11 OTTOBRE 2006

E intanto è stato costituito il comitato pro referendum
Albera, lo stop serale ai tir è permanente
Territorio, presidente Ds

Un gruppo di rappresentanti del fronte del no davanti al notaio
E intanto è stato costituito il comitato pro referendum
A giorni verrà presentato il quesito per la raccolta delle firme

I vicentini, sondaggi alla mano, mostrano di volere il referendum sul Dal Molin e dal fronte del no alla nuova caserma arriva la notizia della costituzione di un comitato per l’indizione del referendum. Lo confermano i portavoce del coordinamento dei comitati Giancarlo Albera (nella foto), Cinzia Bottene, Liliana Pivetta e Tognon. «Un gruppo di persone proveniente dai comitati - spiegano - si sono costituite il 4 ottobre davanti a un notaio, conformemente allo statuto del Comune di Vicenza e nel rispetto del regolamento degli istituti di partecipazione, in un “Comitato per l’indizione di referendum”. Lo scopo principale è di acquisire l’orientamento dei cittadini di Vicenza, in merito alla realizzazione di un nuovo insediamento militare Usa nel territorio comunale». «Il comitato - si legge in una nota - è un’associazione di donne e uomini senza scopo di lucro, indipendente, aconfessionale ed apartitica, che pone a fondamento della sua azione la fedeltà alla Costituzione italiana e alla democrazia. Con queste premesse, il comitato intende rivolgersi a tutti i vicentini, attraverso lo strumento del referendum consultivo, per un pronunciamento sulla costruzione di una nuova base militare Usa a Vicenza, avendo come riferimento, non solo le problematiche territoriali, ma in particolare, l’art. 11 della Carta costituzionale, “l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” e l’art. 2 dello statuto del Comune di Vicenza (pace e cooperazione)». Nei prossimi giorni sarà depositato il quesito referendario e si procederà alla raccolta delle firme.

La nuova caserma Usa. Reso noto il verbale della riunione ministeriale del 6 luglio, contestata dal sindaco Hüllweck
Dal Molin: «Appalti nell’estate 2007»
I militari: «Resta da definire solo la strada di accesso al cantiere»

(g. m. m.) Riveduto e corretto dopo le proteste formali del sindaco Enrico Hüllweck, è finalmente di dominio pubblico il verbale della riunione del gruppo di lavoro ministeriale sul progetto Dal Molin, andata in scena a Roma il 6 luglio scorso. Intorno al tavolo si sedettero rappresentanti del ministero della Difesa, dell’Enac, militari Usa, sindaco e tecnici comunali, esponenti della Provincia. I programmi americani. Dal documento si apprende che la delegazione statunitense, illustrando il progetto, ritiene l’aeroporto berico «un’ottima soluzione e, pertanto, se si riuscirà a eseguire regolarmente il programma delineato, una volta stanziati i primi fondi dalle autorità statunitensi entro dicembre 2006, si ritiene di poter bandire la gara nella primavera 2007 e aggiudicare l’appalto ad estate inoltrata». Le esigenze Usa. Per capire lo stato di avanzamento della progettazione, basterebbe leggere quanto dichiarato dal rappresentante del comando del Genio statunitense, il Navfac, secondo il quale «gli elementi critici - riporta il verbale - che non sono stati ancora totalmente definiti e che necessitano di ulteriore approfondimento sono costituiti dalla viabilità di accesso al cantiere, per le fasi di realizzazione dei lavori e, quando sarà in funzione la base, la viabilità di accesso alla parte dell’aeroporto in uso agli americani. Tali aspetti sono stati recentemente (era luglio, ndr) prospettati agli uffici tecnici del Comune per una prima analisi e un coordinamento iniziale con tutte le autorità locali per consentire di raggiungere l’obiettivo di disporre delle progettazioni necessarie per la fine di marzo 2007». Le proteste di Hüllweck. Prima di ogni analisi, la riunione si è aperta con la sfuriata del sindaco, che nel verbale viene riportata depurata e mondata. Hüllweck, infatti, «ha duramente contestato la convocazione della riunione, tenuta in assenza dei rappresentanti del Governo», denunciando che il premier Romano Prodi «non ha ancora risposto alle richieste scritte avanzate dal sindaco stesso per conoscere l’orientamento ufficiale del Governo e, in caso di parere positivo, di ottenere garanzie in termini di sicurezza, sostenibilità, impatto urbanistico e viabilistico e impegni economici per la città di Vicenza». Le ipotesi di Cicero. Mentre Roberto Ciambetti, in rappresentanza della Provincia, pone l’interrogativo sugli equilibri idrogeologici dell’area e sulle conseguenze dell’impermeabilizzazione, l’assessore comunale alla Mobilità Claudio Cicero delinea il suo progetto per la tangenziale nord, in grado di collegare il Dal Molin alla Ederle e di risolvere i problemi del quadrante settentrionale cittadino. Inoltre, sollecita il potenziamento delle infrastrutture e dei sottoservizi (gas, luce, acqua e fognatura) presenti nella zona.


