A palazzo Angaran ora è vietato dormire
(al. mo.) Erano le 10 di sera appena passate quando sono stati svegliati: «Dovete alzarvi e raccogliere tutto...». Poi gli hanno fatto mettere in un sacco le coperte e la poca roba che avevano: venerdì erano in due, indiani o cingalesi, forse gli unici a non sapere ancora niente della nuova ordinanza di sgombero dei portici di palazzo Angaran (ma ieri sera i vigili ne hanno trovati altri cinque, tutti extracomunitari con permesso di soggiorno: la Croce rossa ha offerto loro bevande calde). L’operazione è partita appunto l’altro ieri con due pattuglie della polizia municipale e quattro vigili oltre al pulmino degli interventi sociali del Comune con tre assistenti.
Uno spiegamento di forze magari un po’ spettacolare, forse perché era la prima volta da quando il Comune ha trovato l’accordo con l’Inps, proprietaria dell’antico palazzo accanto a ponte degli Angeli. Una storia che parte da lontano: l’accusa è che i senzatetto che da mesi dormono davanti all’edificio, soprattutto stranieri, lasciano sporcizia e rifiuti. Gli impiegati che vanno al lavoro protestano, l’Aim si rifiuta di pulire e scrive al Comune. Che contatta l’Istituto di previdenza: «L’amministrazione non può intervenire su una proprietà privata a meno che non ci sia una denuncia» dicono a Palazzo Trissino. L’Inps fa la denuncia per occupazione abusiva dei portici e si passa all’intervento: via le campane portarifiuti che tra l’altro sono anche brutte, intorno al portico verrà installata una cancellata in ferro e infine ogni sera passaggio dei vigili con gli assistenti sociali e accompagnamento all’albergo cittadino. Una sistemazione certo più decorosa di un pavimento in pietra ma che però molti extracomunitari rifiutano per paura dei controlli.
Così l’altro ieri è toccato ai due indiani: «Se qui non posso dormire dove vado?» chiede Kumar, 37 anni. «Vieni all’albergo cittadino» gli dice l’assistente sociale. Lui ha una specie di fotocopia di documento: «Da quanto non lavori?». «Da un anno». L’altro non ha nemmeno la fotocopia e finisce nella caserma della polizia municipale. Per ricomparire poi il giorno dopo sempre a palazzo Angaran con sulla testa il solito provvedimento di espulsione: «Mi hanno tenuto dai vigili tutta la notte - dice seduto sotto il portico -. Dove andrò a dormire adesso? Non so...». Un altro sventola un foglietto: «Io ho preso 100 euro di multa perché dormivo qui». Era tornato di notte, lo ha pescato un’altra pattuglia. Comunque non li pagherà mai (a che residenza gli manderanno l’avviso di mora?).
Intanto tutti si preparano ad un’altra notte, in cerca forse di qualche altro portico e fino all’arrivo del prossimo controllo. Come in un gioco dei quattro cantoni: via da una parte, ne conquisti un’altra.