Alla Setaf cambia il comando
E la Ederle fa festa mondiale
Ieri il “duro” Kamiya ha lasciato il posto al “moderato” Helmick
di Gian Maria Maselli
Cambio della guardia ieri al comando della caserma Carlo Ederle, base della South europe task force (Setaf).
È la 25ª volta che accade dal 1956, quando il generale Michaelis lasciò dopo un anno di servizio. Ieri è toccato al maggiore generale Jason Kamiya cedere il testimone al subentrante pari-grado Frank G. Helmick.
La cerimonia si è mossa su un copione ormai collaudato, a base di tradizione e informalità. Prima Richard Weik, sergente anziano della Ederle, ha consegnato la bandiera della Setaf al generale uscente, che l’ha posta in mano al generale David McKiernan, comandante dell’esercito Usa in Europa. Questi a sua volta l’ha passata a Helmick il quale l’ha riconsegnata a Weik.
Esaurito il simbolico cerimoniale è venuto il momento dei sorrisi: preso il microfono, sia Kamiya che Helmick hanno inneggiato alla vittoria degli azzurri a Berlino.
Una captatio benevolentiae che avrà senz’altro scalfito i cuori delle autorità militari e civili italiane presenti (a partire dal prefetto Piero Mattei e presidenti della Provincia e del Consiglio comunale, Manuela Dal Lago e Sante Sarracco). Sono volati, da parte dei militari italiani, anche alcuni amichevoli sfottò all’indirizzo di un generale francese (che pure aveva fatto cavallerescamente le congratulazioni), seduto in prima fila tra le autorità ospiti.
Poi Kamiya, etichettato come un duro, ha ammesso con una buona dose di autoironia che forse qualcuno alla Ederle sotto sotto gioiva per la sua uscita di scena. «Non dimenticherò comunque mai quello che mi hanno dato i miei uomini, tutto il personale della Ederle e i nostri amici italiani».
Helmick ha ringraziato il collega per l’impegno profuso nei due anni di servizio, poi si è esibito in uno scherzo rivolto ai suoi nuovi soldati, che se ne stavano da tempo impalati sotto il sole e l’afa: ha fatto dare più volte l’attenti-riposo, apparentemente senza motivo.
Dopo un attimo di perplessità i soldati hanno mangiato la foglia e uno dei capiplotone si è sciolto in un sorriso gesticolando all’indirizzo del generale, incoraggiato dalle risate del pubblico yankee che ha gradito, come sempre, il momento di informalità. Quest’ultima è una caratteristica classica delle forze armate Usa (notoriamente meno “paludate” di quelle del Vecchio continente) e della società americana in genere: all’operatività vengono associate sempre schiettezza e una certa forma di goliardia, considerati ingredienti fondamentali per “fare team”.
Di questo spirito ha voluto farsi manifestamente interprete il nuovo comandante della Setaf, texano di Houston, che ha fama di essere uomo di relazioni. Una caratteristica che tornerà utile agli americani in un momento in cui in città non tira un’aria esattamente distesa, per le note vicende. Ecco quindi lo stesso Helmick affermare: «Sono contento di essere tornato a Vicenza dopo 15 anni. Sono qui per rinverdire quelle relazioni interpersonali così importanti per i rapporti tra le forze armate italiane e americane e per le nostre nazioni».
Helmick, in passato assistente del vice segretario della Difesa a Washington, era già stato alla Ederle dal 1986 al 1989 in qualità di ufficiale addetto alle operazioni ed addestramento e successivamente come aiutante maggiore del 3° battaglione del 325° reggimento paracadutisti, partecipando ad esercitazioni congiunte e gemellaggi con reparti delle truppe alpine e dei parà italiani.
A Vicenza farà tandem con il capo di Stato Maggiore Gordon Davis (46enne appassionato di triathlon, con moglie di origine leonicena, ottima padronanza della lingua italiana e anche lui appassionato dei nostri alpini).
