11 GENNAIO 2005

dal Giornale di Vicenza

Smog, da nove giorni polveri alle stelle
Merci, solo eco consegne Stop ai furgoni in centro
«Barche, mandiamo le ronde»
Molestie in Comune Saranno processati sindaco ed ex assessore
Ederle, come salvare i matrimoni

Smog, da nove giorni polveri alle stelle
Il record sabato: tre volte superiore al limite per la protezione della salute

(g. m. m.) Non accenna ad andarsene la nube di polveri in cui Vicenza è immersa da S. Silvestro. Da nove giorni la città sta inanellando valori di pm10 ampiamente fuori norma. Il record negativo è stato registrato dalla centralina di viale Milano sabato scorso, con 158 microgrammi per metro cubo d’aria: vale a dire tre volte più del limite di 50 microgrammi, fissato per la protezione della salute umana. La media nei primi nove giorni del nuovo anno è altissima: oltre 109 microgrammi di pm10. Per la cronaca, l’obiettivo di qualità dal primo gennaio 2005 è di 40 microgrammi, mentre il limite di 50 microgrammi non può essere superato più di 35 volte. Di questo passo, prima di S. Valentino Vicenza avrà già speso i suoi bonus. A meno che nel frattempo non si insedi sulla provincia e la regione un’ondata di maltempo tale da dare una boccata d’ossigeno. E tuttavia il bollettino di previsione dell’andamento di pm10 stilato quotidianamente dall’Arpav non lascia presagire nulla di buono: «La persistenza al suolo di un anticiclone continuerà a favorire il ristagno delle polveri sottili; la qualità dell'aria sarà ancora pessima - si legge nelle previsioni per oggi -. Tendenza per i prossimi giorni: almeno fino a giovedì la situazione meteorologica è favorevole al mantenimento su livelli particolarmente elevati delle concentrazioni di pm10». Da giovedì riprendono i blocchi per i vecchi diesel e i non catalizzati dopo la pausa natalizia. Nel frattempo si registra un intervento della consigliera comunale diessina Valentina Dovigo a commento del consuntivo 2004, segnato da 156 giorni fuori norma. «Legambiente - segnala - dopo l’approvazione del piano regionale chiede alla Provincia, come minimo, l'immediata assunzione delle nuove indicazioni Arpav coordinando anche i comuni, e in generale tutti quelli della cintura urbana, in un'omogenea serie di provvedimenti antismog. Nessuna scusa è più possibile, quindi, per non combattere seriamente la battaglia contro il pm10. Legambiente chiede inoltre ai capoluoghi ed alle province di proclamare un blocco totale del traffico la prima domenica utile. Va ricordato che lo scorso anno la Carta di Padova prevedeva il blocco totale dopo 9 giorni di superamento. Strategicamente serve un grande rilancio del trasporto collettivo per diminuire le emissioni di pm10».


Merci, solo eco consegne Stop ai furgoni in centro
Pronta l’ordinanza: al via la sperimentazione
La data di inizio dovrebbe essere il 15 gennaio, ma fino al 28 febbraio continueranno a circolare anche i corrieri espresso. Vanno rinnovati i permessi Ztl

