12 NOVEMBRE 2005

dal Giornale di Vicenza

Ex-Coop, c’è tempo un mese per scoprire il prezzo giusto
Arrestato un sergente Usa Aveva un arsenale in casa
Ater vende 1800 alloggi

La proprietà concede la proroga al Comune. Piazza: «Occasione da non perdere»
Ex-Coop, c’è tempo un mese per scoprire il prezzo giusto

(a. t.) Il Comune avrà un altro mese abbondante di tempo per decidere sull’acquisto dell’ex-Coop di via del Carso, da destinare a sede dell’ipotizzato centro per i servizi alla famiglia e della biblioteca per i quartieri ovest. Preso nel bailamme di stime sul valore immobiliare del fu-supermercato - e nella polemica scoppiata in consiglio comunale - l’assessorato agli interventi sociali ha chiesto e ottenuto dalla proprietà un rinvio della scadenza prevista per il 15 novembre. Scadenza ultima per dire sì o no, ha avvertito la Cooperativa Adriatica, sarà il 20 dicembre. E così Piazza potrà affrontare con relativa tranquillità - e probabilmente con una proposta di ulteriore approfondimento tecnico - l’appuntamento di martedì prossimo in sala Bernarda, dove la delibera sua e della giunta tornerà a scontrarsi con i rilievi dei dubbiosi. Ai quali verrà portata anche una versione ufficiale su come la pensano i dirigenti del Comune, finiti coinvolti nella disputa sulla determinazione del prezzo da pagare. Sotto la regìa del direttore generale Umberto Zaccaria ieri lavoravano "a sei mani" su un unico documento il responsabile dei servizi abitativi Ruggero Di Pace, la responsabile degli interventi sociali Piera Moro e l’avvocato di palazzo Trissino Maurizio Tirapelle. Ma qual è il valore corretto da pagare per l’ex-Coop, considerando che era stata edificata in regime di diritto di superficie e che la proprietà dell’area in definitiva è sempre comunale? I 650 mila euro dell’ultimo "preavviso di stima" fatto dall’Agenzia del Territorio, dopo che il capogruppo forzista Andrea Pellizzari aveva fatto scoppiare il caso? I 782 mila calcolati in municipio sulla base dei numeri e del testo della convenzione Comune-Cooperativa Adriatica del 1982? Il milione e trecentomila indicato come "valore di mercato" scritto dall’Immobiliare Zoso sotto una perizia per la Camera di commercio interpellata dalle commissioni del consiglio comunale? «Non sono mai entrato nella questione tecnica del prezzo - commenta Piazza - ma ovviamente sono d’accordo nel vederci chiaro. Noto, però, un inconsueto accanimento sul quale mi interrogo e non so dare risposte. Soprattutto mi dispiace che si rischi di perdere di vista la sostanza del provvedimento: se non avremo quell’immobile, perderemo un treno che non passerà più, indispensabile per riorganizzare i servizi alla famiglia unificandone le varie dislocazioni». Punzecchiati sulle loro intenzioni vista la parentela politica con le Coop "rosse", intanto, si fanno sentire con note e precisazioni i Ds. Luigi Poletto parla di «valutazione non negativa del progetto per unificare in via del Carso il centro famiglia, la nuova sede decentrata della biblioteca Bertoliana e il Servizio sociale della zona 6 oggi in via Albinoni». Aggiunge un giudizio sostanzialmente negativo sulla situazioni verificatasi tra ufficio e ufficio in Comune: «Solo il pieno diradamento delle nubi sotto il profilo tecnico, amministrativo e contabile potrà portarci a un voto finale favorevole». E soprattutto contrattacca quanto a malizia partitica. «Il dato politico di questa fase è la recrudescenza della guerra civile dentro la maggioranza» sostiene Poletto, per ipotizzare poi conflitti tra correnti di Forza Italia e una «malcelata e incomprensibile ostilità di molti assessori e consiglieri nei confronti di Piazza», di cui è espressione massima l’annuncio della leghista Franca Equizi sull’opportunità di un’immediata denuncia alla Corte dei Conti. «Prima ancora che sia stato approvato il provvedimento» controcommenta ironico l’assessore.


