Dal Molin ai raggi X della sinistra
E Fabris chiede al ministro della Difesa il perché dei trasferimenti
di Federico Ballardin
Le deputate vicentine Luana Zanella (Verdi) e Lalla Trupia (Ds) si sono recate ieri mattina in visita all’aeroporto Dal Molin per rendersi conto di persona del clima che si respira alla vigilia dell’ampliamento programmato da parte degli americani. Le due parlamentari hanno evidenziato l’impatto ambientale che avrebbe la nuova caserma progettata dagli Usa all’interno dell’aeroporto, insistendo sul fatto che, a conti fatti, il denaro yankee per il terreno vicentino non varrebbe la candela rispetto ai problemi di sicurezza, di infrastrutture e ambientali che si creerebbero.
Come terzo incomodo ieri in via Sant’Antonino si è presentato anche l’on. Giorgio Conte «preoccupato» di questa visita da parte di persone «che solo qualche settimana prima hanno sostenuto la candidatura alla Commissione Difesa in senato di Lidia Menapace, che aveva chiesto l’abolizione delle Frecce Tricolori. Ero preoccupato della trasparenza del messaggio che potevano dare sulla vicenda».
Le deputate Zanella e Trupia hanno visitato le infrastrutture militari e civili, parlando con tutti i soggetti interessati ed in particolare con i lavoratori, circa 70, che dovranno cambiare casa in seguito al trasferimento del 27° reparto del genio campale (assegnato all’aeroporto di Villafranca Veronese), alla soppressione del 10° gruppo manutenzione elicotteri e del distaccamento aeroportuale di Vicenza. Senza contare che Treviso, dove dovrebbe essere trasferito il 3° reparto manutenzioni aeromobili, non ha una struttura idonea ad ospitarne l’attività.
Il provvedimento è stato oggetto di un’altra interrogazione parlamentare presentata dall’on. vicentino dell’Udeur, Mauro Fabris, che sottolinea il fatto che il trasferimento di tanti lavoratori ormai inseriti nel tessuto vicentino sia un problema anche per le famiglie. L’onorevole pone l’accento anche sul museo aeronautico del Dal Molin, frequentato da 4 mila alunni ogni anno e che rischierebbe la chiusura. Si tratta anche di una spesa non indifferente, per la necessità di costruire nuove infrastrutture in altri aeroporti.
Un aspetto sottolineato anche da Luana Zanella e Lalla trupia che ieri hanno parlato con i lavoratori del Dal Molin. Quello che chiedevano le due parlamentari è sopratutto la chiarezza: «Il Comune deve dirci molto di più di quello che ha detto in consiglio comunale illustrando il progetto Dal Molin - ha detto Zanella - innanzitutto i particolari: quali parti dell’aeroporto saranno cedute, con che modalità il terreno passerà agli americani. Che ruolo avrà l’Enac in tutto questo?».
Un aspetto non secondario è poi l’integrazione, se vi sarà, tra la struttura militare e quella civile. Un problema sollevato dall’esponente vicentino dei Verdi, Olol Jackson, visto che proprio di recente è passato il rifinanziamento del debito della società Aeroporti vicentini da parte dei principali enti che ne fanno parte.
Le due esponenti della sinistra, infine, hanno sottolineato come la richiesta di risposte chiare sul progetto all’interno del Dal Molin, non vada interpretata come una posizione antiamericanista, ma semplicemente come un diritto a conoscere i dettagli di una operazione considerata fortemente impattante per la città. Gli appalti per la costruzione delle nuove infrastrutture si aggirano intorno ai 300 milioni di dollari, duemila sono i militari che arriveranno in più, e con le famiglie faranno circa otto, nove mila unità in più in città. Per alcuni un indotto allettante a sostegno dell’economia vicentina, per altri invece, un problema in più da gestire in termini di sicurezza, viabilità e urbanistica.