di Gian Marco Mancassola

La sperimentazione parte il 15 gennaio, la rivoluzione il primo marzo. La bozza dell’attesa ordinanza è pronta: il Comune si appresta a proibire progressivamente l’ingresso in centro storico ai furgoni per la consegna delle merci. Si tratta del cuore dell’operazione anti-inquinamento e anti-congestionamento nella zona a traffico limitato, operazione costruita intorno alla nascita della società "Logistic city center", detenuta al 55 per cento dal Comune, presieduta dall’assessore all’urbanistica Maurizio Franzina e composta anche da Assoindustria, Apindustria, Ascom, Assoartigiani e Cna. Questo il meccanismo che orchestrerà la consegna merci ecologica in centro governata dai mezzi elettrici del Logistic : tutte le merci destinate alla Ztl, con alcune eccezioni calibrate, verranno portate nella sede della società, nella piattaforma di via Mercato Nuovo; da qui verranno registrate e caricate sui mezzi ecologici del Logistic con i quali arriveranno a destinazione. «L’attuale sistema di approvvigionamento delle merci delle Ztl e nelle aree pedonali - osserva l’assessore alla mobilità Claudio Cicero, anticipando la bozza dell’ordinanza - comporta, mediamente, oltre mille consegne giornaliere concentrate in due fasce orarie: dalle 7 alle 9.30 e dalle 14.30 alle 16. Le conseguenza sono una notevole congestione del traffico e aggravio dell’inquinamento atmosferico». Per superare questi problemi, la ricetta prevede due farmaci iniziali: massimizzare i carichi di viaggio, sfruttando mezzo a emissione zero; e minimizzare il numero dei viaggi. Venendo al dettaglio del provvedimento che sta per essere firmato e reso pubblico, si prevede di ammettere la circolazione alla Ztl e alle aree pedonali del centro per le operazioni di carico e scarico ai veicoli a ridotto impatto ambientale (gpl, gas metano ed elettrici) del Logistic : questi saranno caratterizzati dalla scritta "Veloce" sulla carrozzeria. L’orario in cui è ammesso l’ingresso va dalle 7 alle 21, un arco di tempo molto più ampio rispetto all’attuale franchigia. Contemporaneamente viene imposto il divieto di circolazione di tutti gli altri mezzi. Con alcune importanti eccezioni: i veicoli utilizzati per il trasporto di prodotti freschi e deperibili, come frutta e ortaggi freschi, fiori recisi, latticini, e così via; i veicoli utilizzati per il trasporto di medicinali e materiali edili; della lista dovrebbero far parte anche altre categorie come come i portavalori. L’ordinanza dovrebbe entrare in vigore dal 15 gennaio per un periodo di due anni. Il primo mese e mezzo, tuttavia, sarà in forma sperimentale: da un lato - argomenta Cicero - va dato modo ai soggetti coinvolti di abituarsi alla novità, per quanto più volte annunciata; dall’altro vanno rodati i meccanismi di funzionamento della nuova società. «D’altra parte - dice l’assessore - si tratta di un’ordinanza sperimentale e progressiva». Fino al 28 febbraio, dunque, i veicoli dei corrieri espresso potranno continuare a circolare negli attuali orari di franchigia. Nel frattempo, però, i mezzi del Logistic godranno di una serie di vantaggi, potendo circolare in una fascia oraria più ampia e potendo sfruttare, ad esempio, le corsie preferenziali dei mezzi pubblici. Le sanzioni non partiranno prima del 1 marzo. Per quella data dovranno essere aggiornati anche i segnali all’ingresso della Ztl. Una volta firmato il provvedimento, non resterà che inaugurare ufficialmente la sede della società: al taglio del nastro è atteso il presidente della Regione Giancarlo Galan. Permessi Ztl. A proposito di zone a traffico limitato, il comando di polizia municipale ricorda ai titolari dei permessi di transito nella Ztl della città che le autorizzazioni sono scadute il 31 dicembre 2004. I titolari, o loro incaricati, possono ritirare i nuovi permessi alla sede del comando di polizia municipale in stradella Soccorso Soccorsetto, tutti i giorni feriali compreso il sabato dalle ore 9 alle 12. Per il ritiro è necessario presentare una marca da bollo da 11 euro. In caso di mancato ritiro entro il 15 gennaio 2005 i vecchi permessi decadranno di validità. Si calcola che i permessi in tutto siano oltre quattromila: un vero e proprio boom è stato registrato dopo l’allargamento della Ztl in zona Eretenio, Pallamaio e Racchetta.