I carabinieri lo hanno fermato dopo la perquisizione: trovate armi provenienti dalle missioni
Arrestato un sergente Usa Aveva un arsenale in casa

di Diego Neri

I ricordi bellici dalle missioni in Bosnia e in Medio Oriente gli sono costati le manette. Dopo il blitz compiuto giovedì mattina nella sua abitazione di strada del Megiaro, i carabinieri della Setaf hanno arrestato il sergente Gaetano Mortati, 32 anni, nato a New York da una famiglia di origini calabresi e sposato da qualche anno con un’orafa vicentina. Gli inquirenti, coordinati dal pm Giorgio Falcone, gli contestano la detenzione di armi e munizioni da guerra che gli hanno sequestrato. Si tratterebbe di un piccolo arsenale che l’americano che milita nella 173ª brigata aerotrasportata di stanza alla caserma Ederle di viale della Pace aveva raccolto durante le spedizioni negli scenari di guerra: oltre a pallottole, caschi ed elmetti, anche una mitragliatrice Thompson, un lanciarazzi e alcune baionette. In Italia tenerli in casa è vietato, e ancora più severa è la legge militare statunitense. Il suocero vicentino di Mortati - il sergente ha raggiunto una certa notorietà in città anche perché quando è nata sua figlia c’erano ad accoglierla, con la madre, anche la nonna, la bisnonna e la trisavola -, infuriato per l’accaduto, ha riferito che sarebbe stato lo stesso militare ad autodenunciarsi ai superiori poiché aveva in animo di traslocare e temeva che qualcosa della sua collezione potesse spuntare ai controlli. In realtà, i vertici militari della base americana avrebbero subito avvisato i carabinieri guidati dal maggiore Fortunato Spolaore che l’altra mattina hanno bussato alla porta dell’abitazione di Mortati, che abita non lontano dalla caserma con la sua famiglia. Il sergente, tornato dal Medio Oriente da una quindicina di giorni dopo una lunga e pericolosa missione, era in casa e i militari l’hanno perquisita. I sospetti avrebbero trovato conferma. Le armi e le munizioni stipate nell’appartamento erano detenute, secondo gli inquirenti, al di fuori di ogni norma. Si tratta, in parte, di materiale da guerra: clamoroso il sequestro della mitragliatrice, che non è chiaro da dove provenga. Come può Mortati essersela portata a casa all’insaputa dei superiori? Aveva forse detto di averla smarrita durante un attacco in Iraq e Afghanistan? Da quanto emerso, è possibile che il sergente sia un collezionista amante delle armi che con leggerezza aveva deciso di raccoglierle. Ma non sono esclusi altri scenari. L’inchiesta è appena agli inizi, e potrebbe riservare delle sorprese. Mortati è stato il solo a tenere per sé armi dell’esercito? Secondo i parenti vicentini - la famiglia di origine vive a Long Island - la sua sarebbe stata una passione per il materiale bellico. Un hobby che gli è costato comunque molto caro. I carabinieri hanno sequestrato le armi ed hanno avvisato la procura. Il magistrato ha disposto l’arresto e lo statunitense resterà per qualche giorno in carcere. Stamattina o lunedì sarà interrogato dal gip e potrà difendersi dalle accuse che gli vengono mosse dalla giustizia italiana. Quella americana si muove su fronti diversi, e i rischi maggiori Mortati li corre proprio dal tribunale marziale. Davanti al giudice il sergente avrà modo di spiegare i motivi che lo hanno spinto a conservare il materiale, che avrebbe un certo valore commerciale. La sua famiglia spera che possa tornare in libertà il prima possibile. Un’ipotesi concreta se deciderà di collaborare con gli inquirenti.


IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA
Ater vende 1800 alloggi

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità due provvedimenti che autorizzano le Ater di Verona e di Vicenza a vendere parte del proprio patrimonio di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Si tratta di 987 alloggi nei comuni veronesi (pari al 20 per cento dell’intero patrimonio gestito dall’Ater scaligera) e di 1794 alloggi nei comuni vicentini che per vetustà, stato manutentivo o posizionamento in fabbricati già parzialmente venduti, costituiscono per le aziende territoriali situazioni condominiali troppo onerose o comunque non convenienti rispetto alla realizzazione di nuovi alloggi. «Il via libera del Consiglio regionale alla vendita - ha spiegato il relatore Diego Bottacin (Margherita), vicepresidente della commissione Urbanistica - rappresenta l’atto conclusivo di un lungo iter istruttorio e autorizzativo. Unica condizione posta dall’assemblea veneta ai piani di vendita delle due Ater provinciali è la priorità assegnata, nelle aste di vendita, alle persone fisiche che intendono acquistare la prima casa. Solo nel caso in cui la prima gara vada deserta, potranno essere ammessi all’acquisto anche altri soggetti, come immobiliari e imprese».