Renzo Rosso e alla sua Diesel, che sono vicentini»: L’uniforme a qualcuno fa però venire in mente tempi andati o il rischio di omologazione e indifferenziazione. «Non ho nostalgia dell’accoppiata “libro e moschetto”, tanto per essere chiari e per rispondere a chi potrebbe associare le mie parole al partito cui appartengo, Alleanza nazionale - prosegue l’assessore. Il tema non è l’uniformazione, ma l’appartenenza a valori condivisi. Quando andiamo allo stadio siamo tutti biancorossi o azzurri, indipendentemente dalla storia individuale di ognuno. Ci sentiamo parte della stessa comunità, forti di una piattaforma di valori comuni, la divisa non risolverà il problema della violenza e dell’aggressività, ma è un esperimento che va tentato».