Il difensore civico Massimo Pecori scrive al vice sindaco Valerio Sorrentino sulla spinosa questione dell’ordine pubblico
«Barche, mandiamo le ronde»
«Assurdo che il Comune attenda le richieste dei residenti per intervenire»

di Silvia Maria Dubois

«Caro Sorrentino ti scrivo io. Anche se tu aspetti posta da altri». Mentre il vice sindaco attende una richiesta scritta da parte dei residenti del quartiere delle Barche per ridurre gli orari d'apertura del bar Astra, ad impugnare carta e penna verso palazzo Trissino, ieri, è stato il difensore civico Massimo Pecori. Era stato proprio lui che per primo aveva sollevato sulla stampa, giusto pochi giorni fa, le problematiche di degrado e ordine pubbliche registrate nella zona in questione.
«E' assurdo che l'Amministrazione aspetti ancora una volta la richiesta dei residenti per intervenire - spiega Pecori, anticipando così i contenuti della sua missiva - sulla questione ci sono già esposti depositati fin dal 2002, decine di raccolte firme e diverse lamentele. Cosa si aspetta dunque ad agire? I cittadini sono stufi, sono anni che si attivano per avere delle risposte ed ora hanno perso completamente la fiducia nelle istituzioni». Ma la questione sembra essere più profonda di quanto sembri: «Molti di questi residenti, dopo aver dato vita a passate iniziative di protesta e petizioni, si sono visti denunciare da alcuni avventori - puntualizza il difensore civico - ora hanno paura di nuove denunce, sono stanchi di esporsi e di rischiare in prima persona. Per questo è ancora più necessario che il Comune ora anticipi le loro richieste e prenda l'iniziativa». Secondo Pecori, però, la chiusura del bar non è così centrale come si vorrebbe far credere perché non risolverebbe tutti i disagi. «Innanzitutto voglio chiarire che noi non vogliamo arrivare allo scontro con i gestori, bensì preferiamo perseguire la via della collaborazione - spiega - detto questo c'è da precisare che, intervenendo sul bar o chiedendo ai gestori di tenere la situazione sotto controllo, di certo non si arriva a risolvere il problema degli schiamazzi e degli atti di vandalismo, visto che questi riguardano esclusivamente chi si trova all'esterno del bar e bivacca per ore anche a prescindere dagli orari dell'esercizio pubblico». La soluzione scritta nella lettera in viaggio verso l'ufficio del vice sindaco ed assessore alla sicurezza Valerio Sorrentino, dunque, qual è? «Creare al più presto un grande tavolo di confronto che coinvolga tutte le forze dell'ordine - conclude Pecori - la polizia municipale, da sola, non ottiene nulla e non è neanche giusto che si sobbarchi questo compito solo sulle proprie spalle. Chiediamo che nella zona si organizzino sistematiche ronde con il coinvolgimento anche di polizia e carabinieri. I tutto affiancato ad altri accorgimenti come la già decisa eliminazione delle panchine, l'installazione di telecamere e la rimozione sistematica delle auto parcheggiate in sosta selvaggia vicino al bar. Solo con una serie di azioni coordinate e costanti il quartiere delle Barche uscirà dall'attuale stato di degrado. Ma non chiedete ancora, dopo anni, che a prendere l'iniziativa siano i residenti per favore!». Residenti che, da quanto testimonia il difensore civico, sembrano ormai stanchi, sfiduciati ed impauriti


Molestie in Comune Saranno processati sindaco ed ex assessore
Il caso era scoppiato due anni fa

