Zona 6, la gente seleziona i progetti
di Maria Elena Bonacini
I cittadini della “6” eleggeranno il loro “campione”. Ma, invece di un giovane calciatore, sarà un progetto che potrà entrare nel bilancio della Circoscrizione.
Stasera al centro Tecchio debutterà infatti il “Cantiere partecipazione attiva”, una serie di sei incontri settimanali itineranti nei quartieri durante i quali i residenti potranno avanzare proposte riguardo ad interventi rientranti nelle competenze del parlamentino.
Al termine di ogni serata i partecipanti voteranno i progetti presentati e il vincitore accederà alla “finale”: l’assemblea conclusiva che si svolgerà a villa Lattes e durante la quale i presenti eleggeranno l’idea che sarà oggetto di verifica in un’incontro pubblico o in consiglio di Circoscrizione.
In pratica un reality dove, al posto del ritiro con le grandi squadre, i progetti “campioni” si contenderanno la possibilità di essere finanziati.
Questa sera alle 20.30 ad assegnare la fascia di miglior progetto saranno i cittadini dei quartieri San Lazzaro-Pomari-Carpaneda, mentre la settimana prossima, al centro sociale di via Colombo, toccherà ai residenti di Villaggio del Sole.
«L’idea iniziale - spiega Lucio Turra, capogruppo di Vicenza Capoluogo a villa Lattes e primo a lanciare l’idea di questa iniziativa - era di destinare l’1% del bilancio circoscrizionale, circa 2.500 euro, ad una proposta dei cittadini. Ipotesi sulla quale ha lavorato la conferenza dei capigruppo e che è stata votata all’unanimità circa due mesi fa. So già che questa sera verrà presentato un progetto e spero che la gente partecipi perché è un’iniziativa volta soprattutto a dare una scossa alla popolazione per avviare una collaborazione».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente Matteo Tosetto che sottolinea come si tratti «di un progetto sperimentale che ha come obiettivo far conoscere ai cittadini gli organismi e le competenze della Circoscrizione, dando la possibilità di proporre iniziative rientranti in questa sfera, come sociale, cultura, sport o centri diurni. Riguardo alle cifre non è stato mantenuto nell’ordine del giorno l’1%, anche se resta il valore indicativo. Se ci saranno altri progetti validi oltre al vincitore, potranno comunque essere tenuti in considerazione».
Il nuovo tribunale va in gara
Ok al bando europeo. Si punta a evitare un cantiere “teatro-bis”
di Gian Marco Mancassola
Regola numero uno: scacciare il fantasma della Cogi e la desolante immagine del cantiere del nuovo teatro abbandonato da mesi dalla ditta che aveva vinto l’appalto. E così, dopo settimane di duro e attento lavoro supportato da superconsulenti, ieri la Giunta comunale ha approvato la delibera per l’avvio della gara d’appalto per la costruzione del nuovo palazzo di giustizia che sorgerà nell’ex Cotorossi, in Borgo Berga. E per evitare il rischio di dover assegnare un’opera da 23 milioni di euro a sedicenti imprese edili che applicano ribassi spericolati, l’Amministrazione è ricorsa a una nuova formula per la gara, ammessa in seguito a una sentenza dell’ottobre scorso che riequilibra l’Italia con il resto d’Europa.
La procedura prevista per il cantiere del nuovo tribunale, quindi, non inseguirà il prezzo più basso, che già provocò risultati nefasti con il teatro, ma il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Nella struttura di questa formula il miglior prezzo rappresenta soltanto una parte, il 40 per cento, del giudizio che la commissione aggiudicatrice dovrà attribuire a ogni candidato. Il resto - come ha spiegato ieri l’assessore ai lavori pubblici Carla Ancora - dipenderà da altri fattori che radiografano la regolarità, professionalità e solidità dei candidati. In particolare, verranno valutate soluzioni migliorative al progetto esecutivo per quanto riguarda gli infissi, gli isolamenti termici e alcuni impianti. A corollario avranno il loro peso anche i minori costi per la manutenzione e i risparmi energetici determinati dalle migliorie al progetto. Ai concorrenti verranno richiesti i diagrammi dell'organizzazione aziendale e i curricula professionali dei tecnici che seguiranno il cantiere. Il Comune, in altre parole, vuole conoscere l’interlocutore con cui avrà a che fare.