La reazione. Gli autotrasportatori annunciano azioni legali e criticano il sindaco
Albera, lo stop serale ai tir è permanente
Il sindaco ha firmato l’ordinanza: dal 30 ottobre scatta il blocco dalle 22

di G. M. Mancassola

Questa volta il blocco non avrà scadenze. Il sindaco Enrico Hüllweck ha firmato ieri l’ordinanza che vieta il transito ai mezzi pesanti lungo viale del Sole e strada Pasubio dalle 22 alle 6. Il provvedimento entrerà in vigore dal 30 ottobre ed è calibrato per i veicoli non adibiti al trasporto di persone, con massa complessiva a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate. A differenza delle ordinanze decise in passato, questa non ha un limite temporale: «Ci sono state novità normative che lo consentono - spiega il sindaco - ma le limitazioni potranno essere ritirate quando finalmente prenderà il via la costruzione della bretella». La tesi su cui si sostiene l’intera operazione fa leva sulle rilevazioni compiute dall’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, fra il 2005 e il 2006. I dati mettono in luce alcune criticità relativamente all’inquinamento acustico, all’inquinamento atmosferico e al livello di vibrazioni a cui sono sottoposti i quartieri che si affacciano sulle arterie coinvolte dal blocco. «Tutti questi fattori, uniti, creano un danno alla vivibilità, soprattutto di notte, quando più evidente è lo sforamento dei decibel», argomenta Hüllweck, che delinea una gerarchia di valori: «Non c’è possibilità di subordinare la salute ad altri interessi. La lamentela delle categorie economiche è più che comprensibile, anche se spererei che ricorsi non ce ne fossero. Sarebbe più comodo per me mettermi dalla parte delle categorie, ma ritengo questo provvedimento un atto dovuto moralmente necessario, perché in questo sito c’è un'eccezionalità di disagi in contemporanea. Se il giudice boccerà l’ordinanza, saremo tutti d’accordo che non si dovrà più parlare di blocchi decisi dal sindaco. Credo che per il Tar sarà una grossa gatta da pelare, perché questa volta, trattandosi di una misura a tempo indeterminato, non potrà non entrare nel merito». La notizia dello stop ha provocato reazioni diametralmente opposte: da un lato il comitato dell’Albera esulta, dall’altro gli autotrasportatori annunciano battaglia senza esclusione di colpi. «Registriamo con soddisfazione la firma del sindaco, frutto della mobilitazione della popolazione e della sensibilità del primo cittadino - è il commento dei portavoce del comitato, i consiglieri comunali Sandro Guaiti e Gianni Rolando -. Auspichiamo che abbiano termine le beghe istituzionali fra Comune e Provincia per far partire subito i lavori della bretella per la quale ci sono i soldi stanziati da due anni». Di ben altro tenore la reazione delle categorie economiche, che anticipano la presentazione di un ricorso d’urgenza: «Non è questo il modo di governare la città - dichiara Rodolfo Mariotto di Confindustria Vicenza -. L’ordinanza è illegittima e non ha fondamenti, come dimostrato in passato, perché le rilevazioni sono vecchie e non ce ne sono state altre». Dal 30 ottobre al 3 novembre, il trasporto merci ha dichiarato a livello nazionale il fermo dei mezzi. Tra i