di Ivano Tolettini

A due anni dallo scoppio dello scandalo ribattezzato dalle cronache "sex mobbing a palazzo Trissino" la procura ha fissato due processi, uno per il sindaco Enrico Hüllweck e l’altro nei confronti dell’ex assessore al Personale Gilberto Baldinato. In ordine di tempo, il primo è quello per violenza sessuale a carico dell’allora braccio destro del primo cittadino. Comparirà davanti al giudice dell’udienza preliminare il 23 febbraio. Più avanti, ma non si sa per adesso ancora la data, toccherà al sindaco essere processato dal giudice unico perché, é la tesi della procura, ha omesso di sporgere denuncia all’autorità giudiziaria pur essendo stato a conoscenza delle molestie con parole e fatti del suo stretto collaboratore nei confronti di alcune impiegate. Questo, naturalmente, è il tempo dell’accusa, allorché si mettono sul tavolo gli indizi raccolti nel corso delle lunghe indagini preliminari condotte prima dal procuratore capo Antonio Fojadelli, poi dal collega reggente Paolo Pecori, che ha messo nero su bianco le ipotesi dalle quali dovranno difendersi i due pubblici amministratori. All’epoca delle contestazioni lo erano entrambi, oggi soltanto Hüllweck, perché a fine gennaio 2003, a pochi mesi dalle elezioni che avrebbero riconfermato il sindaco, Baldinato fu invitato a rassegnare le dimissioni per potersi difendere senza coinvolgere la Giunta della quale ha fatto parte tra il ’99 e il 2003. In base agli elementi di prova raccolti dai carabinieri del luogotenente Lorenzo Barichello e del maresciallo Rosario Scuderi, il ragioniere Baldinato, 66 anni, in più occasioni avrebbe palpeggiato un paio di dipendenti comunali, mentre in altre circostanze avrebbe insistito con altre due impiegate con allusioni erotiche soffermandosi sulle loro rotondità anatomiche. «Sono tutte falsità», ha ripetuto più volte Baldinato, il quale é difeso dall’avvocato Enrico Ambrosetti. «Hanno colpito me perché il vero obiettivo era il sindaco, poiché la vicenda fu fatta scoppiare ad arte a pochi mesi dalle elezioni», ha ripetuto il diretto interessato che il 22 novembre comparve in tribunale per il confronto con due delle sue accusatrici. A non pensarla così sono gli inquirenti, per i quali al di là delle motivazioni che avrebbe spinto qualcuno a far scoppiare a orologeria la "bomba sessuale-politica", i fatti diventati materia d’inchiesta sono avvenuti. Baldinato in troppe occasioni, questa é la loro tesi, avrebbe esagerato con affermazioni osé, ma soprattutto non avrebbe saputo tenere a casa propria le mani. In questo clima di presunte molestie sessuali, il sindaco sarebbe stato informato di quello che avveniva al Personale, ma non avrebbe voluto credere e agire di conseguenza. Anzi, una delle parti lese nel colloquio che aveva chiesto e ottenuto con il dott. Hüllweck - il quale è difeso dall’avvocato padovano Niccolò Ghedini - si sarebbe sentita rispondere: «Secondo me, lei signora, dovrebbe fare degli accertamenti alla tiroide perché ha il collo ingrossato». Tuttavia, l’impiegata che aveva chiesto a Baldinato di essere trasferita, si sarebbe sentita rispondere dall’allora assessore: «È possibile che una bella signora come lei non sa cosa deve fare?». Quindi il ragioniere dallo scranno di rappresentante del popolo per farle ottenere la mobilità le avrebbe fatto una proposta indecente in dialetto veneto, come se si trovasse sul set di un film porno. L’impiegata a quel punto si alzò scandalizzata, e appena uscita dalla porta chiamò al cellulare il marito raccontandogli che cosa Baldinato le avrebbe chiesto. L’uomo, ascoltato dai carabinieri, ha confermato la circostanza. La colpa del sindaco, sostiene il pm Pecori che l’ha rinviato a giudizio, è quella di non avere informato la magistratura delle attenzioni morbose che il suo stretto collaboratore avrebbe avuto per alcune impiegate. In base ai chiari messaggi che aveva ricevuto e tenuto conto che il palazzo della politica chiacchierava da tempo sulle presunte inclinazioni verbali dell’assessore, la procura é convinta che il sindaco avrebbe dovuto rompere gli indugi e rivolgersi all’autorità giudiziaria. Non avendolo fatto, é la tesi accusatrice, si è macchiato di una contravvenzione penale che potrebbe pagare con una sanzione pecuniaria. Hüllweck nega gli addebiti, dicendosi innocente, e si avvia al processo.


