12 MARZO 2005

dal Giornale di Vicenza

«Il Comune assuma gli operai del teatro»
Smog: e la guerra continua Anche con l’acqua e la scopa

Il cantiere
«Il Comune assuma gli operai del teatro»
La Cgil non demorde: «Le norme lo permettono»

(p. e.) «Ma come fa una città a non indignarsi di fronte a situazioni del genere? Qui ci sono venti persone, venti operai specializzati che hanno lavorato nel cantiere del nuovo teatro, che non hanno i soldi per passare il week end. Avrebbero dovuto ricevere la paga già ieri: la legge prevede che sia il Comune a sostituirsi alla ditta insolvente. E invece ancora niente. Il sindaco un mese fa ci aveva promesso un tavolo di gestione concertata della situazione, e invece non siamo più riusciti nemmeno a parlargli». Con il suo vocione profondo e il tono da oratore esperto, in mezzo a corso Palladio e sotto il municipio, mentre il vento fa sventolare le bandiere della Cgil, il segretario provinciale Oscar Mancini tenta di farsi ascoltare da Vicenza per difendere la causa dei venti operai del teatro rimasti senza lavoro ( «il colmo - spiega Antonio Toniolo segretario della Fillea-Cgil che li segue dall’inizio - è che la Cogi non li ha licenziati, per cui non possono nemmeno andare in casa integrazione speciale» ). Ma Vicenza non si ferma ad ascoltare, e da palazzo Trissino non arriva nessun segnale. Anche se c’è ancora la prospettiva del Consiglio comunale convocato per giovedì prossimo, su iniziativa della minoranza, per discutere della questione teatro. Hanno convocato stampa e tv ieri mattina sotto le finestre del municipio, Cgil e lavoratori. Per affidare ai mass media la loro rabbia dopo che l’altro giorno sono stati in segreteria del sindaco per chiedere un incontro e, raccontano, non hanno più avuto nessuna chiamata. Per spiegare che l’altra sera durante il Consiglio comunale hanno cercato di avvicinare il sindaco ma si sono sentiti rispondere solo: «Non ho niente da dirvi». In realtà, paradossalmente, la situazione dei lavoratori del teatro è peggiore di due giorni fa. Perché la giunta ha stabilito di rescindere il contratto con la ditta Cogi, dopo che direttore lavori e responsabile del procedimento hanno preso atto che il cantiere del teatro era paralizzato. Ma a questo punto, quindi, il Comune non ha più obbligo di avere in carico i dipendenti del cantiere, ai quali ha versato la busta-paga di dicembre-gennaio e deve ora versare quella di febbraio (è in ritardo, ma vuole evidentemente avere anche questa volta le carte dell’Ispettorato del lavoro). La Cgil non demorde. Il giudice del lavoro, spiega Mancini, ha ordinato il reintegro di quegli operai nel cantiere del teatro. Quindi il Comune - è la richiesta della Cgil - potrebbe ora applicare quelle norme che gli consentono di assumere temporaneamente i lavoratori del teatro, magari tramite l’Amcps, e affidare loro la manutenzione e messa in sicurezza del cantiere stesso. In attesa, sempre a norma di legge, di verificare se il cantiere è affidabile alla Intercantieri Vittadello di Padova (seguiva la Cogi nella classifica finale della gara d’appalto), cui affidare il compito di riassumere anche gli operai. Oppure se occorre indire una nuova gara d’appalto, ma sempre con l’obiettivo che la ditta futura prenda in carico le persone che sono già esperte del cantiere di viale Mazzini. Anche se in questo caso l’attesa potrebbe durare molti mesi. Però è evidente che su questa richiesta di assumere gli operai il Comune finora non ha dato il minimo accenno di disponibilità. E allora non è meglio che il sindacato cerchi comunque di aiutare i suoi assistiti a trovarsi un altro posto di lavoro? «Ci stiamo muovendo anche su questo - rispondono Mancini e Toniolo - con contatti con mondo delle imprese, Provincia e altri. Certo che è il colmo che otteniamo attenzione e dialogo da loro, e non dal Comune che è responsabile di questo cantiere. È un’anomalia enorme. Ma sia chiaro che per questo week end, in attesa della busta-paga che il Comune deve versare ai lavoratori a loro ci penserà la Cgil» .


