I giovani chiedono spazio
«Vogliono socializzare»
L’analisi sulla ricerca della coop “Il Mosaico” in Circoscrizione 6
di Maria Elena Bonacini
Più luoghi di ritrovo non “imbalsamati” dalle istituzioni e che rimangano aperti pomeriggio e sera. Queste le esigenze dei ragazzi che abitano in Circoscrizione 6 emerse dalla ricerca realizzata dalla cooperativa Il Mosaico attraverso 28 interviste, 44 videointerviste e che hanno coinvolto 12 compagnie e 53 questionari raccolti nelle scuole medie Calderari e Ambrosoli: in tutto 125 ragazzi dai 13 ai 25 anni che hanno detto la loro sui quartieri, raccontando il proprio tempo libero e spiegando cosa si aspetterebbero dal territorio.
Esigenze, per quanto riguarda le interviste, legate alla possibilità di riunirsi e divertirsi con attività musicali (concerti, luoghi dove provare, corsi), attività fisiche (skate park, campi da calcio) o organizzando feste e sagre, magari annuali, mentre c’è un buon equilibrio tra pareri positivi e negativi sui quartieri.
Simili i risultati dei questionari: 42 ragazzi su 53, infatti, chiedono uno spazio a loro disposizione e identificano il centro giovanile con un luogo di ritrovo dove trascorrere il tempo libero per scambiarsi opinioni, giocare, divertirsi, svolgere attività di gruppo.
Di tutt’altro tenore, invece, le interviste agli adulti, che hanno descritto i ragazzi come molto numerosi ed eterogenei, con grandi differenze tra compagnie ed età diverse, disorientati dalla presenza di figure genitoriali non sempre stabili, facilmente influenzabili dalla società, con molte risorse e potenzialità, ma privi di iniziative e con difficoltà ad assumersi impegni e a mantenerli con costanza.
Risultati analizzati dal direttore del Sert Vincenzo Balestra, dalla dirigente dei servizi sociali Piera Moro e dal presidente della Circoscrizione 6, Matteo Tosetto, durante una serata ad hoc insieme ad operatori e residenti del quartiere.
Proprio Balestra ha sottolineato come «la differenza tra le richieste degli adulti e dei giovani sia forse una delle cause della difficoltà di dialogo. Che ce ne sia poco è naturale, ma se i genitori chiedono di essere istituzionalizzati, i ragazzi non ci stanno. I giovani, invece, sono molto più avanti degli adulti, perché chiedono socializzazione e vanno in controtendenza rispetto ad un mondo individualista». Sia Moro che Tosetto hanno quindi sottolineato l’importanza di un coordinamento tra le attività delle associazioni e della Circoscrizione, coinvolgendo i ragazzi, ma anche «di fare un patto generazionale e relazionale per suscitare il bisogno di comunità nei quartieri».
E dall’analisi è scaturita anche un’idea per il futuro, condivisa da entrambi, che potrebbe essere «Un assessorato comune sociale-giovani, perché non si possono curare “agio” e “disagio” con due mani diverse».
«Bisogna aiutare i ragazzi - conclude Moro - ad approfondire le tematiche, mettendoli alla base di un progetto. Il consiglio comunale dei ragazzi non può, infatti, essere stato solo una moda, perché loro saranno la nuova classe politica».