punti della rivendicazione sindacale è stata inserita la questione dei divieti ai camion: «Ci fermeremo anche per il continuo proliferare di ingiustificati blocchi - spiega Maria Teresa Faresin, presidente degli autotrasportatori dell’Assoartigiani - che ormai si è trasformato nello sport nazionale dei sindaci». L’ordinanza Hüllweck dovrà misurarsi quasi certamente con il ricorso che porterà il blocco ai tir davanti ai giudici amministrativi del Tar. A fine settembre è stata data notizia di una sentenza che potrebbe rappresentare un precedente relativa a un caso vicentino piuttosto simile. Il Consiglio di Stato, infatti, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da 24 aziende vicentine, coordinate da Confindustria Vicenza, che chiedeva la sospensione dell'ordinanza con la quale nel marzo del 2005 il sindaco di Dueville aveva chiuso a tempo indeterminato il tratto comunale della strada provinciale 50 di Novoledo. La motivazione con la quale il Consiglio di Stato ha dato ragione alle aziende richiama l’illegittimità del provvedimento per il suo carattere permanente e afferma che le limitazioni della circolazione veicolare ultracomunale devono essere adottate «con la necessaria, leale collaborazione con i Comuni vicini». La prima mossa degli autotrasportatori sarà il ricorso contro l’ordinanza anti-tir. Lo annuncia Rodolfo Mariotto (nella foto), presidente della sezione autotrasportatori di Confindustria Vicenza, che dice: «È stupefacente come a livello politico e amministrativo non si riesca a mettere in campo una soluzione vera al problema del nodo viario dell'Albera e si annunci una nuova ordinanza di chiusura, continuando a scaricare sulle imprese la propria inefficienza. Con questa ordinanza annunciata è come se il Comune dichiarasse il fallimento della propria missione di istituzione deputata a individuare e adottare le soluzioni migliori ai problemi del proprio territorio». «Non è pensabile - prosegue Mariotto - che, per il nodo dell'Albera, si continui a usare l'arma delle ordinanze in attesa della bretella Isola-Vicenza. Il Comune questo problema ce l'ha presente da almeno 15 anni, ma c'è stata una colpevole e grave latitanza in particolare delle amministrazioni comunali passate, che hanno omesso di considerare la gravità del problema. La soluzione è sempre la stessa: la creazione della bretella Isola-Vicenza. Non si può tollerare che chi usa la strada per trasportare le merci e lavorare si veda vietato l'utilizzo delle infrastrutture viarie, che sono al servizio di tutti. Si è già visto, del resto, come gli effetti di questa insensata politica di divieti finiscano con lo scaricarsi sulle strade dei comuni vicini, con ordinanze a catena che hanno mostrato tutti i loro limiti di legittimità, come nella recente sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato l'ordinanza di Dueville. Di fronte a questi atti noi difendiamo gli interessi delle imprese e impugneremo l'ordinanza dell'amministrazione comunale di Vicenza. Alla Provincia, che pure ha fatto uno sforzo economico notevole dal punto di vista finanziario per programmare la bretella, chiediamo di adoperarsi per realizzare al più presto questa arteria fondamentale».


