11 AGOSTO 2006

Dopo la fiaccolata al Dal Molin si accendono le polemiche
«Indulto, mancano i progetti»

Ma arrivano anche le prese di posizione dei senatori di Verdi e Rc: «La questione dei posti di lavoro non diventi strumento di pressione»
Dopo la fiaccolata al Dal Molin si accendono le polemiche
Cioni, coordinatore di Azione Sociale attacca la sinistra: «Hanno bloccato i nostri simpatizzanti»

(e. mar.) Il giorno dopo la manifestazione dei comitati per il “no” al Dal Molin, è fatto di polemiche e prese di posizione. Come quella di Alex Cioni, coordinatore di Azione Sociale che lamenta: «Al nostro movimento è stato impedito di partecipare alla manifestazione con blocchi stradali che hanno impedito a tanti nostri simpatizzanti di prendere parte alla manifestazione. La sinistra ha utilizzato una sigla fittizia - rincara la dose il coordinatore di Azione Sociale Alex Cioni - per mascherare il proprio volto davanti all'opinione pubblica, ma poi si è dovuta rivelare in tutta la sua profonda e radicata intolleranza, avanzando la pretesa di selezionare i partecipanti ad una forma di protesta alla quale noi, prima ancora che come partito, in quanto liberi cittadini, avevamo aderito. Le forze di Polizia ci hanno sbarrato la strada: il loro atto non ha minato il diritto a manifestare liberamente la nostra opinione, ma ha offeso tutti i vicentini che, nostri simpatizzanti, o quanto meno, non militanti di sinistra, non volevano essere strumentalizzati». E dal fronte del no si fa sentire anche Mauro Bulgarelli, senatore dei Verdi che ritorna sul tema dei posti di lavoro: «Non possiamo cedere al ricatto dell’occupazione. Siamo perfettamente consci delle preoccupazioni dei lavoratori, e questo è un argomento che, in sede di definizione di chiusura delle basi, governo ed enti locali dovranno affrontare per salvaguardare i lavoratori». «Non mi sembra - continua il senatore - che la chiusura della Ederle sia all'ordine del giorno, se così fosse sarebbe utile dirlo pubblicamente, senza utilizzare questo argomento come spada di Damocle sulla testa dei lavoratori, per far accettare una nuova installazione che la città non vuole, come dimostrato dalla partecipata manifestazione di ieri sera davanti all'area del Dal Molin, promossa dall'Osservatorio contro le Servitù Militari». Anche i Verdi di Vicenza sottolineano che la preoccupazione per i posti di lavoro non può diventare strumento di pressione sull'intera città per far accettare la nuova base al Dal Molin. «Quella di ieri sera è stata una manifestazione importante. - dichiara Olol Jackson, dei Verdi di Vicenza - Un migliaio di cittadini che, in pieno agosto, manifestano la propria contrarietà alla nuova base, non possono essere sottovalutati». E Lidia Menapace senatrice di Rifondazione richiama in causa il ministro Parisi: «Voglio assicurazioni sulle volontà del governo relative alla base di Vicenza».


Piazza: «Prima di programmare servono numeri certi e l’allargamento del tavolo coinvolgendo carcere, Sert e Provincia»
«Indulto, mancano i progetti»
La Commissione rimanda a settembre i piani a lungo termine

di M. Elena Bonacini

«L’indulto è stato fatto in modo frettoloso e non abbiamo piani a medio-lungo termine. Dopo la metà di settembre, quando avremo i numeri definitivi, ci incontreremo per pianificare gli interventi di sostegno». Così l’assessore ai servizi sociali Davide Piazza descrive la situazione rilevata ieri durante la riunione della Commissione carcere, composta anche dai consiglieri comunali Livia Coppola e Vincenzo Riboni e dalle associazioni di volontariato, tra cui la Caritas, che si occupano di assistenza, che hanno incontrato i rappresentanti della struttura carceraria per fare il punto su quante persone hanno già usufruito dello sconto di pena o ne beneficeranno e sugli interventi necessari. «Ancora - spiega Piazza - non abbiamo numeri definitivi. I dentenuti rimessi in libertà sono 97, ai quali se ne aggiungerà una ventina, e tra questi 56 sono ex tossicodipendenti e una cinquantina stranieri. Nessun clandestino è stato per ora rimpatriato, perché molti hanno anche altri provvedimenti in atto, anche se può essere che ciò accada. Al momento non possiamo quindi ancora sapere quanti saranno alla fine gli ex detenuti residenti in città perché, ad esempio, non conosciamo il numero di vicentini che uscirà dalle altre carceri. Questo primo incontro è servito per fare un quadro della situazione, ma non sono stati pianificati interventi e ne seguirà un secondo dopo il 15 di settembre, quando, cioè, i numeri saranno certi». Il problema dell’indulto, secondo l’assessore, è proprio quello di formulare dei programmi di aiuto a medio-lungo termine. «Il Comune - continua Piazza - era pronto per quanto riguarda gli interventi immediati, e 22 ex detenuti sono già ospitati in strutture di accoglienza, per la precisione 5 all’albergo cittadino e 17 in altri luoghi gestiti dalla Caritas o da altre associazioni. Non siamo invece preparati a realizzare piani a medio-lungo termine, perché questa legge è stata fatta in modo frettoloso e quando è stato stilato il bilancio non si era previsto che sarebbe uscito un così alto numero di persone, molto superiore al normale trend». La questione principale non sembra però essere quella finanziaria, siccome il Governo ha già stanziato fondi per promuovere il reinserimento degli ex carcerati. «Dallo Stato - afferma l’assessore - sono stati messi a disposizione 13 mila euro per le cooperative che s’impegneranno per l’inserimento lavorativo degli ex detenuti, e altri 30 milioni per sostenere progetti a medio-lungo termine. Il problema è proprio che adesso non ne abbiamo». Per stilare questi piani Piazza vuole poi chiedere l’allargamento della consulta «che non comprende soggetti, come i rappresentanti della casa circondariale e il Sert, direttamente interessati alla tematica. Vorrei poi coinvolgere la Provincia, importante perché impegnata in azioni d’inserimento lavorativo, la questura e la prefettura. A settembre, quando si potrà passare alla progettazione, sarà infatti l’occasione anche per affrontare il fenomeno della tossicodipendenza e saranno invitati poi anche i rappresentanti del carcere di Verona».