10 NOVEMBRE 2004

dal Giornale di Vicenza

Antenne in zona 6 "Il piano comunale arriva troppo tardi"
Altovicentino. reazioni alla decisione regionale.

L’analisi dell’opposizione
Antenne in zona 6 «Il piano comunale arriva troppo tardi»

(g. m. m.) Solidarietà al presidente della circoscrizione 6, il forzista Matteo Tosetto, per gli atti intimidatori di cui è stato vittima in questi mesi con la famiglia. Con qualche appunto e precisazione. Sul caso delle antenne di via Stuparich, dopo la protesta dei residenti e la presa di posizione del presidente contro nuove installazioni, ora interviene anche l’opposizione di centrosinistra nella zona 6 con Andrea Tapparo (Democratici di sinistra) e Alessandro Furlan (Margherita), che è anche presidente della commissione ecologia. «Personalmente e a nome delle minoranze esprimo la solidarietà a Tosetto per questi atti incresciosi, privi di razionalità e che non trovano giustificazione alcuna - premette Furlan -. Altri e più civili sono i modi per esprimere il proprio disappunto. Il presidente Tosetto si trova tra "l'incudine ed il martello"; in realtà Tosetto sconta una sua debolezza ed indecisione nell'affrontare il problema, non ribadendo in maniera precisa il lavoro assolutamente "bipartisan" della commissione fatto proprio con un ordine del giorno del maggio 2004 votato all'unanimità. È ovvio che è necessario dare concretezza alle parole e questo è il ruolo del presidente. Su questo punto le minoranze in Circoscrizione, come altre volte già dimostrato, responsabilmente non avrebbero avuto alcuna difficoltà ad appoggiarlo, nell'interesse dei cittadini». Critiche vengono poi sfoderate da Tapparo contro il protocollo d’intesa recentemente firmato da Comune e gestori di telefonia mobile. «L’Amministrazione arriva in ritardo a predisporre un piano territoriale e quindi non è stata in grado, o peggio non ha voluto, opporsi alle richieste dei gestori per le più recenti installazioni. Il Comune si è assicurato che le nuove installazioni avverranno su terreno pubblico, e non vi sarà alcuna limitazione alle richieste presentate entro una definita data. Così chi ci guadagna è l'amministrazione e chi ci rimette saranno solo i cittadini delle zone adiacenti alle installazioni. Tosetto era a perfetta conoscenza della situazione e la sua vicinanza politica all’assessore Franzina gli avrebbe consentito ben altre azioni. Altro che schermatura col boschetto».


Reazioni alla decisione regionale/1. Smentite le voci di divisioni tra FI e Lega locali
Si brinda. «L’ospedale non si fa»
Il comitato: «Ora bisogna recuperare le strutture esistenti»