La missione. I parà Usa della 173ª stanno partendo per l’Afghanistan. Per loro lezioni di famiglia
Ederle, come salvare i matrimoni
Dopo l’esperienza della guerra in Iraq organizzati corsi specifici per le coppie

di Marino Smiderle

Il rientro dalla missione in Iraq, durata quasi un anno, non è stato molto facile per i duemila parà americani della caserma Ederle. Statistiche precise non ce ne sono, ma il cappellano Leon Kircher, del 22° Gruppo di supporto di Vicenza, ha dichiarato a Stars and Stripes che molti matrimoni non hanno retto agli orrori della guerra e alle frustrazioni della lontananza. Ora la 173ª Brigata aviotrasportata sta per partire di nuovo, con destinazione Afghanistan. Sarà un’altra missione lunga, un altro annetto almeno. Forti della recente esperienza irachena, gli americani di Vicenza hanno studiato un piano salva-famiglie. «Un soldato che ha fiducia nel futuro del suo matrimonio - dice il cappellano della 173ª, il maggiore David Beauchamp - è un soldato migliore». «Del resto, cos’è che è destinato a durare di più, la carriera nell’esercito o il matrimonio. Si spera il matrimonio, ovviamente». Fino a qualche anno fa, il soldato americano che veniva destinato a Vicenza era considerato tra i più fortunati. Nel senso che il peggio che gli potesse capitare era di passare qualche settimana in un campo di addestramento. Ora invece la situazione è cambiata: la 173ª di stanza alla Ederle è un corpo d’elite, pronto a partire per qualsiasi parte del mondo. E non certo in gita di piacere. Non è un caso se l’amministrazione americana ha deciso di potenziare ulteriormente questa base della Setaf, ed entro un anno arriveranno a Vicenza altri duemila soldati. Questo continuo viavai ha indotto l’esercito a prestare sempre maggiore attenzione all’aspetto, diciamo così, domestico dei militari. I cappellani di Vicenza hanno detto che, grazie all’opera del 22° Gruppo di supporto, le conseguenze del dopoguerra iracheno sono state contenute. Ma, ugualmente, ci sono stati contraccolpi per diverse famiglie e per questo è stato deciso di avviare un programma di consulenza psicologica e di assistenza in vista della missione afgana. Per prima cosa 300 coppie, che sono circa un quarto del totale, verranno riunite in un albergo sul lago di Garda. Si tratterà di una sorta di brain-storming, in cui a marito e moglie sarà spiegato come resistere ad un anno di lontananza. Il comandante della 173ª, il col. Kevin Owens, ha stanziato migliaia di dollari per tale riunione. «Mi rendo conto che si tratta di un programma costoso - dichiara il cappellano Beauchamp a Stars and stripes - ma se questo può servire a salvare dei matrimoni, credo che non ci sia modo migliore di spendere i fondi destinati alla missione in Afghanistan. Ad ogni partner verrà consegnata quella che è stata definita la moneta dell’impegno, da tenere durante il periodo della missione. «Questa moneta - spiega il cappellano - sarà una sorta di monito per ciascuno dei coniugi, per ricordare loro che hanno delle responsabilità nei confronti di un’altra persona. Non solo per i soldati, ma anche per le loro spose». A questo proposito, ad ogni coppia della base verrà data la possibilità di partecipare ad una cerimonia suggestiva, nel corso della quale ci sarà la consegna di questa moneta. Per chi non potrà essere presente al meeting sul Garda, verrà organizzata una cerimonia nella cappella all’interno della base. Si tratterà di una cerimonia particolare, prevista per il 21 e il 22 gennaio, che è stata ribattezzata "La battaglia che renderà indissolubile il vostro matrimonio" e nel corso della quale verrà consegnata la moneta dell’impegno. L’impegno dei cappellani e degli operatori del gruppo di supporto non finirà qui, ovviamente. Durante la missione lavoreranno insieme per essere di sostegno alle coppie. Sono previsti incontri fra gruppi di mogli, in modo da unire i problemi e affrontarli, così, con più forza. Il col. Kircher ha detto che i comandanti si sono resi conto che aiutare i soldati a mantenere buone relazioni con la famiglia a casa è diventato un obbiettivo principale, anche per raggiungere il miglior esito della missione. «La cosa che pesa di più nei pensieri del soldato - conclude il colonnello - è che ci sia qualcuno che sui prenda cura della famiglia. Quando sono fuori in pattuglia, o stanno facendo qualche ispezione delicata, l’ultima cosa di cui devono preoccuparsi è proprio la famiglia».