11 DICEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

"Iraq, torniamo a febbraio"
Contra Burci,"a norma i valori dell'antenna"Parola di Franzina
Carta Giovani, l'assessore di AN chiama i suoi e L'unione degli Studenti s'arrabbia per i ritardi

19 «Iraq, torniamo a febbraio»
La conferma: Usa pronti a investire 500 milioni di dollari a Vicenza

di Gian Marco Mancassola

Pronti a tornare in Iraq, già a febbraio, per continuare e portare a termine la costruzione di strade, acquedotti e scuole. La missione non è finita, “Antica Babilonia” avrà ancora bisogno dei militari di stanza al “Dal Molin”. Ad annunciarlo è il colonnello Pierino Bolla, comandante del 27° Gruppo genio campale dell’aeronautica, padrone di casa ieri nell’affollata festa della patrona degli aviatori, la Madonna di Loreto. La cerimonia è stata anche l’occasione (anticipata da polemiche e manifestazioni no war e no global ) per la consegna degli attestati di benemerenza del Comune, firmati dal sindaco Enrico Hüllweck e consegnati dal vicesindaco Valerio Sorrentino. Le pergamene sono state conferite a 21 militari e tre crocerossine reduci dall’Iraq e di stanza a Vicenza. «La pace è una cosa seria, molto seria - ha detto Bolla - e viene osannata con fermezza da chi, purtroppo, non ce l’ha». Dopo le missioni in Albania, Kossovo e in Afghanistan, gli uomini del corpo aeroportuale e del 27° sono stati impiegati soprattutto nella base di Tallil, a una manciata di chilometri da Nassiriya, dove hanno contribuito alla costruzione di strade, acquedotti e di un istituto scolastico, oltre a garantire il funzionamento dello scalo, snodo vitale anche per gli aiuti alla popolazione civile. Il significato della cerimonia, contestata con tanto di carrarmato di cartone in consiglio comunale, è spiegato dall’assessore Sorrentino: «La missione in Iraq acquista un significato del tutto particolare, rispetto ad altre missioni all’estero, perché il nemico da fronteggiare è il più vile, usa sistemi ripugnanti, è il nemico che ha dichiarato guerra all mondo occidentale con gli attentati dell’11 settembre, è un nemico che purtroppo ha già fatto vittime italiane a Nassiriya. Ecco perché vogliamo dire grazie a questi uomini: se fra qualche anno tornerà la convivenza civile in quelle zone, sarà anche merito loro». Nel saluto iniziale agli ospiti, di ritorno dalla messa celebrata a Monte Berico, il colonnello Bolla ha fatto anche cenno a un’attualità più nostrana: l’arrivo degli americani, che sta agitando i sonni di molti dentro e fuori l’aeroporto, scaldando i motori del dibattito politico e amministrativo cittadino. Bolla rassicura i suoi uomini, parlando con franchezza e confermando a grandi linee quanto trapelato nelle scorse settimane: il governo Usa è in procinto di sfoderare un maxi-investimento da 500 milioni di dollari per concentrare a Vicenza migliaia di soldati oggi di stanza soprattutto nelle basi dislocate in Germania. «Gli americani hanno cambiato politica. Ai vertici si sta diffondendo una mentalità imprenditoriale, basata sul rapporto costi-benefici e su quello che potremmo chiamare “controllo di qualità”. Fissano obiettivi e investono risorse per raggiungerli. E uno dei primi obiettivi strategici è la Setaf, che si sta ristrutturando. Oggi - conclude il colonnello Bolla - l’azione degli americani è basata sull’ottimizzazione delle risorse, quasi di tipo aziendale». Se gli accordi fra il nostro Governo e l’Amministrazione a stelle e strisce andranno in porto, come tutto lascia presagire, l’area dell’aeroporto un tempo occupata dalla V Ataf, poi Cofa, dovrebbe diventare zona statunitense. Si parla addirittura di veder realizzata la prima costruzione già nel 2005. Ma l’investimento - fanno capire al Dal Molin - è di tale portata e importanza che si articolerà nel giro di cinque o sei anni: nel frattempo, tanto vale abbandonarsi a sogni tranquilli. Almeno all’interno dell’aeroporto. All’esterno del reticolato, invece, ogni operazione immobiliare per dare ospitalità alle nuove unità (si parla di 2.400 soldati) in arrivo e alle loro famiglie dovrà fare i conti con la necessità di richiedere concessioni edilizie al Comune se non addirittura varianti urbanistiche. Se lo sbarco degli yankee appare ormai cosa fatta, resta allora da capire se il maxi-investimento interesserà solo l’area dell’aeroporto o se avrà ricadute sul resto del capoluogo, e con quali costi e quali benefici.