Per contrastare le Pm10 tra circa una settimana riprende il lavaggio delle strade Con una novità: l’intervento interesserà un centinaio di siti sui quali insistono scuole e case di cura. Costo preventivato oltre 97 mila euro, ma paga la Regione
Smog: e la guerra continua Anche con l’acqua e la scopa

di Sandro Sandoli

Quando lo scorso anno in due tempi (22 marzo-16 maggio e 11 ottobre-20 novembre) era stato realizzzato il primo progetto di “sanificazione stradale”, era stato fatto anche un esperimento: l’asfalto era stato lavato come dio comanda attorno a due centraline dell’Arpav, mentre era stato saltato il manto bituminoso circostante la postazione di via Spalato. E i risultati avevano fornito la prova provata di quello che si supponeva: attorno alle prime due centraline la concentrazione di polveri sottili per metro cubo di aria dopo il passaggio dei mezzi dell’ Aim scendeva del 5-7 per cento, mentre non si spostava di una tacca nei paraggi della terza. Insomma il verdetto era stato chiaro: se può servire istituire il divieto settimanale di circolazione per gli automezzi non catalizzati e se conta anche controllare le emissioni degli impianti di riscaldamente, non può esserci vera guerra allo smog senza il lavaggio delll’asfalto. E adesso si torna in strada con “acqua e scopa”. Ovvero Comune, Aim e Arpav hanno ripreso in mano il progetto, promosso dalla Regione a fine 2003 e recepito da Vicenza a febbraio 2004, per la pulizia del manto stradale per la riduzione del Pm10 in ambito urbano. Ma si preparano a fare il bis con un occhio di maggior riguardo per il cittadino perchè lungo le strade che di volta in volta devono essere pulite non verrà istituito il divieto di sosta temporaneo (l’anno scorso c’erano state proteste) e anche con una novità importante, prevista peraltro dalla delibera di giunta dello scorso settembre: come spiega l’assessore all’ambiente e vicesindaco Valerio Sorrentino (lo affianca l’ing. Ruggero Casolin dell’Aim), stavolta l’opera di “sanificazione” riguarderà le zone sulle quali insistono complessi scolastici e luoghi di cura, di ricovero e aggregazione sociale, in poche parole i siti nei quali è concentrata la popolazione più sensibile agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico, cioè soprattutto bimbi e anziani ai quali le tremende polveri sottili provocano problemi respiratori. In totale si tratta di un centinaio di edifici scolastici (asili nido, scuole materne, elementari, medie e superiori e le sedi universitarie beriche) oltre ai principali istituti per anziani. Si comincia il 21 marzo, l’intervento durerà 12 settimane e il lavaggio, che sarà fatto due volte ogni sette giorni, interesserà 156 tratti di strade cittadine per un’estensione complessiva di 49,434 chilometri: alla fine risulteranno trattati 1.186, 416 chilometri di asfalto. Precisa Sorrentino: «Sono parecchi i vicentini che ci hanno chiesto di contrastare lo smog anche con le autobotti e di intervenire subito dopo le nevicate per pulire l’asfalto dal sale e dal brecino, ma abbiamo dovuto rinviare di qualche settimana l’avvio della sanificazione per motivi metereologici: non si può usare l’acqua finchè non c’è la certezza che di notte la colonnina di mercurio non va sotto i 2 gradi e quindi il manto stradale non gela». Aggiunge l’ing. Casolin, in risposta ai vicentini che a volte adombrano un po’ di “nostalgia” per la vecchia Saspi, che ha tenuto pulita la città fino al 1981: «Allora si trattava di raccogliere un po’ di cartacce, adesso abbiamo a che fare con le polveri sottili, il nemico invisibile della nostra salute, contro cui si deve combattere con mezzi particolari: ora forse si vedono meno uomini impegnati nella pulizia, ma di mezzi ce ne sono di più e sicuramente la qualità del servizio è migliore» Insomma quello che ricomincia tra poco più di una settimana sarà un lavaggio stradale specifico e “profondo”, che va ad aggiungersi a quelli standard, di routine, che vengono effettuati normalmente dall’Aim lungo l’intera rete stradale cittadina. Infatti la modalità operativa adottata, definita appunto di “sanificazione”, comporta l’impiego congiunto dell’autobotte lavastrada (quello con getto d’acqua ad alta pressione), di una spazzatrice aspirante (quella usata normalmente in tutta la città) e tra i due mezzi ci sarà un operatore a piedi e armato di scopa, che “aiuterà” l’aspirazione dell’acqua che andrà a mescollarsi con tutte le “sozzerie” presenti sull’asfalto, con particolare attenzione per i microinquinanti (soprattutto le polveri sottili), che altrimenti verrebbero rimessi in circolo dal continuo passaggio dei veicoli e dall’azione del vento che provoca un fenomeno di risollevamento. Come si intuisce, si tratta di un intervento che non può non avere benefici sicuri (gli esperti garantiscono che se venisse effettuato contemporaneamente ad una pioggia “modesta” i risultati sarebbero anche migliori) ma il cui costo è abbastanza elevato, perchè contempla per dodici settimane e di notte l’impiego contemporaneo di due autisti e di un operaio appiedato: infatti la spesa preventivata è di 97.523, 40 euro, che però, fortunatamente vengono “scuciti” dalla Regione. Precisa Sorrentino: «La “sanificazione”dovrà essere ripetuta anche in futuro e se dovesse mancare il sostegno di Venezia dovrebbe pensarci Vicenza, perchè la sua utilità è accertata e perchè nella lotta all’inquinamento è uno dei passaggi obbligati».