di Mauro Sartori

Per l’ospedale nuovo non ci sono soldi e Schio gongola. Non siamo alle bottiglie di champagne da stappare, ma poco ci manca. E la condivisione per la scelta della quinta commissione regionale è unanime, nonostante le voci di divisioni e perplessità all’interno di Forza Italia e Lega Nord. Dopo il voto unanime in consiglio comunale al documento del "comitato difesa sanità", arrivano ora commenti altrettanto allineati ed entusiasti alla posizione della commissione regionale, che ha considerato la proposta dell’Ulss 4 di un ospedale nuovo da 120 milioni di euro non in linea con le schede ospedaliere deliberate nel 2002 dalla giunta. Il primo a togliersi un sassolino dalla scarpa è Giuseppe Berlato Sella che, come presidente del consiglio comunale, è stato uno degli artefici del voto unanime a palazzo Garbin. Ma che il 30 dicembre scorso, alla conferenza dei sindaci tenutasi a Malo in via straordinaria, fu l’unico ad esprimersi contro l’ospedale nuovo. «Eppure venni avvicinato da qualcuno dei presenti: "vedrai che hai ragione tu". La proposta aveva una sua dignità ma era contestabile nel metodo e nella sostanza - commenta Berlato Sella -. Adesso le cose sono tornate al loro posto. Qualità della vita e della sanità rimangono priorità da affrontare, sia ben chiaro, ma bisogna ragionarci su, senza cullarsi nelle illusioni». Entra nel merito della faccenda Lorenzo Girotto, portavoce del "comitato difesa sanità" scledense: «La Regione ha assunto una posizione corretta. Ora tocca all’Ulss preparare un piano di fattibilità per recuperare la strutture esistenti, senza imbarcarsi in avventure. Da parte nostra, rimarremo vigili, anche se tutto sarà ormai rinviato alla prossima legislatura regionale. Speriamo ci sia continuità nelle scelte». Uno studio di fattibilità che tenga conto delle risorse esistenti è peraltro previsto dalle modifiche alla programmazione ospedaliera apportate dalla quinta commissione. Dal mondo imprenditoriale arriva il plauso di Antonio Mazzon, fautore dell’interessamento del Forum degli Interessi alla questione sanitaria, durante il suo doppio mandato di presidenza: «Il merito è di chi si è mosso per tempo, come il comitato. Ci fanno capire in tutte le salse che non è il momento di sprecare denaro, e poi ci propinano un progetto da 120 milioni di euro. Finalmente ha prevalso il buonsenso». La Lega Nord incassa il risultato e intanto prosegue con la raccolta firme pro ospedale De Lellis, che ha superato quota mille. I banchetti saranno presenti in centro sia oggi che domenica.
«Non possiamo che essere soddisfatti - è il commento a caldo del segretario leghista Pietro Bastianello -. L’investimento era troppo oneroso. Va precisato tuttavia che siamo favorevoli all’ospedale unico per l’Alto Vicentino, e che piuttosto di perdere il De Lellis e il Boldrini in un colpo solo, va bene anche una struttura nuova. L’importante tuttavia è migliorare l’apparato sanitario territoriale, che non gode di eccellente salute, a dar retta alle cronache di questi giorni». I forzisti smentiscono le divisioni interne e applaudono la quinta commissione: «Chiariamo una volta per tutte che Forza Italia porta avanti le legittime aspirazioni degli scledensi in merito al De Lellis - spiega il vicecapogruppo Enrico Bandolin -. Abbiamo firmato, come tutti, il documento del comitato, e compatti porteremo avanti la battaglia». Da parte della maggioranza giungono consensi all’operato "veneziano": «Siamo pienamente soddisfatti - dichiara Giorgio Testolin, capogruppo della Lista Civica -. Le nostre richieste sono state accolte. Ha trionfato la ragionevolezza. A questo punto dobbiamo essere fiduciosi per il futuro». Chiude il sindaco Luigi Dalla Via: «I giochi sono aperti. Importante è che siano stati mantenuti i finanziamenti per migliorare l’offerta ospedaliera. Come? Le varie soluzioni sono da soppesare. In fin dei conti, l’esecutivo della conferenza dei sindaci, ad inizio ottobre, si era espressa in tal senso».

Si brinda. «L’ospedale si fa»
Reazioni alla decisione regionale/2. L’assessore Gava conferma: «Rimane in vigore il finanziamento di 72 milioni»
Il sindaco Schneck: «Continuiamo a batterci per il polo unico»

