11 SETTEMBRE 2006

Referendum, 11 mila al voto Il Sì vince, ma non fa il botto
Arsenale, non si ferma il progetto tratta-rifiuti

Il 90,45% dei votanti a favore. Oltre mille persone hanno detto No
Referendum, 11 mila al voto Il Sì vince, ma non fa il botto
Solo il 12% degli elettori vuole intervenire sulle delibere comunali

(al. mo.) Come previsto: il Sì ha vinto ma non fa il botto. Hanno approvato infatti il referendum cittadino per avere il diritto di abrogare o proporre delibere comunali 10 mila 583 persone, il 12 per cento. Non un flop, tipo vicentini al mare e una manciata di voti, ma nemmeno quei 20 mila voti su cui qualcuno del comitato promotore puntava per mettere l’amministrazione alle strette. Comunque una cifra su cui ora sindaco e consiglio comunale dovranno comunque discutere. Intanto qualche cifra: urne aperte dalle 7 alle 21, erano 88 mila 266 oggi i vicentini aventi diritto e hanno votato in 11.701, cioè il 13, 26 per cento. I Sì sono stati, come si diceva, 10 mila 583, i No 1019 (pari all’1,1 per cento degli elettori). Nessun problema nei 53 seggi che raggruppavano le 112 sezioni elettorali. Rapidi i risultati, vista la facilità del conteggio: dopo un’ora e mezza circa dalla chiusura c’erano già le cifre definitive. Il Comune fa anche sapere che ci sono stato 4 disabili che hanno chiesto di essere accompagnati a votare e che ieri sono state 18 le persone che si sono fatte duplicare la tessera elettorale. Cosa succederà adesso? Che il sindaco ha un mese di tempo per inserire nell’ordine del giorno del consiglio comunale la discussione sull’esito del referendum. E cioè se introdurre nello statuto comunale di Vicenza la possibilità per i cittadini di indire un referendum abrogativo, propositivo o misto sulle delibere comunali. Lo scoglio da superare però, non solo fra la maggioranza ma anche fra parti dell’opposizione, è quello delle percentuali indicate per le future consultazioni: il 2 per cento degli elettori sarà sufficiente per indire un referendum e il 10 per cento dei votanti per convalidare un Sì o un No. Per qualcuno, a destra ma anche a sinistra, un modo per paralizzare l’attività amministrativa. Ma su queste cifre anche il Comitato promotore, con i suoi 10 mila 583 voti in mano, ora sembra disposto a discutere.


Ambiente
Arsenale, non si ferma il progetto tratta-rifiuti
Il 13 settembre verrà analizzato in Regione

(g. m. m.) Torna lo spauracchio dell’Arsenale e del progetto di costruire un impianto per la trattazione di rifiuti pericolosi nel cuore del capoluogo, proposto dalla società Wisco Spa. Il coperchio è stato risollevato da una nota della Regione, datata 5 settembre, indirizzata a Comune e Provincia, e firmata dall’ing. Silvano Vernizzi, presidente della commissione Via, per la valutazione dell’impatto ambientale. Della nota sono venuti a conoscenza due consiglieri comunali di Alleanza nazionale, il capogruppo Luca Milani e il presidente della commissione Territorio Giuseppe Tapparello, che hanno subito presentato un’interrogazione urgente per saperne di più. «Da notizie in nostro possesso - scrivono - risulta che il Comune di Vicenza sia stato invitato dalla Regione Veneto a partecipare attraverso un proprio rappresentante alla riunione della commissione regionale Via che si svolgerà il prossimo 13 settembre per discutere il progetto presentato dalla società Wisco Spa di Milano finalizzato alla costruzione di un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi nell'area dell'Arsenale Fs. Si tratta dello stesso progetto in merito al quale il consiglio comunale di Vicenza ha già espresso all’unanimità il proprio parere negativo lo scorso anno, ma che a quanto pare ha proseguito il suo iter amministrativo in Regione, la quale - a quanto ci risulta - potrebbe decretare la pubblica utilità dell'impianto ed autorizzarne quindi l'insediamento». «È appena il caso di ricordare - sottolineano Milani e Tapparello - che la natura dell'impianto e il tipo di trattamenti che vi verrebbero effettuati, come lo stoccaggio e la depurazione di rifiuti pericolosi derivanti dall'attività delle officine Fs e i reflui del lavaggio delle carrozze, sono elementi che rendono del tutto inopportuno l'insediamento di un simile impianto a ridosso di una zona densamente abitata come il quartiere dei Ferrovieri, nonché della principale zona industriale e direzionale della città». Milani e Tapparello chiedono allora se l’amministrazione comunale intenda inviare un proprio rappresentante ed eventualmente con quale mandato e se sia stato a suo tempo notificato alla Regione il parere negativo espresso dal consiglio comunale in merito al progetto della Wisco Spa». I due consiglieri di An mostrano sorpresa in particolare per lo stato avanzato dell’iter, nonostante il parere nettamente contrario di Vicenza. Per questo, chiedono di sapere che la Giunta «sia a conoscenza del parere eventualmente espresso dalla Provincia, quali siano i poteri della commissione Via in relazione all'autorizzazione del progetto, se corrisponda al vero che in materia di rifiuti speciali e pericolosi gli organi regionali hanno il potere di adottare provvedimenti in grado di sostituire a tutti gli effetti visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi comunali, se risulti che l’approvazione del progetto da parte della Regione può costituire, ove necessario, variante allo strumento urbanistico comunale, comportando eventualmente anche la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori; fine, quali iniziative intenda eventualmente intraprendere il Comune a tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza dei cittadini nel caso in cui la Regione autorizzasse la realizzazione del progetto della Wisco Spa all'interno dell’area dell'Arsenale».