11 OTTOBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Precari all’Inps Trupia e D’Agrò dal ministro
«Il sindaco e la giunta ora si devono dimettere Meglio pensare al voto»
«Le prossime guerre le faremo per l’acqua»

Interpellanza
Precari all’Inps Trupia e D’Agrò dal ministro

(c. r.) La manifestazione dei precari dell’Inps dell’altra mattina è servita a qualcosa, visto che gli onorevoli Luigi D’Agrò ( Udc) e Lalla Trupia (Ds) hanno inviato un’interpellanza al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Il tema del contendere si trascina da qualche anno : in sostanza il 10% della forza lavoro dell’Inps di Vicenza e delle sedi decentrate è rappresentato da giovani laureati, molti provenienti dal Sud, assunti con un contratto di formazione lavoro che le legge Finanziaria, ancora nel 2002, doveva trasformare in lavoro a tempo indeterminato. «Si tratta di 24 giovani che per la professionalità e le competenze maturate dopo un proficuo ed intenso periodo di formazione, sono ben inseriti nel lavoro di servizio della sede provinciale e delle Agenzie presenti su tutto il territorio - scrivono gli on. D’Agrò e Trupia -. La loro mancata conferma porterebbe ad una grave menomazione dell’organico delle sedi di Vicenza e ad un conseguente ritardo nelle prestazioni dei servizi ai cittadini; l’assunzione con contratto di formazione lavoro è stata effettuata a seguito di una procedura concorsuale nel 2001 ed una volta scaduti i termini del contratto, il personale si è visto prorogare gli stessi di anno in anno». Ma l’ultima Finanziaria prevede solo alcune assunzioni, un’ottantina nella sede centrale di Roma. «Se così fosse le sedi periferiche si troverebbero a dover gestire nuovamente delle situazioni di emergenza». Pertanto, i due parlamentari vicentini, chiedono come il Governo intenda intervenire affinché il personale attualmente impiegato con contratto di formazione lavoro rientri nel contingente che prevede l’assunzione a tempo indeterminato.


Movimento
«Il sindaco e la giunta ora si devono dimettere Meglio pensare al voto»

di Silvia Maria Dubois

Chiedono le dimissioni del sindaco e dell'assessore Ancora e nel frattempo aprono la loro prima sede vicentina. È un debutto di fuoco quello di Libertà d'Azione - lista Alessandra Mussolini ora presente come punto di riferimento politico tangibile anche in città (anche se la sede fisica è ancora tutta da decidere).
« Invitiamo il sindaco a prendere definitivamente atto della crisi in seno alla sua maggioranza - sollecita il neo coordinatore Alex Cioni - il precario governo cittadino ha assunto le vesti esilaranti e grottesche del classico teatrino della politica, crediamo sia ragionevole aspettarsi le dimissioni immediate dell'assessore Ancora, magari seguite da quelle del sindaco e di tutta la sua giunta, e permettere alla città di ritornare il prima possibile al voto e scegliere così una nuova maggioranza che sia meno litigiosa ed instabile di questa ». Libertà d'Azione ne approfitta, inoltre, per far chiarezza sulla propria identità e sui punti cruciali del proprio programma: « Il nostro movimento non si colloca alla destra di Alleanza Nazionale, come molti, invece, sono portati a pensare - precisa Cioni - l e nostre posizioni, infatti, non si coniugano con i valori e i programmi della destra reazionaria, clericale, liberista e mondialista, ben rappresentati dal partito di Fini e Alemanno. Noi vogliamo andare oltre per rompere gli schematismi dogmatici e sciocchi della dicotomia destra-sinistra per parlare a tutti quegli italiani che di queste etichette ne hanno le scatole piene ». Tra gli obiettivi programmatici di Libertà d'Azione, come fa sapere, c'è la ferma opposizione alla riforma federalista in atto («indebolisce ancor più il concetto di nazione e poi finirebbe per difendere localmente gli interessi di bottega»), la costruzione dello Stato Nazionale del Lavoro e la "socializzazione" delle imprese, vale a dire la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle aziende; si ritiene inoltre prioritario battersi contro il lavoro precario e contro la cosiddetta flessibilità, in difesa di ciò che è rimasto dello Stato sociale dopo il progressivo smantellamento perpetuato dai governi liberal-capitalisti polo-ulivo.
« Contrariamente a quanto sostengono Berlusconi e soci, e l'Istat stesso, gli italiani si stanno impoverendo - racconta Cioni -. Siamo in una fase di recessione preoccupante che i bassi stipendi dei lavoratori contribuiscono a mantenere tale. Con uno stipendio base non si va più da nessuna parte, non c'è futuro, a malapena si riesce a pagare l'affitto di un appartamento e forse anche qualche bolletta: qualcuno, dunque, ci deve spiegare se questo è sinonimo di prosperità. Il carovita è una triste realtà consequenziale all'avvento della moneta unica, infatti gli italiani percepiscono, di fatto, i salari ancora in lire, ma pagano la vita in euro. Ovverossia il doppio ».