Sarà questa coppia, di nuovo alla Ederle, a dover giocoforza inaugurare una nuova era nei rapporti con l’habitat berico.
Ridotte le immissioni in ruolo dei docenti. Il sindacato: «Il provvedimento è una presa in giro»
di Anna Madron
Il numero delle immissioni in ruolo rispetto ai posti disponibili «è una presa in giro».
Così si esprime la Gilda, il sindacato degli insegnanti che dà i numeri delle assunzioni nelle province del Veneto. Saranno infatti appena 1.597 gli insegnanti immessi in ruolo nelle province del Veneto entro il 31 luglio a fronte dei 5.043 posti disponibili.
Una differenza di 3.446 cattedre che rimarranno vuote e saranno destinate alla girandola delle supplenze annuali. Per il Coordinamento della Gilda degli insegnanti del Veneto, riunitosi il 29 giugno scorso, «le quote previste nella regione sono del tutto insufficienti a garantire stabilità di organici, certezza di programmazione per le scuole e di conseguenza un accettabile livello di qualità alla ripresa delle lezioni».
«Il settore in maggior sofferenza sarà quello della scuola primaria - spiega il coordinatore regionale Gilda Francesco Bortolotto - con un buco di ben 1262 posti, ma anche negli altri ordini di scuola si propone un vistoso deficit: 790 cattedre in meno nella secondaria di 2° grado, 734 nella secondaria di 1° grado, 242 nella scuola dell'infanzia e ben 337 nel delicato ambito del sostegno».
Per quanto riguarda Vicenza, nella scuola dell'infanzia a fronte di una disponibilità di 81 posti, le assunzioni saranno 26, 55 in meno del fabbisogno; nella primaria su 399 posti il contingente che entrerà in ruolo è pari a 128 insegnanti, con una differenza di 271. Stesso andamento anche nella secondaria di primo grado: alle medie su una disponibilità di 268 posti gli assunti saranno 87, 181 in meno. Seguono le superiori dove su 240 posti i prof assunti saranno 74, mentre 166 resteranno vacanti.
Infine il sostegno, con 36 immessi in ruolo a fronte di una disponibilità di 113 posti.
«È evidente l'insoddisfazione degli insegnanti veneti che avevano sperato in una chiara inversione di tendenza dopo le dichiarazioni programmatiche del nuovo ministro Fioroni - prosegue Bortolotto - ma che vedono confermate solo le immissioni in ruolo previste dal precedente governo. L'assunzione di appena un terzo di insegnanti di fronte alla necessità di coprire i quasi 5.000 posti che pensionamenti, nuove iscrizioni e mancate coperture precedenti richiedono, lascia un vuoto di ben 3.446 cattedre che saranno assegnate a supplenti, con inevitabili turnazioni di docenti, un altrettanto inevitabile aumento del numero di precari nella regione e la conseguente difficoltà delle scuole a programmare con sicurezza e continuità le attività didattiche per l'anno scolastico 2006/07».
Il sindacato ricorda inoltre che gli insegnanti che saranno chiamati a ricoprire gran parte dei posti sono docenti che l'Amministrazione ha appena licenziato e che verranno riassunti a settembre, come accade ormai da anni.
«Chiediamo - riprende il coordinatore Gilda - l'immissione in ruolo su tutti i posti vacanti disponibili; la revisione delle graduatorie permanenti con l'esclusione dei docenti già titolari di un contratto a tempo indeterminato; l'attribuzione agli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti anche degli spezzoni di durata annuale inferiori alle 7 ore; la revisione delle norme relative alla supervalutazione del punteggio per il servizio in scuole di montagna, piccole isole e scuole carcerarie e infine la riduzione del punteggio massimo attribuibile agli altri titoli».
Questo per garantire, conclude la Gilda, «insegnanti stabili che assicurino sicurezza e continuità didattica agli studenti, una maggiore qualità della scuola statale, una migliore qualità per la vita dei docenti e, non ultima, una indispensabile dignità professionale».