Dopo le polemiche no global , consegnati gli attestati del Comune
Fra i premiati anche tre crocerossine Le missioni sono durate quattro mesi

L’elenco degli insigniti, 24 in tutto, con una pergamena firmata dal sindaco Enrico Hüllweck, che esprime riconoscenza a nome della collettività vicentina: primo aviere capo Nicola Lucarelli, primo aviere capo Alessandro Neri, primo aviere scelto Massimiliano Lobuono, sergente Donato Monopoli, sergente Federico Giglio, maresciallo prima classe Dario Andreuccetti, maresciallo prima classe Angelo Bufano, maresciallo prima classe Giuseppe Carro, maresciallo prima classe Marco Cesari, maresciallo prima classe Alen Liberti, maresciallo prima classe Vito Lorusso, maresciallo prima classe Mario Gaetano Luppino, maresciallo prima classe Antonio Martini, maresciallo prima classe Cosimo Parente, maresciallo prima classe Maurizio Rizzo, maresciallo prima classe Sergio Zollino, primo maresciallo Pierluigi Giustiniani, tenente Alessio Conerdi, capitano Giampiero La Gioia, maggiore Felice Ruberto, colonnello Pierino Bolla.
Con loro anche tre crocerossine: Francesca Berna, Giovanna Chiamenti, Maria Enrica Pinton.


Polemica
Contra Burci, «a norma i valori dell’antenna» Parola di Franzina

di Maria Elena Bonacini

L’antenna in contrà Burci? «I valori sono abbondantemente nella norma». È quanto afferma l’assessore all’urbanistica Maurizio Franzina nella risposta all’interrogazione del consigliere Ds in Circoscrizione 1 Mattia Pilan. Il rappresentante della sinistra aveva chiesto lo spostamento della stessa «come stabilito nel protocollo d’intesa fra gestori di telefonia mobile e Comune, siccome la stazione radiobase si trova nelle vicinanze di una scuola».
«Il 26 agosto di quest’anno - spiega Franzina nella lettera - è stata effettuata un’indagine strumentale all’interno dell’istituto “Fogazzaro”, nelle zone maggiormente esposte, riscontrando valori di campo elettromagnetico abbondantemente nella norma. Tuttavia sono al vaglio soluzioni tecniche che consentano un ulteriore abbattimento dei suddetti valori». Lo spostamento chiesto sembra quindi tutt’altro che vicino. «La delocalizzazione di un impianto - continua infatti la missiva - rientra tra gli obiettivi previsti nel protocollo, tuttavia deve essere motivato da una “criticità”. Se un impianto sviluppa valori ritenuti elevati, seppur conformi alla normativa nazionale, ne viene richiesta la bonifica. Se invece tali valori sono ritenuti bassi non vi sono i presupposti per una rimozione». Insomma, nel caso di contrà Burci non sembrerebbero, almeno stando a quanto scritto dall’assessore, esserci prospettive di spostamento. Franzina puntualizza inoltre che «la stazione radiobase è costituita da due impianti che non sono stati autorizzati dal Comune ma realizzati con il “silenzio assenso” avendo ottenuto l’autorizzazione dell’Arpav». Tutt’altro che soddisfatto Pilan, che chiede ulteriori controlli.
«Quello che non si dice - afferma - è che i rilevamenti sono stati effettuati solo in un punto della scuola, mentre, per esempio, non sono stati eseguiti nelle case circostanti. In ogni caso, per quanto basso, un impatto c’è e proprio su questo Franzina cade in contraddizione, siccome afferma che “la richiesta successivamente avanzata da Tim ha aumentato l’impatto ambientale dell’impianto”. Inoltre l’antenna si trova nelle vicinanze di un edificio scolastico ed in una zona residenziale ad alta densità abitativa, tutte realtà che rientrano nel protocollo, quindi è meglio non sottilizzare sulla pelle dei bambini, ma fare il massimo. Chiedo quindi altri rilevamenti che portino ad una rimozione dell’antenna». E della questione s’è occupata anche la commissione “Territorio” della Circoscrizione 1, dove però non sempre s’è trovato un accordo.
«Durante l’ultima seduta - conclude Pilan - abbiamo votato all’unanimità la convocazione dei tecnici che hanno installato le antenne per acquisire anche la documentazione relativa, ma la maggioranza s’è spaccata sulla richiesta di un parere dell’Ulss sui rischi di questi impianti per la salute. Documento bocciato nonostante ai nostri voti favorevoli si sia unito anche il supplente dell’Udc Rinaldo Pagan».