di Dennis Dellai

Ospedale nuovo? Sì, no, anzi "ni". La quinta commissione regionale, chiamata ad esaminare il caso Schio-Thiene, ha rimandato alla giunta veneta la palla sostenendo che non è in linea con la programmazione regionale sulla sanità. Letta così la notizia potrebbe far pensare che i sostenitori del potenziamento dell’ospedale di Schio abbiano brindato e i favorevoli al polo nuovo di zecca, ansiosi di ottenere il via libera dalla commissione, siano rimasti delusi. E invece no. La notizia ha fatto felici sia il direttore generale dell’Ulss Caffi che il consigliere regionale dei Ds Claudio Rizzato.E pensare che i due hanno un’idea ben diversa sul futuro degli ospedali: il primo è colui che ha messo nero su bianco il piano dell’ospedale unico, il secondo è più propenso ad investire sull’esistente, cioè su Schio. È allora perché entrambi sorridono? Potere dell’interpretazione delle notizie; del mezzo bicchiere pieno o vuoto, delle elezioni che di solito nessuno perde mai. E a proposito di elezioni c’è anche chi, come Camillo Cimenti, segretario organizzativo regionale dell’Udc, è più malizioso e vede nella decisione della quinta commissione una non decisione, alla Ponzio Pilato, perché in questo momento, cioè in piena campagna elettorale, tutto si può fare fuorché esporsi troppo. Ma veniamo ai pareri. «Non c’è nulla di strano in quello che ha deciso la commissione - sostiene Caffi - Tutte le Ulss che avevano proposte innovative rispetto alla precedente programmazione regionale, quella sulle schede ospedaliere, sono state rinviate alla giunta. Non perché non ci sono i soldi ma solo perché è la Giunta a dover modificare la vecchia programmazione che prendeva in considerazione due ospedali e non uno. È piuttosto importante sottolineare che non è stato modificato il finanziamento e si è preso atto che nel piano decennale per l’edilizia ospedaliera ci sono 72 milioni di euro stanziati dalla Regione (più un’altra cinquantina che arriveranno da altri enti e privati) per l’ospedale unico. Questo significa, di fatto, sancire la nascita del 3° polo ospedaliero vicentino». L’interpretazione è stata confermata ieri sera dall’assessore regionale alla sanità, Fabio Gava: «La giunta vuole realizzare il polo ospedaliero unico di Thiene e Schio». Ma Rizzato ha la sua versione: «Non è per niente scontata la nascita del polo nuovo - sono le sue parole - Oltre ad aver rinviato alla giunta la decisione abbiamo trasformato lo studio di fattibilità presentato da Caffi in una semplice ipotesi. L’assessore Gava ha confermato che verrà chiesto uno studio più approfondito che tenga conto anche della possibilità di investire sull’esistente. Questo è un passaggio importante perchè prima di impiegare risorse per un nuovo ospedale dovremo stabilire se non sia possibile potenziare ciò che già funziona. Inoltre è stato tolto il riferimento ai 400 posti letto chiesti da Caffi. Riteniamo che ne servano di più per l’alto vicentino». Il sindaco Attilio Schneck rilancia l’idea del nuovo ospedale da costruirsi in zona baricentrica e in merito alla decisione della quinta commissione commenta: «Non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale da Venezia, per cui ritengo ciò che è emerso frutto della libera interpretazione di questo o quel personaggio politico. Noi continueremo a batterci per il polo unico». Gli fa eco il consigliere forzista Rinaldo Zuccato che ribadisce a gran voce la necessità di puntare ogni sforzo sul nuovo ospedale, dimenticando l’ipotesi De Lellis. E mentre il consigliere di Alternativa Democratica Giovanni Tessari si dice amareggiato dal fatto che ci sia bisogno di un ulteriore studio dopo che la Regione aveva già programmato gli stanziamenti in base al piano già presentato da Caffi, l’ex assessore regionale Camillo Cimenti, uno dei più vivaci sostenitori dell’ospedale nuovo, ci ricorda che siamo in campagna elettorale. «È pericoloso prendere decisioni adesso - dice sornione - Comunque, il parere della commissione non è vincolante e la giunta ha tutte le possibilità per andare avanti con il piano Caffi sul polo unico. Si vogliono ulteriori elementi per decidere? Non credo servano tempi ciclopici, all’Ulss, per produrre dati che confermino la percorribilità delle due strade: esistente o nuovo. In un paio di mesi la giunta ha la possiblità di decidere, evitando che le elezioni possano poi far ritardare l’operazione. Io credo che convenga spendere in una struttura moderna, adeguata ai tempi, più che andare a rattoppare i vestiti vecchi».