10 MARZO 2006

dal Giornale di Vicenza

Bando alloggi sbagliato? «Si va avanti»
Occupavano palazzo chiuso Denunciati in dieci per furto

Consiglio comunale. La seduta dedicata alla relazione dell’“avvocato dei cittadini” si trasforma in un dibattito sull’assegnazione delle case
Bando alloggi sbagliato? «Si va avanti»
Il difensore civico Pecori conferma la sua tesi: «Quel testo pro-vicentini non è legittimo» L’assessore leghista Piazza replica: «Opinioni politiche, semmai lo stabiliranno i giudici»

di Gian Marco Mancassola

“Ci vedremo in tribunale”. Suona più o meno così l’epilogo di una seduta del Consiglio comunale che avrebbe dovuto essere dedicata alla relazione annuale del difensore civico Massimo Pecori e che invece ha deragliato, cedendo spazio alla polemica sul nuovo bando per l’assegnazione delle case popolari. I criteri sono stati confezionati dall’ala leghista dell’Amministrazione comunale, con protagonista l’assessore agli Interventi sociali Davide Piazza, che ha puntato a premiare in termini di punteggio la residenzialità. Un criterio che può essere tradotto in “vicentinità”: vale a dire, più punti a chi vive nella provincia berica da più di 25 anni. La delibera è stata licenziata dalla Giunta con il forte appoggio del sindaco Enrico Hüllweck, ma con l’assenza degli assessori di Alleanza nazionale, che hanno chiesto un po’ di tempo per meditare di più. L’altra sera la delibera è transitata per la commissione Affari sociali, dove ha racimolato una maggioranza di astensioni con rinvio del voto in aula. Il prossimo passo sarà in Consiglio comunale, poi il bando verrà pubblicato. Nel frattempo, però, sui nuovi criteri è piovuto il parere del difensore civico Pecori, pubblicato sul nostro giornale, che ritiene illegittima e inopportuna la delibera. La polemica ha animato dunque la riunione di ieri sera, con Pecori difeso soprattutto dal centrosinistra, con il diessino Gianni Rolando a ventilare il rischio di derive xenofobe, agitate proprio in campagna elettorale. Malumori e mal di pancia in alcuni settori della maggioranza, con il forzista Gianfranco Dori a interrogarsi sull’opportunità dell’uscita sulla stampa, invece di limitarsi a un’audizione in commissione. Nonostante il rumore, l’assessore Piazza è fermamente intenzionato a tirare dritto: «Noi andiamo avanti, il difensore civico ha espresso opinioni politiche, che invadono la sfera tecnica. L’Amministrazione deve difendere la sua autonomia decisionale, sarà il Consiglio comunale ad esprimersi sulla giustezza della delibera. Per questo non ci sarà alcun ritocco. Ricorsi? Non temo alcuna azione. Per prima cosa aspettiamo che venga approvata la delibera e poi nessuna sentenza è stata già emessa: fino a prova contraria, sarà il giudice a esprimersi e dire se il provvedimento è legittimo o meno». «Non c’è proprio nulla di politico - è stata la replica in aula di Pecori - dal momento che ho citato sentenze, ma ci sono anche pareri simili al mio avanzati dall’avvocatura comunale, dalla Regione, dai dirigenti comunali. Se il difensore civico è il controllore degli atti, lo è di tutti ed è libero di dirlo. La Giunta ne prende atto e poi fa le sue scelte. Un atto non può essere legittimo solo perché è già stato adottato a Treviso». Un po’ a sorpresa, con i metodi scelti da Pecori si è schierato il sindaco Hüllweck, che ha comunque difeso lo spirito del bando: «Non c’è alcuna discriminazione nei confronti degli extracomunitari. Avrebbe potuto esserci nel caso in cui si fosse fatta una distinzione fra italiani e stranieri. In ogni caso, credo che l’approccio giornalistico scelto da Pecori sia corretto. Ha il dovere morale di dire a voce alta che un provvedimento potrebbe provocare danni a qualche cittadino, avvertendo e attirando l’attenzione. Credo che finora il difensore civico si sia mosso molto bene e per questo lo ringrazio. È una figura irrinunciabile, libera di muoversi come vuole».


L’Aim aveva segnalato alle volanti l’insolito consumo di energia
Occupavano palazzo chiuso Denunciati in dieci per furto
Otto magrebini e due italiani si erano attrezzati con cucina e letti

di Diego Neri

Quel palazzo era chiuso da 5 anni ma era diventato una sorta di albergo gratuito per i senzatetto. La polizia ne ha trovati dieci, ma dal numero dei giacigli probabilmente erano molti di più a trovarvi abituale sistemazione. Sette marocchini, un tunisino e due vicentini - un ragazzo di 22 anni e una di 17 - sono stati denunciati al momento per furto aggravato di energia elettrica. Non appena il proprietario della palazzina formalizzerà la querela, saranno segnalati anche per occupazione abusiva. Il blitz della polizia è scattato l’altro pomeriggio, verso le 15. Era stata l’Aim a segnalare che c’era qualcosa di strano nel palazzo di via Quadri 63: un vecchio stabile, chiuso dal 2001 e con i contatori sigillati, ma nel quale si consumava molta energia elettrica. Le stime della municipalizzata parlano di 5 mila kilowattora negli ultimi mesi. Gli agenti del commissario cecchetto avevano pianificato l’intervento, lungo una stradina sterrata laterale di via Quadri. Quando i poliziotti sono entrati c’è stato parecchio trambusto, perché gli occupanti non immaginavano certo l’arrivo delle divise. Erano stati utilizzati parecchi dei 21 appartamenti (un altro alloggio era stato ricavato in una casetta sul retro), con camere e alcune stanze attrezzate a cucina; fili volanti erano collegati a tostapane, lampade, radio e stereo. Ecco come veniva consumata l’elettricità, dopo aver rotto i sigilli. Le condizioni igieniche erano molto precarie, con immondizia e escrementi in giro. A stupire i poliziotti la presenza della ragazzina: 17 anni, appena uscita da scuola era andata a trovare il suo fidanzato marocchino per passare alcune ore con lui in quello stabile. È stata riconsegnata ai genitori che non sapevano nulla. L’altro vicentino, invece, non ha una dimora fissa. È stato deferito, come pure tutti i magrebini - tutti in regola a parte due, trattenuti in questura per accertamenti - per il furto. Ora la polizia è in attesa di capire quali siano le intenzioni del proprietario.