Centrodestra spaccato, ma la commissione riprende a funzionare
Territorio, presidente Ds
Forza Italia sceglie Alifuoco, smacco per An

di Antonio Trentin

Habemus praesidentem! Con sorpresa. Dalla commissione Territorio del Comune è sbucato eletto ieri - dopo un paio di settimane crisaiole dentro il centrodestra - un "numero 1" di sinistra. È il diessino Ubaldo Alifuoco, vicepresidente già in carica che passa di grado con i voti determinanti di Forza Italia. Una novità negli schemi della politica: mai successo, a Vicenza, che al vertice dell’organismo più importante in cui si preparano le decisioni del consiglio comunale sieda un big dell’opposizione. A perdere definitivamente la poltrona è stata Alleanza nazionale. Il suo presidente dimissionario Giuseppe Tapparello ha insistito: «Mi faccio da parte». Il partito ha insistito sul non dargli un successore. Il resto della coalizione, tutt’altro che unita, ha provveduto alla staffetta che rimetterà in funzione un organismo finito in paralisi proprio adesso che si avvia la redazione del Piano di assetto del territorio. Sul "via libera" a Alifuoco - deciso dai forzisti su diretto impulso del sindaco Enrico Hüllweck, stando alle indiscrezioni facilmente raccoglibili a Palazzo Trissino - la Casa delle libertà si è frantumata, votando in tre modi diversi. Due consiglieri su tre di FI hanno seguito l’ordine di partito (sulla cui esecuzione erano arrivati a vigilare il capogruppo Andrea Pellizzari e l’assessore Marco Zocca): il segretario cittadino Gabriele Galla e Fiorenza Dal Zotto, ironicissima nel ricordare che tre anni fa un suo voto per Alifuoco "vice" aveva suscitato il pandemonio, mentre stavolta era tutta la gerarchia del partito a chiederle di promuovere il diessino alla presidenza. Il terzo forzista, Ivo Furlan, si è dissociato, perché poco convinto dell’operazione, astenendosi al momento decisivo. Come Forza Italia ha votato anche l’Udc, con Mario Bagnara, mentre Alleanza nazionale ha trasformato in un’astensione "politica" la comprensibile prudenza di Tapparello direttamente parte in causa: «Avevamo fatto un passo indietro, dopo la rinuncia di Tapparello. C’era tutta una coalizione che doveva farsi carico della situazione: gli altri tre partiti potevano esprimere un presidente. Si è preferito fare diversamente...» ha commentato il capogruppo Luca Milani, anche lui arrivato da "esterno" come supervisore della situazione. Per Tapparello - un’altra volta proposto inutilmente dalla Lega Nord, perché lui non aveva intenzione di accettare - hanno votato Manuela Dal Lago e Franca Equizi, per una volta tornate insieme. Insomma: un centrodestra tutto scombussolato. «Maggioranza nel caos» ha colpito subito il diessino Antonio Dalla Pozza. «Mai visto che un sindaco permetta, anzi chieda, che la più importante commissione sia presieduta dall’opposizione» ha commentato il margheritino Pierangelo Cangini. «La maggioranza è stata incapace di gestirsi la sua crisi» ha aggiunto il verde Ciro Asproso. E il centrodestra? Si è trattato di un dispetto di Forza Italia dopo le ruggini aenniste con l’assessore Zocca? Di uno smacco per An che ha perso il posto? «Stante l’atteggiamento di An che non è riuscito a esprimere un altro presidente, abbiamo condiviso la proposta "istituzionale" sul vicepresidente per tornare a far lavorare la commissione» è la risposta di Galla. «Più che uno smacco per noi, lo vedo come uno smacco per la coalizione» è quella di Milani. Alifuoco scelto e votato dalla maggioranza? Se c’erano dubbi da fugare su come funzioneranno le cose in commissione - cioè se qualche retro-pensiero fa sperare a sindaco e assessore che la poltrona ammorbidirà il presidente diessino - la risposta dell’interessato è la seguente: «Non penso certo di ostacolare l’attività dell’Amministrazione, ma neanche penso a una commissione che stia ferma ad aspettare passivamente che l’assessorato mandi le carte da approvare. Non ho cercato questa presidenza. Non sono un membro della maggioranza e le mie sensibilità non cambiano». Prima cosa da fare: «Dedicare la prossima riunione a darci un metodo di lavoro». Sulla base di questo, dice Alifuoco, si procederà sui temi delicati del Pp10 di Laghetto, degli ex-Piruea e del Pat.