Carta Giovani, l’assessore di An chiama i suoi e l’Unione degli Studenti s’arrabbia per i ritardi

di Anna Madron

Più che la “carta giovani”, rischia di diventare la carta della discordia. Anche se le intenzioni degli studenti non erano certo quelle di “alimentare polemiche o, peggio, scontri politici”. Sta di fatto che il documento che i ragazzi dell’Uds, l’Unione degli studenti, stanno chiedendo a gran voce da oltre un anno (una sorta di tessera personale con il quale ottenere sconti sul servizio trasporti, sull'acquisto di libri, cd oltre a ingressi ridotti a cinema e teatri) sta seminando zizzania e creando malumori. E il motivo sembra essere la “paternità” del progetto, rivendicato sia dall’Uds che da “Azione studentesca”, associazione, questa, vicina alle posizioni di Alleanza Nazionale, partito a cui appartiene l’assessore all’Istruzione Arrigo Abalti. Il quale recentemente avrebbe chiesto ai “suoi” giovani di presentare una proposta da affiancare a quella dell’Uds, associazione che lo stesso Abalti non esita a definire di sinistra. Perché la bilancia non penda da una parte sola, dall’assessorato di Levà degli Angeli sarebbe insomma partito l’invito ad elaborare un progetto alternativo su cui poi ragionare. «Stiamo raccogliendo tutte le proposte - spiega Abalti - sia quelle pervenute dall’Uds, cioè dai giovani di sinistra, che da quelli di destra». Ma all’Uds la cosa non è piaciuta. Perché in una riunione di Consulta, riferisce Taddeo Mauro, studente dell’Uds, «i ragazzi di “Azione Giovani” hanno espresso la loro vicinanza ideologica con l’assessore Abalti, sostenendo che proprio grazie a questa il progetto potrà andare a buon fine. La condizione è che l’iniziativa passi però nelle loro mani, diventando così, a nostro avviso, uno strumento di campagna elettorale». Quanto poi a etichettature e schieramenti, i giovani dell’Uds precisano che «la nostra non è un’associazione di sinistra, come recita lo statuto che parla a chiare lettere di associazione apartitica. Del resto chiunque entri nella nostra sede può constatare che non esistono bandiere di sorta. La verità è che siamo stati i primi a parlare, oltre un anno fa, di “carta giovani” e lo abbiamo fatto presentando a Comune e Provincia una richiesta firmata da ben 4600 studenti vicentini». Un vero e proprio esercito di ragazzi, dunque, che ancora durante il precedente anno scolastico ha sottoscritto la proposta fatta girare negli istituti superiori.
«Questo dimostra che la “carta giovani” nasce da un’esigenza sentita da migliaia di studenti - prosegue Mauro - che vengono sbrigativamente definiti dall’assessore Abalti interamente di sinistra».
«Resitituisco le accuse al mittente - è la replica di Abalti - non è certo questo assessorato a fare il gioco delle parti, semmai è l’Uds a far propaganda elettorale per la sinistra. Per quanto mi riguarda ho semplicemente invitato sia Uds che Azione studentesca a dialogare e mettersi d’accordo, dopodichè esamineremo le proposte fattibili da quelle “impossibili”. Perché una “carta giovani” non si costruisce in cinque minuti, è frutto di un lavoro lungo e complesso e se si farà, come promesso, sarà uno strumento offerto ai giovani da questa Amministrazione, nell’interesse sia dell’una sia dell’altra parte». Intanto tra le file dell’Uds la rabbia cresce: «Non ci interessa la politica, quanto ottenere una carta che ci permetta di acquistare un libro o un cd spendendo un po' meno. Ma evidentemente 4600 firme non sono sufficienti perché se ne possa tenere conto».