Un ultimo criterio, infine, fa riferimento alla riduzione del tempo impiegato per la realizzazione dell’opera, per la quale il bando prevede 730 giorni, vale a dire due anni. Più qualità che quantità, dunque. «Non penso di sbagliare - commenta il sindaco Enrico Hüllweck - se dico che il tribunale rappresenta l’opera pubblica più pesante per lo stanziamento di bilancio dal dopoguerra ad oggi. E vale la pena di ricordare che la città non spenderà un centesimo, perché i soldi arrivano da Roma. La nostra preoccupazione è che ci possano essere gli stessi problemi incontrati con il teatro, dove la Merloni ci ha regalato un episodio antipatico per effetto di una gara vinta da una ditta che non aveva la forza sufficiente. Quella era una gara fra chi faceva il prezzo più basso e non si poteva fare altrimenti a quel tempo. Ora ci sono nuove possibilità, di cui intendiamo avvalerci anche per i futuri cantieri di una certa importanza. In questo modo cerchiamo di assicurarci una ditta passata ai raggi x».
Per confezionare il bando il Comune è stato assistito da due consulenti, l’ing. Alessandro Coletta, consigliere dell’Autorità per i lavori pubblici, e il prof. Vittorio Domenichelli.
Ora il bando verrà pubblicato sulla Gazzetta europea entro fine maggio. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte dovrebbe essere intorno alla metà di settembre. Poi il pallino passerà alla commissione aggiudicatrice, che verrà investita di un ruolo chiave e che dovrebbe avere a disposizione un paio di mesi prima di stilare la graduatoria. Se il tabellino di marcia verrà rispettato, entro fine anno o nei primi giorni del nuovo dovrebbe essere individuata l’impresa vincitrice che costruirà il nuovo palazzo di giustizia. Se non ci saranno ricorsi o altri colpi di scena, il 2006 potrebbe essere l’anno buono per il via ai lavori.
Fin qui ci sono i compiti che deve svolgere il pubblico per arrivare all’inizio del cantiere. Ma una parte rilevante deve essere svolta anche dal privato, vale a dire dalla società Finvi, che è proprietaria dell’area ex Cotorossi. In base alla convenzione firmata da Comune e Finvi il 27 ottobre 2004, i privati si sono impegnati - in cambio dell’approvazione del Piruea e del rilascio delle autorizzazioni a costruire la parte commerciale, direzionale e residenziale del piano urbanistico - a cedere al Comune entro un anno i 15 mila metri quadri di superficie, liberi e cantierabili, sui quali verrà costruita la cittadella della giustizia. L’appuntamento è quindi con la fine di ottobre 2005. Nel frattempo, la Finvi dovrà provvedere alla demolizione dei capannoni e degli edifici esistenti. «Le demolizioni - assicura l’assessore Ancora - stanno per partire»
“Informacittà” è fermo a Natale
di Federico Ballardin
Sito internet bloccato, l’altro non aggiornato da dicembre, e due consiglieri che puntato il dito contro l’amministrazione comunale e contro la società incaricata della gestione dell’Informagiovani, la Interart.
La polemica a distanza è scritta nero su bianco su una interrogazione a firma di Ciro Asproso e Antonio Dalla Pozza, che chiamano in causa con toni accesi l’assessore ai giovani Arrigo Abalti.
Dal canto loro i due consiglieri comunali erano già intervenuti a novembre per cercare di bloccare il bando di gara per la gestione di Informagiovani preoccupati per «lo snaturamento del servizio e la perdita dei connotati più qualificanti». Logico dunque che alla lente dei due consiglieri, fissa da tempo sull’argomento, non potesse sfuggire il fatto che il sito dell’Informagiovani risulta al momento bloccato, mentre quello di Informacittà reca ancora in bella vista temi natalizi alquanto “anacronistici”, per usare il termine contenuto nell’interrogazione.
Il documento accusa di “inadempienza” la Interart, che gestisce da quattro mesi il servizio Informagiovani al posto della cooperativa “Linea dell’Arco”. Per rafforzare l’accusa citano anche l’articolo 4 del capitolato speciale per l’affidamento del servizio che recita sotto il titolo di “prestazioni richieste” la «ricerca, selezione ed elaborazione, anche telematica delle informazione e loro aggiornamento in tempo reale; realizzazione, gestione ed aggiornamento del sito web dell’Informagiovani».
L’assessore Arrigo Abalti non nega l’evidenza ma spiega i motivi di carattere tecnico che hanno portato al disguido: «Nel passaggio da una gestione all’altra si sono verificati dei problemi. Il software per la realizzazione del sito di Informagiovani era di proprietà del precedente gestore (Linea dell’Arco) e dunque è stato necessario riprendere tutto daccapo. Nel periodo di passaggio da una gestione all’altra ho ritenuto che la priorità fosse quella di garantire il servizio di sportello. Avevo fissato in linea di massima un tempo di 6 mesi entro i quali completare il lavoro per il sito di Informagiovani che andava riprogettato. Credo che entro la fine del mese saremo in grado di riprendere il servizio».
Il sito dovrebbe quindi essere implementato dal servizio “Villaggio web” riservato esplicitamente ai giovani e tornare online con una nuova veste e con nuovi servizi.