«Le prossime guerre le faremo per l’acqua»
Dai Padri saveriani una tavola rotonda con il prof. Tamino Miriam Giovanzana e la giornalista Cuffaro

di Natascha Baratto

«Un diritto all' acqua possibile solo in un' altra economia, in cui è importante assicurare un controllo democratico dell'informazione». È questo l'appello fatto ieri dagli avvocati Alessandro Pesavento e Mariagrazia Pegoraro a Vicenzamondo. Quattrocento persone sono giunte alla sede dei Missionari Saveriani in viale Trento, per seguire la manifestazione, organizzata dal movimento Gocce di Giustizia, Arciragazzi, Asoc, Beati Costruttori di pace, Bilanci di giustizia, Comitato solidarietà immigrati S.Pio X, Consorzio Civitas, Emergency, Fileo, Il Borgo, Legambiente, Loma Santa, Progetto sulla soglia, Rete Lilliput, Scuola del villaggio, Solidarietà di Alte, Unidos, Voci contro, che aveva come filone conduttore tre argomenti: l'acqua, l'economia e l'informazione. Tre discussioni, correlate tra loro, sono state tenute da Gianni Tamino (nella foto in alto) , docente universitario di Padova, Miriam Giovanzana, direttrice della rivista Altreconomia, e Maria Cuffaro, giornalista di Rai 3. Partendo dal diritto all'acqua, Tamino ha spiegato come al giorno d'oggi le falde acquifere siano monopolizzate, tanto da diventare, secondo lui, tra breve tempo punto focale delle guerre. Proprio su questo discorso la giornalista Giovanzana si è posta una domanda, su cui poi ha cercato di dare una risposta: «Perché sapendo le cose che sappiamo, la drammaticità dei problemi che abbiamo, non riusciamo ad agire portando conseguenze diverse? Che rapporto c'è tra quello che conosciamo e la scelta individuale che facciamo?E che rapporto c'è tra le scelte individuali che facciamo e la giustizia mondiale?». Il pubblico, un miscuglio tra giovani, adulti e vari componenti di associazioni, ha posto quesiti e espresso critiche: Cuffaro è stata presa di mira come giornalista, a lei sono state infatti addossate le colpe della televisione e dei vari mezzi di comunicazioni che, secondo alcune persone del pubblico intervenute alla discussione, non sarebbero, ingiustamente, lo specchio della realtà che ci circonda. La giornalista è riuscita a districarsi dalla "colpa": «Non si può criticarmi - ha risposto all'accusa - per ciò che fanno i miei colleghi. E' come per i meccanici: se qualcuno di noi va in un'officina incapace, che non sa aggiustare a modo l'automobile, non si può pensare che tutti i meccanici siano incapaci, si è stati solo sfortunati o incoscienti ad affidarsi a quella persona». I tre relatori hanno concluso il loro intervento radunandosi al tavolo e rispondendo ancora alle ultime domande. A portare inoltre un'esperienza diretta anche con il territorio vicentino sono intervenuti tre rappresentanti di Legambiente, Unicomondo ed Emergency. Francesco Bortolotto (Legambiente) ha espresso la sua indignazione «per le 242 zone industriali che abbiamo su 110 comuni vicentini. Le industrie versano i loro rifiuti nei fiumi, nell'acqua. I comuni andrebbero allargati, dovrebbero essere di almeno 1000 persone ciascuno, e le industrie non dovrebbero monopolizzare l'acqua, comprando le falde acquifere». Mameli Biasin, di Unicomondo, ha spiegato il commercio equo-solidale, mentre Luca Casarotto, per Emergency, ha raccontato come, secondo lui, ci sia una censura nella pubblica informazione sulla realtà delle guerre. Le discussioni sono state spezzettate da spuntini al buffet, visite alle bancarelle delle varie associazioni e dalla presentazione del nuovo libro di Padre Adriano Sella «La giustizia, nuovo volto della pace», i cui punti salienti sono stati anche cantati dal gruppo "Voci contro".